
Dopo le accuse sui titoli dei docenti per gli alunni disabili, la nota tecnica di Zingales smentisce le irregolarità: «Esauriti gli specializzati, l’algoritmo non lascia margini di discrezionalità».

MESSINA – Nessun dossier in Procura. Si sgonfia il caso, montato nei giorni scorsi a Palazzo Zanca, sulle presunte irregolarità nelle nomine dei docenti di sostegno. La IV Commissione consiliare Servizi Sociali del Comune di Messina non trasmetterà gli atti alla magistratura: le ombre gettate sulla selezione del personale destinato agli alunni con disabilità, inclusi i bambini autistici, sono state dissipate da una ferma e dettagliata nota tecnica firmata dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Leon Zingales.
Il documento, inviato in risposta ai dubbi sollevati durante la seduta del 9 dicembre, smonta punto per punto l’ipotesi di una gestione discrezionale o “allegra” delle cattedre. La tesi del Provveditore è netta: l’Ufficio non ha alcun potere di scelta sui nomi. Tutto è in mano a un algoritmo ministeriale blindato.
Nella sua relazione, Zingales chiarisce che il conferimento delle supplenze è un processo «estremamente stringente», regolato interamente dal sistema informativo ministeriale SIDI. Non esiste, scrive il Dirigente, «alcun margine di discrezionalità rispetto alle scelte di individuazione dei supplenti». Le procedure sono vincolate dalle graduatorie provinciali (GPS) e, da quest’anno, dalla nuova normativa sulla continuità didattica.
Il cuore della polemica riguardava l’utilizzo di personale privo di titolo di specializzazione. La spiegazione fornita dall’Ufficio Scolastico è aritmetica e normativa insieme. Il sistema informatico ha esaurito integralmente le graduatorie di prima fascia (docenti specializzati) e di seconda fascia (docenti con almeno tre anni di servizio su sostegno) già al primo turno di nomina. Di fronte a tale “incapienza”, la legge impone di attingere dalle graduatorie incrociate, individuando docenti non specializzati. «L’Ufficio non ha alcun potere di valutazione o di scelta rispetto all’idoneità degli aspiranti individuati dal sistema, dovendo obbligatoriamente procedere alla relativa nomina», si legge nella nota. Perché, si sono chiesti in molti, alcuni docenti specializzati sono rimasti a casa mentre lavorano i non specializzati? La risposta risiede nelle rigide regole dell’algoritmo sulle preferenze. I docenti dovevano indicare fino a 150 sedi tra il 17 e il 30 luglio. Se un aspirante non ha espresso preferenza per una determinata sede o tipologia di posto, e l’algoritmo arriva al suo turno trovando solo posti che lui non ha richiesto, il sistema lo considera “rinunciatario”. Questa rinuncia vale per l’intero anno scolastico per quella specifica graduatoria. Di conseguenza, l’algoritmo scorre oltre, andando ad assegnare la cattedra al primo candidato disponibile successivo, anche se privo di titolo, senza poter tornare indietro a “ripescare” chi si è autoescluso non indicando la sede.
La continuità didattica
Un altro passaggio fondamentale della memoria riguarda la novità della conferma dei supplenti dell’anno precedente, introdotta per tutelare l’interesse dell’alunno disabile. Tali conferme sono avvenute prima delle nomine ordinarie, su richiesta delle famiglie e valutazione della scuola, e gestite manualmente solo dopo una verifica di “nominabilità” fatta dal sistema. Anche in questo caso, nessuna discrezionalità: se l’aspirante aveva i requisiti e rientrava nel contingente, la conferma era un atto dovuto.
La procedura, dunque, è stata «correttamente programmata» e le nomine sono regolari. Di fronte a tali evidenze tecniche, cadono le premesse per un esposto. Zingales, dal canto suo, chiude la partita con risolutezza.










