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Acqua del Rubinetto di Messina: Sicura da Bere? Capire la Differenza tra “Conforme” e “Potabile”, senza dichiarazioni “acrobatiche”

Quando l’acqua è Sicura? L’acqua può dirsi SICURA solo quando è conforme e potabile. Non prima che questi due parametri siano stati accertati e certificati!

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L’acqua che esce dai nostri rubinetti è ormai divenuta oggetto di richieste di chiarimento sempre più stringenti. E’ sicura? E’ potabile? E’ conforme? Sentiamo parlare di controlli, parametri, e termini come “acqua potabile” o “acqua conforme”. Ma cosa significano davvero? E, ancora, possiamo fidarci dell’acqua che fuoriesce dal nostro rubinetto? Tanto da berla? Molti messinesi, per la verità, non lo fanno da tempo. Oggi sono molti di più.

Su quest’ultimo punto abbiamo sentito chiaramente Giuseppe Cuccì Direttore generale di ASP, con un virtuosismo acrobatico, esprimersi in modo sibillino che, peraltro, non è di certo richiesto a chi rappresenta l’ente preposto alla tutela ed al controllo di un parametro fondamentale per la salute umana come la potabilità dell’acqua pubblica. Conforme? Potabile? Non ci sembra che Cuccì abbia detto che l’acqua di Messina lo sia, né conforme e né potabile. Ha detto che “è sicura…ma non si può bere”.

DG ASP Messina Cuccì

Allora nel frattempo che i messinesi vengano finalmente a conoscenza dal Comune, dall’ASP, che tipo di acqua scorre nelle condutture cittadine, e non certo semplicisticamente solo “sicura”, è necessario, quanto meno, fare chiarezza, spiegando in modo semplice cosa intendono le autorità quando parlano di acqua “potabile” e “conforme”, basandoci sulla più recente normativa italiana, il Decreto Legislativo 18 del 2023. Questa legge, entrata in vigore il 21 marzo 2023, recepisce le indicazioni europee (Direttiva UE 2020/2184) e sostituisce la vecchia normativa (il D.Lgs 31/2001). L’obiettivo principale è chiaro: proteggere la nostra salute garantendo che l’acqua sia sicura e pulita, e migliorare l’accesso a questa risorsa fondamentale per tutti. Perché ribadiamo che esiste acqua potabile, acqua conforme, ma non esiste una definizione di legge che la definisce “sicura”. L’acqua destinata ad uso umano può essere solo potabile e rimane tale finché è conforme.

È importante sottolineare che questa nuova legge non è un semplice aggiornamento. Rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui viene gestita la sicurezza dell’acqua in Italia. Si passa da un sistema basato principalmente sui controlli finali a un approccio più moderno, preventivo e basato sulla valutazione dei rischi lungo tutta la “filiera”, cioè l’intero percorso dell’acqua, dalla sorgente fino al nostro rubinetto. Questo allinea l’Italia agli standard europei più avanzati, mettendo al centro la prevenzione dei problemi e una maggiore trasparenza verso i cittadini.5

“Acqua Potabile”: Cosa Dice Esattamente la Legge?

Sindaco Basile

Quando la legge parla di acqua sicura da bere, usa un termine tecnico preciso: “acque destinate al consumo umano“. Questa definizione è molto ampia e include praticamente tutta l’acqua che usiamo per bere, cucinare, preparare cibi e bevande o per altri usi domestici, sia in casa che in luoghi pubblici come scuole o uffici. Non importa da dove provenga (acquedotto, cisterna, bottiglia, fontanella pubblica o “casa dell’acqua”) o se sia stata trattata o meno: se è destinata al consumo umano, deve rispettare regole precise. Anche l’acqua usata nelle imprese alimentari per produrre o preparare cibi e bevande rientra in questa categoria.

Il requisito fondamentale, stabilito dall’articolo 4 del D.Lgs 18/2023, è che queste acque devono essere “salubri e pulite”. Ma cosa significa concretamente? La legge lo specifica chiaramente:

  1. Assenza di pericoli: L’acqua non deve contenere microrganismi (come batteri o virus), parassiti o altre sostanze chimiche in quantità tali da rappresentare un rischio per la nostra salute.
  2. Rispetto dei limiti: Deve soddisfare i requisiti minimi, cioè i valori limite fissati per una serie di parametri specificati nell’Allegato I del decreto (parti A, B e D).
  3. Conformità a parametri aggiuntivi: Deve rispettare anche eventuali altri limiti stabiliti a livello nazionale per tutelare ulteriormente la salute.
  4. Adozione di misure di controllo: Devono essere messe in atto tutte le misure di controllo, prevenzione e gestione previste dalla legge (articoli da 5 a 15).

Per verificare che l’acqua sia “salubre e pulita”, vengono effettuati controlli su diverse categorie di parametri:

  • Parametri Microbiologici: Si cerca la presenza di batteri potenzialmente pericolosi, come l’Escherichia coli o gli Enterococchi intestinali, che devono essere completamente assenti (valore zero) nell’acqua del rubinetto. La loro presenza indicherebbe una contaminazione.
  • Parametri Chimici: Si misura la concentrazione di sostanze chimiche che, oltre certi limiti, possono essere dannose. Tra queste ci sono metalli pesanti come il piombo (per cui il limite diventerà ancora più severo nei prossimi anni), nitrati, pesticidi, solventi e anche nuove sostanze tenute sotto osservazione come i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) e il Bisfenolo A, recentemente regolamentate proprio per una maggiore tutela.
  • Parametri Indicatori: Questi riguardano caratteristiche che possiamo percepire direttamente, come il sapore, l’odore, il colore o la torbidità (cioè quanto l’acqua è limpida), ma anche altri valori come il pH (l’acidità), la conducibilità elettrica o la presenza di minerali come il ferro o il manganese. Anche se non sempre legati a un rischio diretto per la salute, valori anomali possono segnalare problemi nel sistema di distribuzione o rendere l’acqua sgradevole.

È fondamentale capire che la potabilità, secondo la legge, va ben oltre l’aspetto o il sapore dell’acqua. Anche un’acqua perfettamente limpida e insapore potrebbe non essere potabile se contiene contaminanti chimici o microbiologici invisibili ma pericolosi. La legge si concentra prioritariamente sull’assenza di questi rischi per la salute, garantita dal rispetto rigoroso dei limiti microbiologici e chimici.

E “Acqua Conforme”? Un Termine Tecnico Spiegato Semplice

Accanto al termine “potabile”, spesso troviamo l’aggettivo “conforme”. Cosa significa? “Conforme” è un termine tecnico utilizzato nei rapporti di analisi e dai tecnici del settore.

Semplicemente, “acqua conforme” significa che, nel momento e nel punto esatto in cui è stato prelevato il campione per l’analisi, l’acqua rispettava tutti i requisiti e i valori limite stabiliti dalla legge (il D.Lgs 18/2023) per i parametri che sono stati controllati.

Troverete questo termine, ad esempio, sui risultati delle analisi di laboratorio che il gestore dell’acquedotto o l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) effettuano regolarmente. O, almeno, dovrebbero.

È la conferma ufficiale che, per quel campione specifico, l’acqua ha superato i test previsti dalla normativa.

Un esempio pratico: questi dati dovrebbero essere presenti sul bollettino della qualità dell’acqua di ogni gestore della distribuzione di acqua comunale o su un referto di analisi. L’indicazione “Parametri conformi al D.Lgs 18/2023“, significa che i test effettuati su quel campione d’acqua hanno dimostrato che i valori misurati erano entro i limiti di legge in quel momento. Se il gestore non pubblica questi dati è una irregolarità da contestare, così come in questi giorni abbiamo visto che questo punto sia stato oggetto di dialettica anche politica.

Quindi, per il Mio Rubinetto, “Conforme” = “Potabile”?

La risposta breve è: . Quando parliamo dell’acqua che arriva al rubinetto di casa nostra (il cosiddetto “punto di utenza”), se un’analisi certifica che è “conforme”, significa che quell’acqua rispetta gli standard di sicurezza e qualità richiesti dalla legge per essere considerata “potabile”, cioè sicura per il consumo umano secondo il D.Lgs 18/2023. In questo contesto specifico – l’acqua al punto finale di utilizzo – i due termini indicano la stessa cosa: acqua sicura da bere.

Pertanto l’acqua può dirsi SICURA solo quando è conforme e potabile. Non prima che questi due parametri siano stati accertati e certificati!

Allora perché si usano due termini diversi? La distinzione è utile per capire il percorso dell’acqua. L’acqua può essere perfettamente “conforme” quando esce dall’impianto di trattamento dell’acquedotto, ma teoricamente potrebbe subire alterazioni lungo la rete di distribuzione o addirittura all’interno delle tubature del nostro edificio (ad esempio, vecchie tubature potrebbero rilasciare piombo).

Per questo motivo, la legge non si limita a controllare l’acqua alla fonte, ma mira a garantire che sia “salubre e pulita” fino al punto in cui la utilizziamo, cioè il rubinetto. Il termine “conforme” si riferisce quindi al risultato di una verifica specifica in un punto e in un momento dati (alla sorgente, dopo il trattamento, in un punto della rete, al rubinetto).

“Potabile”, invece, descrive lo standard di qualità complessivo che l’acqua deve avere al rubinetto per poter essere bevuta in sicurezza. L’obiettivo di tutto il sistema di controllo e gestione è proprio quello di assicurare che la conformità sia mantenuta lungo tutto il percorso, rendendo l’acqua del rubinetto costantemente e affidabilmente potabile.

Chi Garantisce la Qualità? Il Sistema dei Controlli

Garantire la qualità dell’acqua che arriva nelle nostre case è un compito complesso che coinvolge diversi attori in un sistema di controlli incrociati :

  1. Il Gestore Idrico (o Gestore Idro-potabile) AMAM: È l’ente o l’azienda (pubblica, privata o mista) che gestisce l’acquedotto. Ha la responsabilità primaria di fornire acqua che rispetti i requisiti di legge e di effettuare regolarmente i cosiddetti “controlli interni” sulla qualità dell’acqua lungo tutta la filiera, dalla captazione alla distribuzione.
  2. L’Autorità Sanitaria Locale (ASL): Ha il compito di vigilare sulla salute pubblica. Effettua i “controlli esterni”, verificando sia la qualità dell’acqua fornita sia l’adeguatezza dei controlli interni svolti dal gestore.

La grande novità introdotta dal D.Lgs 18/2023 è l’approccio basato sul rischio.

Non ci si limita più a controllare l’acqua solo alla fine del percorso, ma si adotta una strategia preventiva che analizza l’intera filiera idro-potabile: dalle aree dove l’acqua viene prelevata (sorgenti, pozzi, fiumi), agli impianti di trattamento, alle reti di distribuzione fino all’interno degli edifici.

Lo strumento principale per questa analisi è il Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA). Ogni gestore deve elaborare un PSA per identificare tutti i potenziali pericoli (contaminazioni, guasti, eventi climatici, ecc.) in ogni fase del processo e definire le misure di controllo necessarie per prevenire o mitigare questi rischi.

Un aspetto particolarmente innovativo è l’estensione della valutazione del rischio anche ai sistemi di distribuzione idrica interni agli edifici, soprattutto quelli considerati “prioritari” come ospedali, scuole, strutture sanitarie, condomini con molti appartamenti, alberghi, navi. Per questi edifici, il gestore del sistema interno (GIDI – Gestore Idrico Distribuzione Interna, ad esempio l’amministratore di condominio o il proprietario della struttura) deve valutare i rischi specifici legati alle tubature interne, con particolare attenzione a parametri come la Legionella e il Piombo. Questo sottolinea come la responsabilità della sicurezza dell’acqua sia condivisa e non si fermi più al contatore, ma prosegua fino al rubinetto, promuovendo un approccio proattivo alla sicurezza idrica.

In sostanza è quanto sosteneva in Consiglio comunale a Messina il consigliere Pippo Trischitta, che da avvocato e buon amministratore di grandi condomini faceva riferimento a questo tipo di controlli, che sono, però, solo controlli finali del percorso dell’acqua e non, di certo, gli unici necessari.

Per rendere più concreti i miglioramenti introdotti dalla nuova normativa, ecco una tabella che confronta i limiti di alcuni parametri significativi tra la vecchia e la nuova legge:

Tabella: Nuovi Standard per la Tua Acqua: Alcuni Esempi dal D.Lgs 18/2023

ParametroLimite Precedente (D.Lgs 31/01)Limite Nuovo (D.Lgs 18/23)NotaFonti Normative Rilevanti
Piombo (Pb)10 µg/l5 µg/l (entro 12/01/2036)Limite più severo per la salute4
Cromo (Cr)50 µg/l25 µg/lLimite dimezzato4
PFAS TotaliNon specificato0,50 µg/lNuovo parametro per contaminanti emergenti4
Bisfenolo ANon specificato2,5 µg/lNuovo parametro (interferente endocrino)17
Legionella (in edifici)Non specificato< 1000 UFC/lNuovo parametro per sistemi interni4

Nota: µg/l = microgrammi per litro; UFC/l = unità formanti colonia per litro.

Un Esempio Pratico: Cosa Succede se l’Acqua NON è Conforme?

Il sistema di controlli serve proprio a individuare tempestivamente eventuali problemi. Ma cosa succede se un’analisi rileva che l’acqua non è “conforme”, cioè supera i limiti di legge per uno o più parametri?

In questo caso, scatta un protocollo ben definito :

  1. Segnalazione e Indagine: Il laboratorio che ha effettuato l’analisi informa immediatamente il gestore idrico e l’autorità sanitaria. Si avvia subito un’indagine per capire la causa della non conformità (es. un guasto nell’impianto, una contaminazione nella rete, un problema nelle tubature interne).
  2. Azioni Correttive: Il gestore idrico, sotto la supervisione dell’ASP, mette in atto le azioni necessarie per risolvere il problema. Queste possono variare a seconda della causa e della gravità: dalla semplice pulizia e flussaggio delle tubature, alla riparazione di un guasto, alla modifica del trattamento di potabilizzazione, fino all’installazione di filtri specifici.
  3. Informazione e Provvedimenti: Se la non conformità rappresenta un potenziale pericolo per la salute, l’Autorità Sanitaria informa la popolazione e può emettere ordinanze specifiche, come l’obbligo di bollire l’acqua prima di berla o, nei casi più gravi, il divieto temporaneo di utilizzo per scopi potabili.
  4. Ricontrolli: Una volta attuate le misure correttive, vengono effettuati nuovi campionamenti e analisi per verificare che la situazione sia tornata alla normalità e che l’acqua sia nuovamente “conforme”.

Questo processo dimostra l’importanza dei controlli regolari: funzionano come un sistema di allarme che permette di intervenire rapidamente per proteggere la salute pubblica. In alcuni casi specifici, e solo se non c’è un rischio immediato per la salute, la legge permette alle autorità di concedere deroghe temporanee per alcuni parametri, ma sempre sotto stretto controllo e per periodi limitati.

Quando avere Fiducia nell’Acqua del Rubinetto?

Possiamo quindi bere l’acqua del rubinetto con tranquillità? Quando le analisi la dichiarano “conforme”, la risposta è sì. Significa che rispetta i rigorosi standard di sicurezza stabiliti dalle leggi italiane ed europee (D.Lgs 18/2023 e Direttiva UE 2020/2184) ed è quindi considerata “potabile”.

La nuova normativa rafforza ulteriormente questa sicurezza, introducendo un approccio basato sulla prevenzione dei rischi lungo tutto il percorso dell’acqua e controlli più stringenti su nuove sostanze potenzialmente pericolose.

Inoltre, un aspetto fondamentale della nuova legge è la maggiore trasparenza. I cittadini hanno diritto a ricevere informazioni chiare e aggiornate sulla qualità dell’acqua che viene loro fornita, sui controlli effettuati e anche sui costi del servizio, direttamente in bolletta o tramite canali digitali. Questo permette a tutti di essere più consapevoli e di rafforzare la fiducia nell’acqua del rubinetto.

A Messina chiedere tutto questo, ovvero il rispetto della norma, non è certo ALLARMISMO, né tanto meno “una questione politica”. Perché dichiarare pubblicamente che “l’acqua è potabile” o che “l’acqua è sicura ma non è da bere”, non significa nulla se non procurare confusione e incertezza tra la popolazione. Che lo dichiarino la prima autorità sanitaria cittadina, come il sindaco, e il direttore generale dell’ASP è quantomeno sconcertante.

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