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Attacco di De Luca al Giornale di Sicilia e al giornalista Pipitone. Ordine e Assostampa, “Inaccettabile”

- 28/08/2022

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia ritiene inaccettabili le espressioni rivolte dal candidato alla presidenza della Regione Cateno De Luca all’indirizzo del collega del Giornale di Sicilia Giacinto Pipitone. Nel video postato da De Luca su Facebook, oltretutto nel contesto di una campagna elettorale, si parla addirittura di «mafie dell’informazione». Si tratta di una violenza verbale senza precedenti, che non è ammissibile.

Così l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia dopo che il candidato alla Regione Sicilia, Cateno De Luca, ha pubblicato un video su Facebook nel quale insultava e proferiva parole irripetibili nei confronti di Giacinto Pipitone, giornalista del Giornale di Sicilia e nei confronti della testata. Ciò che non è andato giù e che ha fatto sbottare l’aspirante sindaco di Sicilia è stato un articolo con il quale si riportava che il tribunale di Palermo non aveva accettato alcune liste afferenti a De Luca. Da qui la rabbia di De Luca che ha avviato una sua diretta facebook con tutto ciò che ne è scaturito.

“Il video di Cateno De Luca in cui vengono attaccati il collega Giacinto Pipitone e il Giornale di Sicilia è offensivo nei contenuti e nei toni oltre stupefacente e sconcertante per la violenza verbale con cui si esprime il proprio dissenso verso un articolo pubblicato oggi su gds.it. Al collega Pipitone, attento e scrupoloso cronista di politica, e ai colleghi del Giornale di Sicilia, va tutta la solidarietà di Assostampa Sicilia, il sindacato unitario dei giornalisti. Parole pesanti che non fanno altro che esacerbare i toni e gli animi e che puntano a intimidire e minacciare il diritto dei cittadini ad una informazione libera”. Così Assostampa.

In serata Cateno De Luca ha pubblicato un post dove ha annunciato di aver denunciato il Giornale di Sicilia e il collega Pipitone. Un diritto di De Luca. Lo stesso non può dirsi per gli insulti e per aver accostato la Stampa e i giornalisti alle mafie.

LA SOLIDARIETA’:

Molte le attestazioni di stima e solidarietà al collega Giacinto Pipitone, fra le quali anche la nostra.

Ne citiamo due tra tutte:

MARIO BARRESI, La Sicilia

Giapi non si tocca. E non perché è mio fratello, né semplicemente perché è un giornalista (i giornalisti rispondono sempre delle proprie minchiate e, contrariamente a quanto sostiene una senatrice uscente, non godono di alcuna “immunità”: informarsi, statistiche su querele temerarie alla mano, please). Ma perché Giacinto Pipitone è una persona perbene, prima ancora che un professionista corretto. Tutto il resto è rumore. Che può essere assordante. Ma anche ininfluente.

GERI PALAZZOLO, La Repubblica

C’è un video in cui un tale, in evidente stato di alterazione alcolica, rovescia addosso al cronista del Giornale di SiciliaGiacinto Pipitone una serie di oscenità che Sgarbi al confronto è un frate minore conventuale. Questo tale arringa le sue truppe del web contro i poteri forti mafiosi di un giornale che è talmente forte da essere sommerso dalla cassa integrazione, i cui lavoratori per sbarcare il lunario hanno accettato da tempo tagli di ogni genere e si devono sentire addirittura additati dal tale col bicchierino in mano come pericolosi criminali armati di una penna che “si devono ficcare in culo”.

Il tale è candidato alla presidenza della regione e ringhia di essere bersaglio di una campagna di disinformazione da parte del giornale e del cronista in questione. Al centro della questione alcune liste sulle quali effettivamente il tribunale ha chiesto approfondimenti.

Ma il punto non è questo.

Il punto è che migliaia di persone abbaiano appresso al primo abbaiante, ringhiano assieme a lui e addirittura invocano in coro vendetta.

È qualcosa di mai visto prima, in un eterno, atroce, alzare l’asticella della provocazione. Questo tale si chiama Cateno De Luca e la sua chiamata alle armi è degna di attenzione da parte delle forze dell’ordine. Perché le cose vanno dette chiaramente.

Un candidato sbraitante, minaccioso, manifestatamente fuori controllo è davvero quello che volete alla guida della Regione? Il suo buon governo, un misto di politica neo melodica e munnizza verbale, non vi ispira neanche un minimo di diffidenza? E soprattutto uno che parla di mafia e usa minacce in pieno stile mafioso è uno al quale affidereste le chiavi del palazzo del potere?

Non sono certo di voler sentire le risposte, lo confesso. Anche se ho ancora un residuo di fiducia nella buona creanza e, ancor di più in questo caso, nella magistratura.

1 Comment
    Giovanni Bongiovanni

    E’ un personaggio anacronistico! Messina non meritava un sindaco simile. Lo stesso disappunto lo esprimo su Silvio Berlusconi. Nella storia d’Italia non c’è’ mai stato un politico più’ delinquente. Caligola fece senatore il suo cavallo……..!

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