
La sicurezza sulla linea extraurbana n° 39, che collega Santa Margherita al polo Papardo, finisce al centro di un esposto. Le organizzazioni sindacali segnalano l’impiego di mezzi senza cinture e il trasporto di passeggeri in piedi sul tratto autostradale, chiedendo un intervento risolutivo per porre fine a un “pericolo ampiamente preannunciato”.

Un potenziale e quotidiano pericolo per la sicurezza di centinaia di passeggeri, in gran parte studenti, e per gli stessi autisti. È quanto denunciano con forza le organizzazioni sindacali in una lettera inviata alla Prefettura e al Comando della Polizia Stradale di Messina, accendendo i riflettori sulla linea extraurbana n° 39 di ATM S.p.A., che collega Santa Margherita al polo universitario e ospedaliero del Papardo. Il cuore del problema è l’utilizzo, lungo un esteso tratto di tangenziale, di autobus di tipo urbano, sprovvisti delle necessarie cinture di sicurezza, una condizione aggravata dalla costante presenza di passeggeri che viaggiano in piedi, aggrappati ai sostegni, per mancanza di posti a sedere.
La denuncia e il silenzio dell’azienda
Nella nota, i sindacati evidenziano come questa “anomalia” sia stata segnalata da tempo ad ATM S.p.A., senza mai ricevere alcuna risposta. L’azienda, secondo quanto riportato, continua a eludere il problema, demandando ogni responsabilità alla “discrezione” dei conducenti.
Questi ultimi si trovano così stretti in una morsa insostenibile: da un lato, come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale, sono pienamente responsabili del veicolo e del rispetto delle norme del Codice della Strada; dall’altro, si vedono costretti a scegliere tra l’interruzione di un servizio pubblico essenziale – con le immaginabili conseguenze disciplinari – e la prosecuzione della corsa in condizioni di palese insicurezza, sperando di non rimanere coinvolti in “malaugurati sinistri che, alla luce dei fatti, sembrano ampiamente preannunciati”.
Il precedente di Milano e il contrasto con l’Assessore
La questione è diventata ancora più spinosa dopo un recente intervento pubblico dell’Assessore alla Viabilità del Comune di Messina, il quale, sollecitato dalla stampa locale, ha asserito la piena legittimità dell’impiego di bus urbani sulla tangenziale.
Una posizione che, secondo i sindacati, è in netto contrasto con importanti precedenti legali. A sostegno della loro tesi, allegano le sentenze del Tribunale del Lavoro e della Corte d’Appello di Milano relative a un caso analogo del 2019. All’epoca, due autisti dell’azienda Movibus si rifiutarono di effettuare una corsa extraurbana con passeggeri in piedi. Benché inizialmente sanzionati dall’azienda, i due lavoratori intrapresero una battaglia legale che li vide vincitori in entrambi i gradi di giudizio, con la condanna del datore di lavoro.
L’appello alle Istituzioni: “Serve una parola definitiva”
Stanchi dei continui “rimbalzi di responsabilità” e delle interpretazioni normative piegate a singole esigenze, i sindacati hanno deciso di rivolgersi direttamente ai massimi garanti della sicurezza e dell’ordine pubblico.
“Una questione così delicata non può ulteriormente restare impantanata”, scrivono. Per questo motivo, nell’interesse prioritario della sicurezza dei lavoratori e dell’utenza, chiedono un pronunciamento definitivo al Comando della Polizia Stradale, in qualità di garante del Codice della Strada, e alla Prefettura di Messina, come responsabile dell’Ordine Pubblico. L’obiettivo è ottenere una parola chiara e inequivocabile che metta fine a una prassi rischiosa e stabilisca regole certe per il trasporto pubblico locale sulle tratte extraurbane.


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