
I milioni sfumati e il cantiere fantasma smentiscono la retorica del pragmatismo: il disastro tecnico di Casa Serena sbriciola il mito di “Sud Chiama Nord” e dimostra che per governare non bastano gli slogan.

Per Federico Basile, Casa Serena non è più soltanto un edificio in attesa di cure. È diventata un atto d’accusa. È la testimonianza più cruda e diretta di un ingranaggio che si è rotto.
L’amministrazione in carica, che si è presentata agli elettori come la naturale e fisiologica continuazione dell’era De Luca, ha edificato la sua intera fortuna politica su un concetto semplice, quasi ipnotico: il “Sindaco che sblocca”. Ci è stato venduto il profilo del professionista, del tecnico prestato alla politica che, cartellina alla mano, fa ripartire il motore inceppato della città dopo decenni di immobilismo e paludi burocratiche. Una narrazione potente, rassicurante.
Oggi, però, quella favola si sta sgonfiando sotto il peso dei fatti. E quando l’aria esce dal pallone della retorica, a terra resta solo la polvere del fallimento.
Ciò che sta accadendo a Casa Serena non può essere archiviato come un banale incidente di percorso o un intoppo burocratico. È qualcosa di più profondo: è il tradimento di un modello. I milioni di euro lasciati sfuggire, fondi che avrebbero dovuto ridare dignità agli ultimi, rappresentano una pietra d’inciampo su cui il brand Sud Chiama Nord ha sbattuto violentemente la faccia.
La perdita di queste risorse, denunciata ormai apertamente anche da quella stampa che un tempo era amica o quantomeno benevola, scoperchia il vaso di Pandora dell’efficienza manageriale del gruppo al comando. La verità che emerge è scomoda: il sistema è eccellente, quasi imbattibile, nella propaganda urlata, nelle dirette social, nell’occupazione degli spazi mediatici; ma si rivela tecnicamente fragile, se non catastrofico, quando si tratta di gestire la complessità.
Welfare e lavori pubblici non si governano con gli slogan. Richiedono precisione, tempismo, conoscenza profonda delle norme. In questa vicenda, tutto questo è mancato. Casa Serena rischia così di trasformarsi nella grande incompiuta di Federico Basile, il simbolo perenne che la capacità amministrativa vera non si può surrogare con la comunicazione aggressiva.
Alla fine, accade sempre: la realtà, che è ostinata e paziente, finisce per superare lo show. E quando il sipario cala, restano i cantieri fermi e le domande senza risposta.










