
FP CGIL, CISL FP, CSA e UILPA contestano i nuovi turni imposti da martedì a domenica senza il consenso dei lavoratori: “Violate le norme contrattuali, revoca immediata o sarà stato di agitazione”
Si alza il livello dello scontro a Palazzo dei Leoni. Le sigle sindacali FP CGIL, CISL FP, CSA e UILPA hanno notificato una dura diffida ai vertici della Città Metropolitana di Messina, contestando le modalità di gestione del personale ex ASU e le modifiche unilaterali ai contratti di lavoro.
La nota, indirizzata al Sindaco Metropolitano, al Direttore Generale e ai dirigenti competenti, porta la firma dei Segretari Generali Francesco Fucile, Giovanna Bicchieri, Pietro Fotia e Livio Andronico.
Il Casus Belli: orari stravolti e mancato confronto
Al centro della vertenza c’è la determinazione n.3574 del 24 ottobre 2025, con la quale il personale ex ASU è stato assegnato alla VII Direzione con un nuovo schema orario che prevede l’impiego dal martedì alla domenica, nella fascia oraria 9:00 – 18:00.
Secondo quanto riportato dalle organizzazioni sindacali, la situazione è precipitata con la nota protocollo del 23 dicembre 2025, con cui l’Ente ha convocato i lavoratori per la modifica del contratto individuale a tempo parziale. I sindacati denunciano che tale modifica regolamentare dell’orario di lavoro è avvenuta senza alcuna comunicazione successiva al confronto.
Le ragioni del diritto: “Nessuna imposizione senza consenso”
La posizione delle parti sociali è netta e si fonda su precisi riferimenti normativi. Le sigle evidenziano che la modifica unilaterale, o indotta con giustificazioni definite “artificiose”, non può essere imposta ai lavoratori, ma deve essere necessariamente concordata.
A supporto della loro tesi, i sindacati richiamano:
- L’art. 62 del CCNL Funzioni Locali, che prevede che la modifica dell’orario di lavoro possa avvenire solo con il consenso del lavoratore.
- Il D.Lgs 81/2015, che stabilisce tutele precise per il lavoro supplementare e le clausole elastiche, chiarendo che il rifiuto del lavoratore di concordare variazioni dell’orario “non costituisce giustificato motivo di licenziamento”.
Proposte ignorate e stato di agitazione
Nel documento si sottolinea come le proposte avanzate dalle Organizzazioni Sindacali per risolvere la criticità – tra cui l’istituzione di turnazioni con ricontrattualizzazione e l’applicazione di istituti specifici per compensare il disagio – non siano state accolte dall’Amministrazione.
Di fronte a quello che viene percepito come un muro di gomma, FP CGIL, CISL FP, CSA e UILPA diffidano l’amministrazione attiva a revocare la disposizione e a convocare immediatamente un tavolo di confronto. L’avvertimento finale è chiaro: in mancanza di risposte, i sindacati procederanno alla proclamazione dello stato di agitazione, garantendo assistenza legale ai lavoratori in ogni sede a tutela dei loro diritti.











