
MESSINA – È un vero e proprio caso politico quello sollevato dal gruppo consiliare del Partito Democratico a Palazzo Zanca. Al centro della questione, la dotazione di sistemi di tracciamento GPS e dispositivi “Beacon” sulla flotta dei veicoli comunali. I consiglieri Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo hanno presentato un’interrogazione urgente indirizzata al Sindaco e al Direttore Generale, denunciando una presunta violazione dello Statuto dei Lavoratori.
I numeri della fornitura
Tutto nasce dalla determinazione dirigenziale del dicembre 2023, con la quale il Direttore Generale Salvo Puccio ha affidato alla società MAC&NIL s.r.l. la fornitura e installazione di strumentazione GPS per la tutela dell’autoparco e dei lavoratori. L’operazione, che ha comportato una spesa iniziale di oltre 39 mila euro, ha coperto un vasto numero di mezzi: 101 autovetture, 11 mezzi pesanti e 31 motocicli. A maggio 2025, il contratto è stato ulteriormente esteso: con una nuova determinazione, l’amministrazione ha prorogato il servizio per altri sette mesi, impegnando ulteriori 17 mila euro circa.
La tecnologia e il nodo privacy
Il punto critico sollevato dai Dem non riguarda l’ammodernamento in sé, quanto le modalità e la natura della tecnologia impiegata. I dispositivi installati, infatti, includono un sistema di tracciamento denominato “Beacon”, capace di monitorare non solo il mezzo ma anche il driver o il passeggero. Qui scatta l’eccezione legale: l’articolo 4 della Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) stabilisce chiaramente che gli strumenti da cui derivi la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere installati solo previo accordo collettivo con le rappresentanze sindacali o, in mancanza, previa autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.
L’accusa: “Nessun accordo firmato”
Secondo quanto riportato dai consiglieri del PD, che citano conferme dirette dai rappresentanti sindacali, allo stato non risulta siglato alcun accordo in ordine all’installazione delle apparecchiature in questione. Una mancanza che, secondo gli esponenti dell’opposizione, non rappresenta solo una violazione formale. Calabrò e i due Russo parlano di un rischio “assolutamente concreto” di danno erariale conseguente alla mancata stipula dell’accordo, oltre che di una condotta non rispettosa dei diritti dei lavoratori.
La richiesta di chiarimenti
L’interrogazione pone all’amministrazione un quesito secco: quali sono le motivazioni che hanno spinto a procedere all’installazione in assenza del necessario e preventivo accordo con le organizzazioni sindacali? I consiglieri chiedono inoltre quali provvedimenti immediati il Comune intenda adottare per sanare quella che definiscono una violazione palese e notevolmente grave.
La palla passa ora all’amministrazione Basile, chiamata a chiarire se il “Grande Fratello” sulle auto comunali sia stato acceso senza le necessarie tutele per chi quelle auto le guida ogni giorno.










