SALT LAKE CITY, 15 SET – Dopo lo scandalo esploso in Pennsylvania, il vescovo di Salt Lake City, capitale dello Utah, ha rivelato pubblicamente una serie di “credibili accuse” di pedofilia nei confronti di 16 preti della diocesi per fatti accaduti a partire dal 1990. La stessa cosa è accaduta a San Diego, in California, dove a una lista già stilata sono stati aggiunti otto nuovi nomi.
La diocesi di Salt Lake City ha ricevuto denunce da circa 34 vittime, ha scritto il vescovo Oscar Solis in una lettera uscita giovedì scorso sul settimanale della curia. I fatti contestati coinvolgono 16 preti e due religiosi che avrebbero abusato di minori. Intanto il San Diego Union-Tribune riferisce che il vescovo Robert McElroy ha aggiunto altri otto nomi ad una lista di preti accusati dopo lo scandalo in Pennsylvanya. I nomi sono stati però comunicati in modo frammentario e senza dettagli. Nel 2007, la diocesi ha ricevuto 144 denunce per abusi sessuali nei confronti di 48 preti e un impiegato della curia.
“Tutte le accuse sono state segnalate alla Divisione per il Bambino e la Famiglia e a tutte le vittime è stata offerta assistenza pastorale e terapia psicologica”, ha detto il vescovo Solis, aggiungendo che tutti i preti accusati hanno ormai lasciato l’incarico, sono andati in pensione o sono morti. Il caso più recente coinvolge il parroco della chiesa di St. Peter ad American Fork, David R. Gaeta,
messo in aspettativa il mese scorso dopo essere stato accusato di comportamenti inappropriati con almeno due minorenni. Il sacerdote aveva negato ogni addebito. Un altro prete a Orem era
stato poco prima coinvolto in un episodio insieme ad un altro uomo. Il fatto risale a dicembre 2016 ma è stato denunciato a luglio, e il sacerdote è stato subito allontanato.
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