Il Sindaco di Messina è “preoccupato”. Anzi lo era, come lui stesso dichiara “a febbraio quando per primo evidenziai i problemi idrici alla prefetta”. “Per primo”, si ha dichiarato proprio così. E allora la domanda è d’obbligo: visto che il sindaco di Messina era “preoccupato” già a febbraio di quest’anno perché si è affrettato, parole sue, a “sostituire oltre 700 metri di condotta in queste settimane”? Perché non si è provveduto prima?
CRISI IDRICA: MESSINA COME LA REGIONE
La desolazione che aleggia sulla vicenda della crisi idrica messinese è perfettamente speculare a quella regionale. Messina accusa la Regione di quell’inerzia politica che non avrebbe permesso di realizzare quel “parco progetti” per la riqualificazione e per il potenziamento di condutture e serbatoi negando i finanziamenti necessari. Non entrando in merito alla validità di quei “progetti”, perché se non sono stati finanziati, un motivo, non solo politico, di certo ci sarà, se la Regione Siciliana non ha provveduto per tempo a portare a termine i dovuti accorgimenti per affrontare una crisi idrica abbondantemente annunciata, la stessa identica cosa vale per Messina, che non si è adeguatamente mosso per tempo.
Se oggi, come dichiara sempre il Sindaco Basile, “Il Comune ha preso un milione di risorse proprie e le ha destinate all’emergenza“, appare ancora più che chiaro che tali risorse, se gestite secondo il principio della programmazione e dell’efficientamento reale, sarebbero state probabilmente molto minori e meglio investite. D’altronde si sa che lavorare in emergenza non consente di risparmiare e di produrre azioni pensate e programmate per un futuro migliore.
IL COSTO DEL COC E LA MESSINA SOCIAL CITY
Tant’è che l’emergenza e l’attivazione del COC è già costata cara anche solo per quanto riguarda il personale impiegato: si pensi che per Messina Social City il costo “per stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico”, alla quale si mischia anche il “preallarme rischio vulcanico Stromboli” (???) ammonta ad un valore di 250.012,80 euro per il periodo programmato dal 22 luglio al 31 agosto 2024! Richiesta firmata dalla Presidente Asquini il 13 agosto (successiva al periodo indicato) e con una previsione mensile, finché l’emergenza idrica non rientrerà, di euro 223.430,60 euro al mese. Il personale impiegato dalla Messina Social city è costituito, come da prospetto in nostro possesso, da 3 autisti, 3 operai specializzati, un ausiliario e 3 educatori. Dati carte alla mano.
Un COC quindi costoso e, fino ad ora, non proprio in grado di rispondere a tutte le richieste dei cittadini.
LE “PERFORMANCE” DEL COC
Infatti è lo stesso Basile ad ammettere che il COC dal 29 luglio e fino al 4 agosto è “riuscito” a rispondere al solo 30% delle richieste. Così, sempre dati del Sindaco, su 259 richieste ne sarebbero state evase solo 78 circa. Una Waterloo dell’assistenza, nonostante il personale di Messina Social City di rinforzo che, da solo, costa 250 mila euro al mese!
Vero è che il COC ha gradualmente aumentato la sua “performance”, passando dal 46% della seconda settimana di agosto fino all’86% delle richieste evase. Ma vero è che il numero di chiamate e di richieste è sceso da 259 al giorno a 115… Un valore che dimostra che da un punto di vista percentuale è cambiato ben poco. Ma non cambiano i fondi richiesti da Messina Social City che rimangono sempre pari ad oltre 220 mila euro al mese.
La preoccupazione del Sindaco Basile, quindi, va, finalmente, di pari passo con quella dell’ingegnere capo del Genio Civile Santi Trovato che, a questo punto, incombendo settembre con l’apertura delle scuole ed il rientro di buona parte dei messinesi in città, diventerà emergenza concreta alla quale finora si è fatto fronte con il razionamento dell’acqua e incrementando le autobotti, ma con una popolazione minore e con uffici e scuole chiuse.
A SETTEMBRE? POTREBBE PIOVERE
Cosa accadrà tra una settimana? Potrebbe piovere. Ma non è questa speranza l’evenienza che risolverà la questione idrica messinese. Perché quel che si poteva e si doveva fare già a partire da gennaio di quest’anno, stante la “preoccupazione” di Basile, non è stato fatto.
La mancanza di interventi concreti eseguiti per tempo, la richiesta tardiva a Sicilacque, a fine giugno, di acqua aggiuntiva per Messina, bocciata per indisponibilità, dopo che Basile aveva provveduto (ed ancora provvede) ben prima, per Taormina, così come gli interventi sulla rete idrica cittadina tardivi, solo adesso in corso, come anche tardiva la ricerca di fonti alternative e l’attivazione di piccoli pozzi come Briga, fatto di questi giorni, ma con portate minime, per l’attivazione dei quali oggi Basile e Puccio si lamentano della “burocrazia” (ma se si fossero fatti prima non avremmo dovuto farne i conti), sono la reale narrazione di una crisi idrica mal affrontata, così come gestita in emergenza e senza preparazione, che non può essere vestita diversamente da quel che è: una debacle dell’amministrazione comunale che produrrà solo disagi, costi senza più selfie autocelebrativi.
I lavori…
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