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Malata di tumore, maltrattata dall’ex anche dopo la denuncia. E gli sottrae anche il figlio. Qualcosa non va nel sistema

- 19/08/2023

Qualcosa non va nel sistema che dovrebbe tutelare le donne da maltrattamenti, aggressioni e violenze. Un sistema che probabilmente è lento ad intervenire, rallentato da norme che non sempre riescono a consentire azioni rapide e risolutive volte a porre in sicurezza chi è vittima accertata. E’ il caso, l’ennesimo, di una donna di 38 anni di origini ennesi, residente a Caltanissetta, che, affetta da un tumore, è stata picchiata e maltrattata ripetutamente, anche durante la chemioterapia. Ha denunciato il marito un anno e mezzo fa senza ottenere alcun provvedimento dalla magistratura e a nulla è servito l’appello di pochi giorni fa sui giornali.

“A meno di una settimana dalla mia richiesta di aiuto, a fronte del silenzio delle istituzioni, ho dovuto subire non solo un’aggressione in strada, ma in violazione dell’ordinanza del giudice mi è stato sottratto mio figlio. A nulla è servito l’intervento delle forze dell’ordine che mi hanno invitato ‘a chiudere un occhio’. Sconvolta per la risposta ho avuto un malore ed è intervenuta anche l’ambulanza del 118”.

La donna è assistita dall’avvocato Eleanna Parasiliti. Dopo 19 anni di maltrattamenti, ha deciso di denunciare l’ex marito. Ora l’ennesimo atto di arroganza da parte dell’ex, un 41enne nisseno. La vittima ha anche avuto un tumore e, nonostante la malattia, non ha mai avuto il minimo supporto dal marito che, anche durante quel periodo difficile, ha continuato a maltrattarla, sottraendole il denaro che lei aveva guadagnato lavorando, e arrivando addirittura a picchiarla durante la chemioterapia.

“Vivo nel terrore – dice tra le lacrime – mio marito ha ancora le chiavi del portone d’ingresso del palazzo. Per questo non esco mai di sera a buttare la spazzatura. Voglio rinnovare il mio appello alle forze dell’ordine e alla procura: aiutatemi”.