
L’ultimo posto del sindaco di Messina nella classifica di gradimento di Affari Italiani non è solo un dato statistico, ma il sintomo di un malessere profondo. Tra maggioranza polverizzata e promesse mancate, la città si chiede se l’amministrazione sia ancora in grado di governare.

Il recente sondaggio di Affari Italiani, che colloca il sindaco di Messina Federico Basile all’ultimo posto nella classifica di gradimento dei sindaci metropolitani, non è solo una statistica: è il segnale di un allarme rosso che squilla in una città che si narrava di essere risanata e pronta al decollo. Il 43,7% di consenso è una cifra impietosa (peraltro in calo), che svela, per chi ne avesse ancora bisogno, un malumore profondo e generalizzato, unito alla disillusione di una comunità che aveva riposto fiducia in una continuità amministrativa che, a conti fatti, non sembra aver mantenuto le promesse. L’erosione del consenso non colpisce solo quello di Federico Basile ma intacca pesantemente anche quello di Cateno De Luca, che risulta essere il vero sconfitto. La sua scelta di affidare la sua eredità politica a Basile se ha convinto alle amministrative, nei fatti ha deluso ogni aspettativa, con sistematica cadenza. Messina baluardo politico perduto? Per De Luca sarebbe il peggiore dei problemi e la certificazione di questo crollo di consenso è, oggi, la conferma del suo peggior incubo. Senza Messina De Luca non avrebbe sponda politica, dimostrando di aver perso appetibilità per qualsiasi tavolo di accordo per le prossime elezioni a qualsiasi livello.

La Maggioranza Evaporata
Il primo, evidente, sintomo di un’amministrazione in difficoltà è la sua maggioranza polverizzata. Partita con 23 consiglieri, un numero che prometteva stabilità e agilità, l’attuale squadra di Basile conta su appena 13 fedelissimi. Una perdita di quasi la metà del sostegno politico in aula non è un semplice “assestamento”, ma il sintomo di una frattura profonda, di un’insoddisfazione che parte dall’interno e si riflette all’esterno. Se persino la base politica si sfalda, come può l’amministrazione pretendere di avere la fiducia della cittadinanza? La città da un lato si trova in una situazione di stallo politico, con un’amministrazione che spesso fatica a far passare le proprie delibere e che, di fatto, naviga in un mare di incertezza. Dall’altro lato c’è, anzi non c’è traccia di una vera opposizione costruttiva che si ponga con atteggiamento critico e con coerenza e fermezza alle proposte dell’amministrazione Basile.
La Città che non Decolla
Le promesse di continuità con l’era precedente avrebbero dovuto tradursi in un’accelerazione dei processi e in una maggiore efficacia amministrativa. Ma la percezione comune è ben diversa. Le problematiche quotidiane, dal degrado urbano alla gestione dei rifiuti, non solo non sembrano risolte, ma in alcuni casi appaiono persino aggravate. La città dei “cantieri” e del “cambiamento”, tanto sbandierata, sembra essere rimasta ferma al palo. I progetti infrastrutturali procedono a rilento, i servizi essenziali zoppicano e l’impressione è che, al di là degli slogan, manchi una visione chiara e incisiva per il futuro.
Un’Amministrazione Assente?
Il calo di gradimento certificato da Affari Italiani non è casuale, ma è il risultato di un’amministrazione che, agli occhi dei messinesi, sembra più impegnata a gestire le proprie lotte interne e le dinamiche di potere che a risolvere i problemi reali della gente. La politica delle “dimissioni in bianco” agli assessori, più che un atto di rigore, è stata percepita come un gesto di debolezza e di un’ingerenza politica che ha destabilizzato l’intera giunta. Ha confermato che il “bastone del comando” non è e non lo è mai stato davvero in mano a Federico Basile, ma che continua ad essere una emanazione, una concessione pronta ad essere revocata da chi ha pressocché trasformato Messina in una “provincia dell’impero di Taormina”. Questo “teatrino” della politica, lontano dai bisogni della città, non può che produrre distanza e scetticismo da parte dei cittadini. Il messaggio è chiaro: la gente vuole risposte concrete, non giochi di potere. E finché l’amministrazione non cambierà rotta, il consenso continuerà a erodersi, lasciando Messina in un limbo di incertezze e delusioni.

