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Autismo: atti della commissione in Procura. “Dichiarazioni gravissime” e Garante ASSENTE

- 09/12/2025
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Dalle “presunte irregolari designazioni” del Provveditorato all’assenza della Garante: la Commissione approva la mozione di Gioveni. Famiglie sul piede di guerra: “Operatori non qualificati e numeri ignoti, siamo soli”

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MESSINA – Quella che doveva essere una seduta di routine della Commissione Servizi Sociali, magari utile per “mettere in vetrina” le attività dell’assessorato, si è trasformata in un atto d’accusa durissimo contro il sistema di gestione della disabilità a Messina. A Palazzo Zanca, il dibattito convocato per far luce sul caso del bambino autistico “punito” alla scuola Manzoni ha finito per scoperchiare un vaso di Pandora fatto di assenze istituzionali, dati inesistenti e, soprattutto, presunte irregolarità nelle nomine scolastiche.

L’affondo di Bonanno e la mozione di Gioveni: “Ombre sulle designazioni del Provveditorato?”

Il colpo di scena arriva quando il capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, prende la parola per cristallizzare quanto emerso durante il confronto con le dichiarazioni rese da Marco Bonanno. In aula risuonano “gravi dichiarazioni” da parte degli ospiti presenti, che puntano il dito contro “presunte irregolari designazioni dell’ex Provveditorato agli Studi di alcune insegnanti di sostegno”. Seppur con la cautela dovuta a fatti “naturalmente tutti da verificare”, Gioveni non ha dubbi sulla necessità, a questo punto, di un intervento superiore su quanto ascoltato in aula . La Commissione, approvando a maggioranza la sua mozione urgente, ha deciso di non lasciare cadere nel vuoto le accuse ascoltate: il verbale dell’intera seduta sarà trasmesso alla Procura della Repubblica. L’obiettivo è “accertare eventuali responsabilità o irregolarità nelle procedure amministrative”, facendo chiarezza su meccanismi che incidono direttamente sulla pelle degli studenti più fragili.

L’assenza che fa rumore: dov’è la Garante?

Ma le nomine sono solo la punta dell’iceberg. Un altro dato, visibile ed innegabile è stata una sedia vuota. Nonostante l’invito ufficiale, la Garante per le disabilità era assente. Un fatto definito “gravissimo” dai presenti, che ha scatenato l’ira di Marco Bonanno, presidente dell’associazione “Bambini Speciali”. Il suo intervento è stato un fiume in piena: “In due anni non si è mai vista”, ha tuonato Bonanno, sottolineando come la Garante disponga di una sede e di strumentazione fornita dal Comune (presso il Satellite), ma che risulterebbe di fatto non operativa. “Se non c’è, si dimetta. Noi abbiamo bambini autistici e non abbiamo tempo da perdere”, ha chiosato il genitore, ricordando come siano spesso le associazioni a doversi sostituire alle istituzioni.

Il mistero dei numeri e la programmazione impossibile

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Il dibattito ha portato a galla un’altra verità sconcertante, sollevata dal Dott. Salvatore Potenzone: a Messina non c’è contezza del numero reale dei disabili. “Non siamo riusciti ad ottenere i numeri, né dall’INPS né dalla Regione”, ha dichiarato Potenzone. Un’ammissione che apre una voragine logica e amministrativa: come può la Messina Social City programmare i servizi, dimensionare l’assistenza e gestire le risorse se non si conosce nemmeno la platea dei destinatari? Si naviga a vista, mentre le famiglie restano in balia delle onde.

Terapie a pagamento e personale “da internet”

Le testimonianze si sono fatte via via più drammatiche. Claudio Cardile (Associazione “Il Volo”) ha puntato il dito contro il “business dell’autismo”. Mentre l’ASP garantisce solo servizi base, le terapie essenziali restano a totale carico delle famiglie, con costi proibitivi. Ma è sulla qualità dell’assistenza scolastica che le accuse si saldano con i sospetti sulle nomine. È stato denunciato come, in alcuni casi, gli insegnanti di sostegno o gli operatori ASACOM manchino delle competenze specifiche, arrivando addirittura a confessare ai genitori di “non avere i titoli” o di essersi dovuti informare “su internet” per capire come gestire un bambino autistico.

Le relazioni fantasma dei Garanti

Sul fronte politico, la consigliera del PD Antonella Russo ha messo il dito nella piaga, chiedendo conto delle relazioni di fine anno che i Garanti (sia per l’infanzia che per la disabilità) sarebbero tenuti a presentare per legge. Documenti che non risulterebbero depositati, confermando la sensazione di una scollatura totale tra l’amministrazione e gli organi di garanzia.

Tra piscine inaccessibili, trasporti inadeguati e un sistema scolastico sotto accusa, la seduta si è chiusa con un atto formale pesantissimo. Il verbale di oggi non finirà in un cassetto, ma sulla scrivania di un magistrato. Perché se la politica non riesce a contare i suoi disabili, forse sarà la Giustizia a dover contare le responsabilità di chi li ha abbandonati.

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