
Tra foto fake ( guarda in basso) con lunghe code di tir, ma si riferiscono ad altri contesti (ad una petizione inglese del 2015), ed inviti alla protesta, con dichiarazioni, forse mai rilasciate, di autotrasportatori che oggi dovevano “bloccare l’Italia”, in mezzo sta la verità di un flop clamoroso. Pochissime adesioni tra le critiche anche aspre dei colleghi. Sono stati così davvero pochi gli autotrasportatori che hanno proceduto in autostrada con le quattro frecce accese e ad un’andatura di massimo 30 chilometri orari. Ma la campagna di “terrore” e di fake purtroppo continua con blog fantomatici e non quotati che pubblicano foto di scaffali vuoti di supermercati annunciando che “l’Italia si ferma”. Ma niente di tutto questo è vero. A smentire tutto le Autostrade per l’Italia che segnala rallentamenti solo “per lavori e per incidenti”.
Tant’è che neanche i sindacati ne sanno alcunché. Nei giorni scorsi, tra l’altro, avevano fatto sapere che non avrebbero aderito. «Non c’è alcuna rivendicazione sociale, nessun manifesto, non un documento per trattare ai tavoli. C’è solo un tam tam mediatico – ha detto invece Michele Santoni, presidente toscano di Cna Fita – che non si sa da chi sia partito. Non c’è nulla di organizzato, nessun coordinamento». «Probabilmente qualche camionista aderirà, ma dove? Non c’è un punto di partenza, nessun organizzatore al quale rivolgersi. E questo devo dire mi preoccupa. Perché quando non c’è controllo, basta una scintilla per scatenare disordini e tensioni», ha aggiunto.
Al momento, insomma, di questo “blocco dell’Italia” nessuno ne sa nulla, meno coloro che continuano a postare clamorosi fake.