
Avrebbe versato 20-30mila euro all’ex procuratore Venditti per l’archiviazione del figlio

Dal fine settembre scorso c’era solo un presunto corrotto.
Da oggi c’è anche un presunto corruttore. La Procura di Brescia ipotizza infatti che sia stato Giuseppe Sempio a versare quella “somma indebita di denaro nell’ordine di 20-30mila euro” all’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti “per favorire l’archiviazione di Andrea Sempio” come scritto nel famoso ‘pizzino’ trovato in un quaderno rubrica a casa della famiglia Sempio.
La svolta è arrivata con l’iscrizione nel registro degli indagati del 72enne che, con la moglie, due sorelle e un fratello, era stato perquisito e interrogato il 26 settembre dalla Guardia di Finanza. La Procura di Brescia ha nominato un consulente tecnico torinese, Matteo Ghigo, al quale viene chiesto di estrarre, a partire da lunedì ed entro 45 giorni, copia forense “dei dispositivi e dei supporti in sequestro, estesa sia ai dati presenti che a quelli eventualmente cancellati”. Proprio dall’atto di nomina del consulente tecnico, Giuseppe Sempio ha saputo di essere indagato dalla Procura di Brescia. Una svolta arrivata 34 giorni dopo le sue parole verbalizzate dagli inquirenti.
“È in grado di riferire il senso di quanto manoscritto sulle pagine corrispondenti alle lettere Q e R del quaderno-rubrica in sequestro?”, chiedono i finanzieri a Giuseppe Sempio il 26 settembre scorso durante l’interrogatorio come persona informata sui fatti negli uffici del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pavia. “Gip Venditti archivia per 20-30 euro” dovrebbe essere una previsione di spesa che avevamo fatto noi in casa, su quanto avremmo dovuto pagare agli avvocati alla fine della faccenda”, la risposta messa a verbale da Giuseppe Sempio ora indagato per corruzione. I finanzieri gli ricordano però di aver scritto quella frase “sicuramente prima del quattro febbraio 2017” quando aveva già fatto prelievi in contanti per almeno 15mila euro, e che ha dichiarato di non avere idea di quanto avrebbe potuto spendere di spese legali: “come faceva allora a prevedere di spendere una cifra di venti o trenta mila euro per arrivare all’archiviazione?”, chiedono. “In realtà avevamo stimato di fare questa spesa se si fosse arrivati all’archiviazione”, la replica del padre di Andrea Sempio.
“Però – fanno presente gli investigatori – lei non scrive “se si arriva all’archiviazione”, ma scrive “Venditti archivia””. Risposta di Sempio padre: “Noi pensavamo comunque di arrivare all’archiviazione”. L’iscrizione di Giuseppe Sempio è “un atto dovuto, ma se la questione del pizzino fosse l’unico elemento a suo carico, sarebbe poco probante. Quel pizzino è poco più del nulla, io invito alla prudenza quando si parla di corruzione”, ha commentato l’avvocato Liborio Cataliotti, legale di Andrea Sempio. Ma le dichiarazioni del 72enne non hanno evidentemente convinto il sostituto procuratore di Brescia Claudia Moregola, che sta indagando sulla presunta corruzione dell’ex procuratore Mario Venditti al quale sono stati nuovamente sequestrati tutti i pc, tablet e cellulari e che il Riesame gli aveva restituito.
“Passaggio necessario per l’accertamento dei fatti atteso che al loro interno sono sicuramente contenuti elementi utili alla prova del reato”, scrive nel decreto di sequestro la pm bresciana. L’iscrizione di Giuseppe Sempio nel registro degli indagati a Brescia per corruzione riporta in primo piano la richiesta del legale dell’ex magistrato Venditti, l’avvocato Domenico Aiello, di spostare proprio a Brescia anche l’inchiesta principale sull’omicidio di Chiara Poggi – in corso a Pavia – in cui è indagato Andrea Sempio. Due inchieste che da oggi sono ancora più intrecciate tra loro.











