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TSO FINITO IN TRAGEDIA. UN VIAGGIO DI 3 ORE E UNA MORTE DA CHIARIRE

- 01/11/2025
papardo notte

L’Inchiesta sul Decesso di Giuseppe Augliera: Sette Indagati tra Messina e Corleone. Il PM Nomina 5 Periti per Capire se il 36enne Poteva Affrontare il Trasferimento.

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Un uomo di 36 anni, con una patologia psichiatrica definita “sotto controllo”, può morire durante un Trattamento Sanitario Obbligatorio? Poteva, soprattutto, affrontare un viaggio in ambulanza di quasi 200 chilometri, da Messina a Corleone? E in quella ambulanza, era obbligatoria la presenza di uno psichiatra di scorta?

Sono queste le domande, pesanti come macigni, che assillano la Procura di Termini Imerese e che danno la misura di un’inchiesta che va avanti a tappe spedite. Il sostituto procuratore Umberto Puiatti vuole capire cosa sia successo a Giuseppe Augliera, messinese, morto in condizioni tutte da chiarire dopo un Tso disposto dall’ospedale Papardo.

LA MACCHINA DELL’INDAGINE

Il magistrato ha iscritto, come atto dovuto, sette persone nel registro degli indagati. Si tratta di medici e personale sanitario che, a vario titolo, si sono occupati del caso tra l’ospedale di Messina, il servizio 118 e la struttura di destinazione a Corleone. Le ipotesi di reato, allo stato, sono l’omicidio colposo e la responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Gli indagati sono assistiti dai legali Arianna Santangelo, Francesco Saccone, Giovanni Caroè e Toni Cappadona.

La famiglia Augliera, assistita dall’avvocato Tancredi Traclò, vuole solo la verità. Giuseppe, raccontano, soffriva di schizofrenia da quindici anni, ma la patologia era gestita. Una terapia farmacologica periodica, ogni tre mesi, bastava a tenere la situazione sotto controllo.

Poi, il recente ricovero al Papardo. La decisione del Tso. E, infine, la scelta che oggi è al centro dell’indagine: il trasferimento. Non in una struttura vicina, ma a Corleone. Un viaggio lungo, attraverso la Sicilia.

IL DRAMMA E I DUBBI DEL PM

L’epilogo è di sabato. Il padre del 36enne chiama l’ospedale di Corleone alle 14 per avere notizie del figlio. Non sanno dire nulla. Richiama un’ora dopo, alle 15. La risposta è una mazzata: Giuseppe è deceduto. Causa: arresto cardiaco.

Un arresto cardiaco. Ma causato da cosa? Dalla patologia? Dai farmaci? O dallo stress di un trasporto forse insostenibile?

Per rispondere, il pm Puiatti non lascia nulla al caso. Martedì, alle 10:30, presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, conferirà l’incarico per l’autopsia. Ma non a un solo consulente. Ha nominato un pool di cinque specialisti del “Giaccone”: la medico legale Ginevra Malta, il chimico-tossicologico Vincenzo Nicolì (per analizzare farmaci e sostanze nel corpo?), la medico legale Vania Latino, l’anatomo-patologo Antonino Giulio Giannone (per l’analisi dei tessuti) e, figura forse chiave, il professore Maurizio Santi Raineri, cattedratico di Anestesia e Rianimazione.

Sarà compito loro stabilire se le scelte diagnostiche siano state corrette, se lo stato del paziente fosse compatibile con quel lungo trasporto. E se, infine, questa tragedia si poteva evitare. Le operazioni peritali inizieranno subito dopo il conferimento dell’incarico.

Giuseppe Augliera