
Mesisna, 21 febbraio 2020 – Articolo a firma di Emilio Fragale
Non conosco la signora Teresa Impollonia. Almeno, a me pare, di non conoscerla.
Non conosco la compagna dell’assessore comunale con deleghe allo sport, spettacolo, antichi mestieri e tradizioni popolari. Almeno, a me pare, di non conoscerla.
Conosco, invece, da quaranta anni, Pippo Scattareggia. Lo conosco come figlio di famiglia di persone nel lavoro instancabili, dignitose, positive. Una conoscenza, anzi una amicizia, senza frequentazione nel tempo; imperitura perche’ costruita da adolescenti, in estate, su “muretti”, in sella a ciclomotori, tra giornate in spiaggia e serate danzanti.
Circa venticinque anni fa, non senza sorpresa, lo ritrovai accanto ad un noto legale, outsider in politica, che si proponeva a primo cittadino. Da allora, credo, abbia sposato – con impegno diretto e indefesso – di elezione in elezione, di tornata in tornata, di campagna e in campagna, le cause più improbabili se non “sballate” perché … inguaribile fautore di cambiamento. Perché no – se si vuole – alla ricerca di cuneo, spazio e valorizzazione nel cambiamento. Se fosse dipeso da me, non lo avrei indicato o proposto o suggerito come assessore. A me, tuttavia, la sua nomina ha fatto personale enorme piacere … nonostante il dispiacere per la vittoria di De Luca. Ora che si trova isolato, raramente (diciamo quantomeno … di rado pubblicamente) sostenuto dai colleghi e fors’anche dal Sindaco, peraltro schiacciato dalla esigenza avvertita da 81 cittadini su 100 di un “cambio di passo” anche in giunta, io non mi schiero tra coloro che ne invocano dimissione o defenestrazione. Non mi va di cavalcare l’onda mediatica ne’ dello scontro tra le società di calcio per la gestione e utilizzazione del “Franco Scoglio” ne’ delle bibite al palacultura in concerto di neomelodico ne’ delle carnevalate su e a Piazza Cairoli.
A volere essere oggettivi, sull’operato dell’Assessore Scattareggia occorrerebbe sapere – nei capitoli di bilancio dedicati alle sue deleghe – a quanto ammontano le risorse. Infatti, anzitutto, occorre evidenziare – al netto delle croniche difficoltà di cassa – quale peso specifico assume il ruolo in rapporto ad altri orizzonti dell’agire amministrativo. Quando la lettura degli strumenti contabili è ragionieristica, sfugge la capacità di discernere tra i veri obiettivi che – nell’annuale e nel pluriennale – si ripromette una amministrazione.
Non conosco la Blue Sea Sicily associazione e/o agenzia di eventi. Non la conoscevo prima di questa polemica. Non la conoscevo prima della venuta di De Luca. Chissà quanto altro non conosco tra cose, enti e tecnici del prima e del domani.
La verità è che quando si vince prevale il “sotto a chi tocca”. Quando si perde si registra il “tocca a me”. A ragione o a torto con l’acqua da cambiare scorre anche quel che andrebbe preservato. È corretta la critica delle opposizioni. Per carità … ma esentateci dal puritanesimo di risulta. L’unico modo di giocare, quando si giocava nei cortili o in strada e … al tocco non venivi prescelto dai capitani … era fare l’arbitro o portare la palla. In questo, il mondo non è cambiato. De Luca ha vinto, ha vinto per caso, con questi giocatori. Chi ha perso … ha perso, a destra e a si sinistra, con i fuoriclasse di una borghesia accademica o professionale o imprenditoriale in buona parte alla finestra … se non capricciosa, sonnolenta e rimminchionita. Nella specifica materia oggetto delle deleghe di Scattareggia l’unico protagonista del cartellone (musica, poesia, teatro, commedia, liscio, folclore, tragedia e cabaret) che può permettersi Messina è … così è se vi pare … De Luca, quello virale social e quello virulento sul palco. Scattareggia lo sa. Se vuoi riempire piazze e spalti … “abbasta” De Luca. A costo zero.
La verità è che non esiste cambiamento senza merito e non esiste merito senza cambiamento.