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Femminicidio di Lorena Quaranta: ergastolo per Antonio De Pace

- 28/11/2024

Una decisione questa che aveva fatto insorgere non solo la famiglia della giovane, ma anche l’opinione pubblica. Nel mese di luglio di quest’anno la Senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, aveva annunciato una sua interrogazione al Ministro della Giustizia

La Prima sezione della Corte d’Assise d’appello del Tribunale di Reggio Calabria ha condannato all’ergastolo Antonio De Pace per il femminicidio di Lorena Quaranta. L’esame dei giudici, presidente Angelina Bandiera, ha pertanto deciso la non sussistenza delle eventuali attenuanti per Covid nell’ambito dell’omicidio brutale della studentessa di Favara uccisa nella notte del 31 marzo 2020 a soli 27 anni da chi avrebbe dovuto difenderla e proteggerla: il suo fidanzato.

Si conclude così l’iter processuale che dopo la sentenza di ergastolo in appello comminata a De Pace nel 2022, era seguita quella della Corte di Cassazione che aveva ordinato la celebrazione di un nuovo processo, con la motivazione , secondo l’ipotesi della difesa, che nella celebrazione dei due gradi di giudizio non fossero state prese in considerazioni le eventuali attenuanti ipotizzabili in quanto l’omicidio era avvenuto in periodo di lockdown perla pandemia del Covid.

Lorena Quaranta
La vittima: Lorena Quaranta

Una decisione questa che aveva fatto insorgere non solo la famiglia della giovane, ma anche l’opinione pubblica. Nel mese di luglio di quest’anno la Senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, aveva presentato una sua interrogazione al Ministro della Giustizia in merito a questa decisione, chiedendo che intervenisse prima delle sentenza del Tribunale di Reggio Calabria chiamato ad esprimersi nell’udienza d’appello bis, conclusasi oggi.

De Pace
L’omicida Antonio De Pace

All’interrogazione della Musolino, presentata nel mese di luglio di quest’anno, seguì una risposta immediata e concreta del Ministro Nordio che si espresse, ad ottobre, chiaramente sul merito e facendosi carico di intervenire. Il Ministro, infatti, chiese nell’immediatezza una relazione al collegio giudicante di Reggio Calabria.

Oggi la sentenza che mette fine all’iter processuale e pone un evidente argine all’interpretazione del periodo Covid quale ipotesi abnorme di eventuale attenuante. Un evenienza che poteva costituire un evidente rischio di generalizzazione ad altri procedimenti per reati dove la violenza gratuita e brutale è l’unica realtà di cui dover tenere conto, senza attenuante alcuna.

musolino nordio