
Il personale di ATM incaricato di tenere “pulito” il percorso dei mezzi pubblici della società di trasporto del Comune di Messina rischia quotidianamente l’aggressione anche fisica. Come è accaduto ieri con il necessario intervento della Polizia di Stato in via La Farina dove un esagitato avrebbe minacciato le vie brevi contro un operatore ATM con carro attrezzi al seguito. La Polizia di Stato è intervenuta con una volante i cui operatori sono riusciti con non poca fatica a riportare la calma. Gli agenti hanno spiegato agli operatori ATM che non è di loro competenza multare o rimuovere auto in doppia fila e che devono desistere dal farlo anche per la salvaguardia della loro sicurezza.
E questa è l’incudine. Ma c’è poi il martello a cui devono sottostare gli operatori ATM che è costituito dalla direzione della stessa società che interviene duramente contro coloro, tra i dipendenti in servizio in strada, che non attuano le direttive NON SCRITTE contro il parcheggio che non consentirebbe il passaggio dei bus.
Premesso che il parcheggio in doppia fila è deprecabile abitudine non solo messinese, il problema è l’incomprensione attuale nella quale annegano i lavoratori ATM e che risiede nell’interpretazione dell’articolo 12 bis del Codice della Strada sul quale hanno giurato gli operatori della municipalizzata trasporti di Messina.
ARTICOLO 12 BIS Codice della Strada
Ma cosa dice l’articolo in questione? E’ sufficientemente chiaro quello che prescrive? Leggendo l’articolo 12 bis si riscontra una incongruenza che si fonda sul dove intervenire. Al comma 3 dell’articolo 12 bis si legge, infatti : “Le funzioni di cui al comma 1 possono essere conferite anche al personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone. A tale personale sono inoltre conferite, con le stesse modalità di cui al comma 1, le funzioni di prevenzione e accertamento in materia di circolazione, fermata e sosta sulle corsie e strade ove transitano i veicoli adibiti al servizio di linea”. Pertanto limitatamente alle auto che intralciano il passaggio dei mezzi pubblici nelle corsie a loro dedicate. Corise Ma sempre nell’articolo 12 bis, al comma 4 si legge che “Il personale dipendente dalle società di gestione dei parcheggi di cui al comma 1, primo periodo, ha possibilità di accertare violazioni relative alla sosta o alla fermata anche nelle aree immediatamente limitrofe alle aree oggetto dell’affidamento solo quando queste costituiscono lo spazio minimo indispensabile per compiere le manovre necessarie a garantire la concreta fruizione dello spazio di sosta regolamentata o del parcheggio oggetto dell’affidamento”. Dunque l’articolo si contraddice tra i commi e questa mancata chiarezza se non è stata espressa dal legislatore è necessario che almeno la direzione di ATM la fornisca ai suoi dipendenti in strada a mezzo di linee operative chiare.
I SINDACATI CHIEDONO A CAMPAGNA DI FARE CHIAREZZA
Il problema è che non ci sarebbe una direttiva scritta in ATM che chiarisca come devono operare i lavoratori ATM che stanno in strada a contatto con cittadini già esarcebati da una viabilità difficile, dalla scorrettezza di alcuni di loro, dall’impossibilità di parcheggi in una città che ormai è tutta un parcheggio a pagamento. Tant’è che propio ieri con una nota congiunta il sindacato ORSA, UGL, FAISA CISAL, UILTRASPORTI,, FILT-CISL e FILT-CGIL hanno inviato una nota alla direzione dell’azienda ATM ” di chiarire ufficialmente e nel dettaglio le aree di pertinenza ove gli Agenti ATM sono autorizzati a multare i trasgressori e intervenire con la rimozione forzata”. Una chiarezza che evidentemente manca. Ciò crea quanto accaduto ieri in via La Farina con l’intervento della Polizia di Stato, che non è certo composta da sprovveduti che non conoscono il Codice della Strada. “La logica conseguenza – scrivono i sindacati – si è consumata con la “ribellione” dei cittadini presenti che hanno accusato i dipendenti ATM di “abuso di potere” creando non poche difficoltà allo svolgimento del servizio che i nostri lavoratori hanno effettuato nonostante tutto”.
Insomma, senza chiarezza e linee guida scritte il rischio è che la direzione ATM possa “giocare” sull’ecquivoco e che i lavoratori rischino da un lato l’incudine del rischio aggressione e dall’altro il martello del procedimento disciplinare di cui ATM ed il suo Presidente non lesinano di applicare in danno di dipendenti sempre più nella confusione e nel panico.