

“Una legge speciale per Messina? No grazie!”. È netta la posizione del Comitato Noponte Capo Peloro, che boccia senza appello la proposta riemersa nel dibattito pubblico come presunta compensazione per i disagi legati alla costruzione del ponte sullo Stretto.
Il comitato bolla l’iniziativa come “un vecchio gioco che si ripete“, ricordando come già nel 2003, in un contesto analogo, “la politica messinese propose una legge speciale per compensare i disagi dei cittadini. Ma alla fine… solo parole!“.
A vent’anni di distanza, secondo gli attivisti Noponte, lo scenario si ripropone identico: “Una nuova legge speciale viene presentata come una grande novità. Ma chi la propone – attacca il comitato – è solo un volto stanco della politica!”.
Nel mirino del Comitato Noponte Capo Peloro finiscono soprattutto le promesse fatte ai cittadini a rischio esproprio: “Promettono case agli espropriandi senza spiegare ovviamente come, dove e quando. Vergogna!”.
Gli attivisti pongono interrogativi radicali, rifiutando l’idea che la città debba subire un’opera considerata devastante per ottenere servizi essenziali. “Perché dobbiamo accettare che il nostro territorio venga distrutto per ottenere servizi essenziali come acqua h24 e una rete fognaria efficiente?”, si chiede il comitato.
La critica si sposta poi sulla validità stessa del progetto: “Perché accettare il ponte sullo Stretto quando ci sono così tante irregolarità tecniche e normative da poterlo bloccare?”.
Il comitato contesta inoltre la totale assenza di partecipazione pubblica. “Sì, ci serve un miliardo,” affermano, “ma non per il ponte! Ci serve una politica forte che non si piega davanti a chi vuole imporre alla nostra comunità opere dannose per il nostro futuro”. Comunità che, sottolineano, “non è stata neanche coinvolta nei processi decisionali come invece prevede la normativa”.
Per ribadire la propria contrarietà all’opera, il Comitato Noponte Capo Peloro annuncia la propria partecipazione alla manifestazione nazionale indetta dalla CGIL a Roma. “Ecco perché sabato 25 ottobre saremo a Roma,” concludono, “per dire a gran voce: Lo Stretto di Messina non si tocca!”.










