
Decapitato il vertice storico di via della Concordia: senza la “Zia” si apre un pericoloso vuoto di potere, con i clan rivali pronti a spezzare la pax mafiosa e cannibalizzare il territorio

Per anni è stata un’ombra intoccabile, una voce captata dalle cimici che rivendicava con orgoglio la sua discendenza: «Io sono il sangue blu». Oggi quel mito di impunità è crollato. I Carabinieri del Ros hanno stretto le manette ai polsi di Grazia Santapaola, cugina diretta del padrino Nitto, notificandole l’accusa di associazione mafiosa. Non è più solo una parente eccellente, ma – secondo la Dda etnea – un boss operativo.
L’operazione e il salto di qualità
L’arresto è una costola strategica dell’inchiesta “Mercurio”, la stessa che mesi fa ha scoperchiato presunti patti scellerati tra politica e mafia sotto l’Etna. Ma questa volta il focus è tutto interno alle dinamiche di potere della famiglia. Secondo il procuratore Francesco Curcio, siamo di fronte a un’evoluzione storica: l’indagata ha travalicato il ruolo di secondo piano, tipico delle donne di Cosa Nostra del passato, per assumere il comando diretto e tutelare gli interessi del gruppo.
Geografia del potere: gli “Ottantapalmi”
Il regno di Grazia Santapaola ha coordinate precise: via della Concordia, il cuore pulsante del Tondicello della Plaia. È qui che comanda il gruppo degli “Ottantapalmi”. Il suo pedigree criminale è di primo livello:
- Cugina di Nitto Santapaola, il capo storico.
- Moglie di Turi Amato, boss di rango del gruppo.
- Zia di Francesco “Colluccio”, rappresentante provinciale della famiglia fino al 2016.
Le intercettazioni: “Zia Grazia” comanda

Dalle indagini emerge un quadro netto: quando c’era da risolvere una criticità, “Zia Grazia” interveniva. E la sua parola pesava come una sentenza. Non si limitava a portare il cognome, esercitava il potere. Tre gli episodi chiave documentati dal Ros. Lo scontro con i Nardo: È intervenuta personalmente per difendere il figlio del nipote Francesco in una controversia con il clan di Lentini. Il caso Paternò: Ha avuto un duro scontro con Christian Paternò, portavoce del reggente Francesco Russo, colpevole di averle “mancato di rispetto”. Un affronto che il “sangue blu” non poteva tollerare. La faida del 2023: Durante le tensioni tra il gruppo della Stazione (Santapaola-Ercolano) e una frangia del clan Cappello, la “madrina” si è mossa in prima linea per difendere l’onore e il territorio della famiglia.
È la fine di un’era di “invisibilità”. Grazia Santapaola non è più la moglie del boss o la cugina del padrino. Per la Procura, è diventata il boss.
LA GEOGRAFIA CRIMINALE: IL VUOTO DI POTERE E IL RISCHIO “CANNIBALIZZAZIONE”
L’arresto di Grazia Santapaola non è una semplice notifica giudiziaria: è un terremoto strutturale per la famiglia Santapaola-Ercolano. Venendo meno la figura di garanzia che univa il sangue dei fondatori con l’operatività militare degli Amato, si apre una fase di altissima instabilità. Ecco come si ridisegna la mappa del potere all’ombra dell’Etna.
Il destino degli “Ottantapalmi”: il gruppo storico di via della Concordia è ora acefalo. Grazia Santapaola fungeva da “reggente ombra”, capace di tenere a bada le teste calde grazie al suo cognome. Rischio implosione: senza la “Zia”, le seconde linee del Tondicello della Plaia potrebbero scatenare una lotta interna per la leadership. Vuoto diplomatico: manca ora l’interlocutore autorevole capace di trattare alla pari con gli altri vertici della famiglia.
La federazione instabile
La famiglia Santapaola-Ercolano non è un monolite, ma una confederazione di gruppi territoriali spesso in competizione. L’indebolimento degli Ottantapalmi apre spazi di manovra pericolosi per le altre articolazioni. Già in attrito con la fazione di Grazia Santapaola nel 2023. Potrebbero approfittare del vuoto per tentare un’espansione territoriale verso la Plaia, rompendogli equilibri interni. I gruppi della cintura etnea potrebbero sganciarsi ulteriormente dal controllo centrale cittadino, aumentando l’atomizzazione del clan.
I nemici alla finestra: Cappello e Nardo
La debolezza strutturale dei Santapaola è l’occasione che i clan rivali aspettavano. Clan Cappello-Bonaccorsi: storici rivali, militarmente strutturati. Se percepiscono il disorientamento in via della Concordia, potrebbero alzare il tiro sulle attività estorsive, invadendo le piazze di spaccio santapaoliane. Clan Nardo (Lentini): i rapporti erano tesi e gestiti personalmente da Grazia Santapaola (l’episodio della difesa del nipote è indicativo). Senza di lei, la pax mafiosa con la frangia siracusana è a rischio rottura.
Lo scenario a breve termine è critico. La cattura di un “simbolo” come Grazia Santapaola costringerà la famiglia a una riorganizzazione forzata. Storicamente, a Catania, i vuoti di potere si riempiono in due modi: o con vertici strategici blindati (spesso intercettati nelle carceri) o con il piombo nelle strade. L’attenzione degli investigatori è ora massima sui “colonnelli” rimasti liberi, chiamati a gestire una transizione che si preannuncia violenta.










