Cosa sono le “mascherina mutanda”? Strani dispositivi che dovrebbero proteggere dall’inalazione di drops che contengono il covid, ma che protezione non forniscono quasi per nulla. Sono apparse ad aprile del 2020 e nonostante le critiche non sono mai più sparite. Difficili da tenere per una giornata intera e spesso maleodoranti. Eppure continuano ad essere gli unici dispositivi, con quelli chirurgici ad essere in uso nelle scuole, anche perché il Governo invia sempre e solo quelle.
Eppure Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova lo ha ribadito più volte, “Le Ffp2 sono l’unica cosa utile, proteggono più del vaccino. È assurdo che non siano state consegnate alle scuole consentendo, invece, l’uso persino di quelle di stoffa. Lo dico da oltre un anno: le chirurgiche non proteggono da Delta e nemmeno da Omicron. Stiamo assistendo a dei provvedimenti del Governo ispirati dall’improvvisazione”.
Esortazione ascoltata? Per nulla. Intanto le “mascherine mutanda” continuano a finire nell’immondizia ed i genitori, ma anche i docenti, sono costretti a sopperire alla miopia del Governo ed a comprare le mascherine adeguate a spese proprie. La promessa del ministro Patrizio Bianchi, all’inizio del suo mandato, era che se ne sarebbe occupato. Promessa che però non è stata mantenuta.
Ma la questione torna d’attualità, visto che il Governo ha deciso, in vista della ripresa della scuola, che nelle scuole secondarie, in presenza di due positivi in classe “si applica l’auto-sorveglianza con l’utilizzo di mascherine Ffp2 e con didattica in presenza”. Ma ad oggi gli istituti non hanno questi dispositivi o ne hanno pochissimi acquistati con i propri fondi. Draghi le ha imposte ma non saranno fornite dallo Stato, così dovranno arrangiarsi le famiglie o i presidi.
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