
Le forze progressiste e civiche diano alla città il segnale che si aspetta: si metta in campo l’alternativa Solo con De Luca le dimissioni diventano un gesto da 10 e lode.
Ad oltre un anno dalla fine del mandato, il Sindaco abbandona la funzione a cui lo hanno chiamato i messinesi e vuole spacciare un gesto, evidentemente legato a scelte che attengono al suo personale futuro politico, come un atto di eroismo. Non c’è nulla di eroico in ciò che sta accadendo. Anzi. Le questioni legate al piano di riequilibrio e alla condizione finanziaria complessiva del Comune sono tutt’altro che risolte come invece De Luca ha lasciato intendere riferendo un ricostruzione surreale dell’audizione in Corte dei Conti. Un fatto è certo: senza l’intervento del Governo Nazionale il dissesto del Comune di Messina sarebbe stato inevitabile. Altro che “Salva Messina”! Finiamola con gli imbrogli e le sceneggiate: la corte non ha potuto che prendere atto della richiesta dell’Amministrazione di accedere alla rimodulazione come previsto dall’ultima Legge Finanziaria, senza pronunciarsi. Altro che complimenti! Toccherà ora al Commissario e al Consiglio Comunale approvare, emendare o bocciare il piano proposto dalla Giunta che quindi dopo passerà al vaglio della Corte dei Conti. Valutando la possibilità di accedere alla parte spettante al Comune di Messina del fondo governativo per le città metropolitane a rischio dissesto, non presa in considerazione da De Luca e che, invece, potrebbe risolvere definitivamente il problema. Dire che Messina è “viva” è una mistificazione della realtà. La città non ha un piano di riequilibrio approvato ne’ è completamente fuori dalla procedura di dissesto. Non è un caso che la lettura equilibrata della situazione riportata dalla Gazzetta del Sud, lo scorso 10 Febbraio con un pezzo dal titolo “Il Piano di Riequilibrio come la tela di Penelope”, abbia scatenato le ire e le consuete volgarità da parte di Cateno De Luca contro Sebastiano Caspanello – a cui va la nostra stima e solidarietà – per avere riportato i fatti nella loro chiara e semplice verità. Messina è sospesa. De Luca se ne va (forse) lasciando la città al punto di partenza cioè senza avere risolto una questione spinosa che diventa una zavorra sul futuro. Auspichiamo, nei prossimi mesi, un ritrovato protagonismo del Consiglio Comunale, non solo sul piano di riequilibrio, ma anche dal punto di vista dell’attività ispettiva sulle delibere prodotte dalla Giunta Comunale e sulle determine sindacali, molte negli ultimi giorni. Servono una rilettura critica e una operazione verità a 360 gradi per ricondurre al principio di realtà la fantasmagorica narrazione del Sindaco. De Luca, soprattutto, se ne va senza un progetto per sviluppo della città che individui una visione strategica e le conseguenti azioni da intraprendere. Alle forze progressiste e civiche diciamo: è tempo di rompere gli indugi e di offrire una proposta seria alla città in un confronto aperto, trasparente e senza ambiguità con le destre. Chi in questi anni ha sostenuto l’amministrazione uscente è incompatibile con un raggruppamento di forze che ritiene i risultati e i metodi di De Luca inconciliabili con ciò che serve alla città. A Messina non serve un padrone – come è accaduto in questi anni – ma una guida collettiva, un’alternativa di governo che metta al centro lo sviluppo e l’occupazione per fermare l’esodo di migliaia di giovani. Si porti a compimento un lavoro di approfondimento sui contenuti condivisi già avviato in “Spazi di Confronto”, si trovino forme e modalità per l’individuazione della squadra e di chi dovrà guidarla, valutando anche il ricorso alle primarie che potrebbero essere lo strumento per portare a fare sintesi un quadro di forze articolato. Ma si faccia in fretta. Siamo convinti che una parte significativa delle cittadine e dei cittadini messinesi attende un segnale, non possiamo non darlo.