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Emergenza droga a Messina, la Lega Antidroga sopravvive, nonostante il silenzio del Comune, della sua Amministrazione e della Regione

- 04/11/2023
lega

Abbiamo una emergenza che ha assunto dimensioni considerevoli, ed è quella della droga. Sia nel territorio cittadino che nei comuni della provincia la criminalità organizzata è tornata ad investire massicciamente nella droga”. Questa è la dichiarazione portante dell’intervento che nel 2020 l’allora procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia, che incrementava e ribadiva ancora il concetto, “La droga continua ad essere il business principale delle organizzazioni criminali sia della città che della provincia, è attraverso questo canale che la mafia sovvenziona gli altri affari, è attraverso la droga che le organizzazioni mafiose si ricostituiscono”.

Cosa è cambiato dal 2020? Poco o nulla, se non peggiorato. La droga continua ad essere un’emergenza cui in pochi prestano attenzione che colpisce e sta ammalorando la migliore delle nostre speranze: i nostri giovani. Anche e soprattutto quelli più giovani.

E se ogni emergenza deve essere trattata con strumenti adeguati come strutture in grado di intervenire, non sembra che Messina ne disponga a sufficienza. E’ come un suono incessante di una sirena che non viene ascoltata se non da chi ha l’allarme in casa. E’ l’egoismo dell’indifferenza del “male degli altri” che rischia di scoppiare, invece, proprio a causa di questa indifferenza, in ogni casa in modo silente per poi deflagrare senza appello. Ed allora la solitudine e la disperazione sono l’unica sensazione possibile.

A meno che non vi siano centri di ascolto, di sostegno e soprattutto di orientamento.

IACP Vs LEGA ANTIDROGA MESSINA

Così mentre oggi lo IACP, l’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, decide di mettere in vendita, tra le altre, anche la storica bottega che ospita da decenni la Lega Antidroga Messinese, per un prezzo inaccessibile (69 mila euro), con il rischio che uno dei pochi accreditati centri di ascolto e orientamento per le dipendenze venga chiuso, l’emergenza continua a montare, silenziosa e pericolosa.

La Lega Antidroga ha una storia che parte nel 1985 dalla forza e dall’abnegazione di Franco Providenti, Annamaria Garufi, Marisa Genovese, Gianni Majolino, Aldo Di Blasi, Salvo Bertolami ed altri.

Tutto si riaccende, dopo un lungo periodo, grazie all’iniziativa di Aldo Di Blasi, di Franco Provvidenti, ex sindaco di Messina e dall’esperienza insostituibile di Antonio Farinella, operatore di prima accoglienza della Comunità Incontro di Don Gelmini.

La nuova LAM, con sede, non a caso, in viale Giostra ISOL.483, 16/17, è aperta a tutti ed a tutte le dipendenze: alcolismo, ludopatia, sostanze stupefacenti. 

A cosa serve un centro come la Lega Antidroga?

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Antonio Farinella (Comunità Incontro) e Aldo Di Blasi, Lega Antidroga Messina, in una foto del 2020

La domanda di una famiglia che scopre di avere il problema in casa, e lo scopre solitamente tardi, è “E adesso cosa facciamo? Come lo/la aiutiamo?”. Non è domanda da poco e la risposta non arriva se non da chi sa davvero dove metterci le mani. Non è solo il sistema Sanitario Nazionale composto dai SERD o SERT che può rispondere al quesito. Non bastano psicologi o psichiatri. Dopo, magari quando è troppo tardi, serviranno di certo ma a curare gli effetti di una dipendenza occultata e celata, perché le nuove sostanze chimiche scatenano patologie mentali spesso irreversibili che le famiglie si ritrovano, da sole, a dover gestire. Ma non sanno come fare.

In altri Comuni le amministrazione intervengono

L’emergenza droga altri comuni, come Palermo, la stanno affrontando sostenendo e incentivando la creazione di centri di ascolto in prima linea. Come quello che suo padre Francesco in nome di Giulio Zavatteri ha fatto nascere, con non poca determinazione e coraggio. A Palermo di crack, infatti, si muore per strada. Ed è il rischio che corre ogni comunità cittadina che fa orecchio da mercante a quella sirena che sta urlando anche in questo momento. Tra queste anche Messina.

La Regione non sovvenziona ed non aiuta. Non pensa neanche minimamente alla creazione di comunità terapeutiche, delle quali la più vicina alle famiglie del Sud è a Viterbo! A Palermo il Comune ha ritenuto di intervenire. Ma a Messina? Cosa sta facendo l’amministrazione comunale per il suono di quella sirena che ci avverte che potrebbe essere troppo tardi?

Le rassicurazioni ed il Comune assente

La vicenda della lega Antidroga di Messina che rischia di essere sfrattata e di perdere la sede di viale Giostra, punto di riferimento per la salvezza di tanti giovani da decenni, sembra che possa concludersi felicemente con la stipula di un contratto d’affitto, anche se a canone maggiorato e con mensilità anticipate (!). Sempre meglio che sparire, sempre meglio di non poter continuare un’opera essenziale e meritoria.

Ma se si risolverà davvero così (se dalle promesse, dalle parole, si passerà ai fatti), resterà comunque l’amaro in bocca: quello che deriva dall’aver sempre pagato regolarmente un canone in attesa di una definizione, di aver apportato a proprie spese migliorie in funzione dell’attività sempre più necessaria per le famiglie messinesi che sono molte più di quanto si pensi, l’amaro di aver ricevuto una inutile quanto beffarda prelazione ad un acquisto che proprio non era possibile fare per chi fa volontariato, l’amaro di non aver visto la presenza ed il sostegno di un’amministrazione comunale che parla di sociale, di “brand” Messina ma che non ha mosso finora un dito per far si che questo rischio di chiusura venisse cancellato. Eppure Messina ne avrebbe tanto bisogno di azioni incisive e di tutela di fasce deboli come quelle di chi assume droga e si ammala e delle famiglie che continuano a rimanere sole e spesso imbrigliate in burocrazia che è tutto tranne che un aiuto. A volte anche il contrario del sostegno. La Lega Antidroga di Messina, se le promesse verranno mantenute, rimarrà ancora una realtà, ma ciò non lo si deve al Comune né alla solidarietà messinese. Eppure chiunque, oggi o domani, potrebbe aver bisogno di risposte a quella terribile domanda: “E adesso, cosa facciamo?”.

Rinasce la LEGA ANTIDROGA MESSINESE