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Spadafora: la Sindachessa “lava i panni sporchi” in piazza e ammette la sua “continuità” con l’amministrazione uscente

- 26/05/2019

Spadafora (Me), 26 maggio 2019

Tania Venuto, sindaca di Spadafora, non resiste e “lava i panni sporchi” in piazza. Non ha proprio digerito, e si vede, anzi si legge, il passo indietro di ben due dei suoi esperti e la “defezione” dell’assessore Cannuli.

La sindachessa Tania mette tutto nero su bianco quello che avrebbe dovuto essere, invece, secondo i consiglieri di minoranza, riportato e chiarito in una seduta di Consiglio straordinaria. Ed invece, contrariamente a quanto la diplomazia politica richiederebbe, Venuto risponde pubblicamente e non facendosi certo degli amici. Insomma non smorza con il silenzio e con l’applomb ed il fair play che il dialogo e la strategia politica imporrebbe.

Così la sindaca scrive una lettera aperta agli spadaforesi nella quale di fatto si sfoga mostrando che davvero qualcosa politicamente nella sua squadra di governo non va. Accusa così Cannuli, l’ex assessore, di aver basato “le sue dimissioni nella sua mancata nomina a Vice Sindaco, ambita più che da lui stesso, dal suo consigliere di ‘riferimento’ (virgolettato SIC), signor Giuseppe Di Mento, detto Pippo, il quale caldeggiava la nomina di Cannuli a vice sindaco per poi subentrare lui stesso facendo dimettere il Cannuli”. Insomma trame che se vere e dimostrabili getterebbero una luce ancora più sinistra sulle ombre che già hanno oscurato l’amministrazione Venuto.

Pertanto ciò che emerge dalla lettera agli spadaforesi della nell’amor proprio colpita sindaca Venuto è che l’ostentata compattezza e concreta unità del gruppo che l’ha sostenuta alle elezioni non è proprio solida realtà.

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Tania Venuto in campagna elettorale

Minimizza apparentemente, poi, la Venuto, sulla presa di posizione del consigliere Pippo Di Mento: “il suo contributo non è stato assolutamente determinante per la mia elezione a sindaco” . Una frase dettata probabilmente più dalla mal celata rabbia che dalla concretezza politica. Tant’è che Di Mento è stato di fatto il candidato più votato nella lista della Sindaca Venuto ed il secondo degli eletti, dopo Andrea Giacobbo di “Rinasce Spadafora”. Un fatto che non può essere trascurato visto che la Venuto ha vinto sul candidato Pistone per soli 37 voti e che Di Mento ne ha portati al mulino della prima sindaco donna di Spadafora ben 261. Dunque logica, ma soprattutto matematica, vuole che senza il consigliere Di Mento, oggi il sindaco di Spadafora sarebbe stato Lillo Pistone. Altro che “contributo poco determinante“!

Ma il passaggio della lettera che più di tutto il resto non fa ben sperare per Spadafora è il seguente: “Vorrei sottolineare che avere fatto parte dell’Amministrazione Pappalardo mi onora in quanto la detta Amministrazione (di nuovo ndr.) molto ha fatto per Spadafora: governare nel segno della continuità vuol dire proseguire il lavoro per la crescita culturale, economica e sociale della comunità”. Una candida ammissione di quanto più volte contestato alla allora candidata Tania Venuto, ovvero di essere espressione della vecchia amministrazione. Così ci permetta Tania Venuto, sindaco di Spadafora da soli 28 giorni, di ricordarle che ben due terzi del paese tirrenico hanno votato proprio per non avere tale continuità. E che contestare l’operato del sindaco NON ha bisogno di leggi di supporto, come invece la sindaca sostiene. Si tratta bensì dell’esercizio democratico della politica.

Come interpretare, dunque, questa ultima affermazione della lettera della sindachessa riguardo la continuità? Qualcuno direbbe che “sotto attacco l’unico rifugio certo è la solida esperienza politica di chi il sindaco l’ha già fatto per ben tre volte“, ci riferiamo a Pippo Pappalardo. Proprio un fatto, questo, che Spadafora non voleva.

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