
Si apra un confronto per un percorso sano di stabilità lavorativa

6 dicembre 2025 – Cgil Messina con la categoria Nidil intervengono in modo deciso sul progetto Fertility. A seguito dei tirocini di inclusione sociale che, seppur in condizioni di precarietà, hanno dato respiro economico a diverse famiglie provenienti dalle zone della nostra città sottoposte a risanamento, oggi viene presentato in pompa magna il progetto “Fertility”. Questo doveva significare un miglioramento ulteriore delle condizioni di vita di 530 persone marginalizzate e precarie. La realtà alla quale abbiamo assistito tuttavia desta non pochi dubbi – sostengono Cgil e Nidil – il progetto viene presentato con uno “show” carico di paternalismo, durante il quale l’On. Cateno De Luca si presenta come colui che dopo aver guidato lo sbaraccamento, ora si intesta l’onere di trovare un lavoro agli ex tirocinanti. Uno spettacolo che sa di propaganda elettorale, durante il quale si dà tutta la responsabilità delle possibili opportunità lavorative agli stessi tirocinanti, i quali vengono messi in guardia sulle future regole di ingaggio delle borse di inclusione sociale delle quali saranno beneficiari.
“A fronte di una scarsa chiarezza sui diritti di chi riceverà queste “borse lavoro” – dichiara il coordinatore Nidil di Messina Ivan Calì – è stata chiarita con forza la volontà di esercitare potere disciplinare e di controllo sui lavoratori, e sottolineando il pieno inserimento degli stessi nell’organizzazione aziendale. Ancor più grave, la platea viene messa in guardia sul fatto che, di fronte a future sanzioni disciplinari “non ci sarà sindacato che tenga”. Il messaggio per noi è chiarissimo: il lavoro è una concessione e non un diritto e le organizzazioni sindacali sono tagliate fuori e disconosciute, in quanto i lavoratori in questione non godono dei diritti del lavoro dipendente. Per noi come organizzazione sindacale, pienamente rappresentativa di lavoratrici e lavoratori precari e “para-subordinati” costituisce una violazione gravissima sia del diritto costituzionale all’accesso al lavoro che nei termini delle relazioni sindacali. Si chiede a chi lavora di sottostare ai doveri che giustamente un lavoratore dipendente deve rispettare, ma senza che questi siano contro bilanciati dai diritti basilari (ferie, permessi, malattia, contributi ecc…) e soprattutto senza avere alcuna possibilità di appello rispetto alle sanzioni disciplinari né rappresentanza sindacale.
“Si configura un modello – dice il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti – dove l’autoritarismo all’interno dei rapporti di lavoro diventa normalità e il ricatto occupazionale un metodo per ottenere consenso. Tutto ciò in un contesto dove si sopperisce a una mancanza di organico che a questo punto appare strutturale, che riguarda non solo le varie partecipate comunali, ma anche enti privati che in questo modo possono utilizzare manodopera gratuitamente piuttosto che fare assunzioni”.
“Sia chiaro – proseguono Patti e Calì – la nostra contrarietà come Organizzazione sindacale non è verso la progettualità in sé, che precedentemente abbiamo visto favorevolmente poiché non è un mistero che questi progetti si rivolgano a una fascia di popolazione difficilmente collocabile nel mercato del lavoro senza andare in deroga alle normali procedure di assunzione. Tuttavia, anche a fronte di numerose richieste di incontro e l’incessante richiesta di apertura di un tavolo permanente con tutte le parti sociali coinvolte, riteniamo inaccettabile che si proceda unilateralmente imponendo un metodo che allo stato attuale non garantisce alcuna ricaduta occupazionale stabile per i soggetti coinvolti e stabilisca regole senza riconoscere diritti. Per questo sollecitiamo nuovamente l’Amministrazione e i Soggetti Attuatori ad aprire un confronto con le organizzazioni sindacali al fine di porre le opportune correzioni a questa progettualità e costruire un percorso sano di stabilità e progressione lavorativa per tutti coloro che negli ultimi anni, con il loro lavoro, hanno garantito la sostenibilità e l’efficienza dei servizi pubblici nella nostra città”.“In tutto ciò infatti – aggiunge il segretario Cgil, Patti – attendiamo l’Amministrazione di Messina, non di Taormina, per dare giuste risposte”.











