
Finiti i soldi e le idee, a De Luca non resta che tornare a Messina per fare da badante al suo successore. La mossa che non mostra la forza, ma svela la debolezza.

di Giuseppe Bevacqua
Oggi hanno provato a tessere un filo. Un filo di lana per legare il 2018 a oggi. E mentre lo tessevano, spostavano milioni di euro.
Li spostavano come Mussolini spostava i carri armati. Erano pochi e malandati carri, sempre gli stessi. I soldati faticavano a muoverli da un fronte all’altro per far credere a Hitler che l’esercito fosse forte. Ma l’esercito era debole e la guerra lo avrebbe dimostrato.
I soldi così sono sempre gli stessi.
Erano e sono ancora i fondi che trovò l’ex assessore Carlotta Previti. Con fatica e con intelligenza. Dovevano servire alle idee di De Luca, quando De Luca era un altro. Accanto a lui c’era l’allora assessore Dafne Musolino, che oggi è senatrice. Quelli erano soldi veri, come i progetti. POC, PON, FESR. Erano per le idee, per l’eredità di De Luca a Basile. Ma i lasciti bisogna saperli ben utilizzare affinché non svaniscano.
Poi, nel 2022, De Luca se ne andò. E le idee finirono.
Adesso i fondi rimbalzano. Alcuni sono persi. Altri li chiamano “rimodulati”. I cantieri aprono. Si vedono gli uomini al lavoro per un giorno. Si fanno le fotografie. Poi gli uomini spariscono. Al mercato Vascone è così. Sulla linea del tram è così. Nei parcheggi “di interscambio” è così. Forse non è un mistero. Forse anche gli operai sono come i carri armati di Mussolini. Si spostano dove serve la fotografia.
Oggi a Palazzo Zanca, al salone delle bandiere spiccava il tavolo nuovo in stile ventennio. A centro tavola sedeva il sindaco di Taormina. Qualche messinese si chiede perché. Dietro di lui c’era un logo. Sud chiama Nord. Ecco perché. De Luca era lì per parlare dei bei tempi. Dei numeri di allora. Dei soldi di allora. Se oggi non ci sono idee nuove, è necessario allora parlare di quelle vecchie.

Quell’uomo seduto al centro di un salone era come la fotografia del suo peccato originale. De Luca mangiò la mela nel 2022, quando si dimise. Ne mangiò un altro pezzo nel 2024, uscito dall’ospedale.
E ora c’è la notizia. Quella che spiega tutto.
Da venerdì, e per ogni venerdì, il sindaco Basile avrà un badante. Il badante sarà De Luca. Dice che vuole scuotere la giunta ed il Sindaco dalla “stanchezza”. La stanchezza però, è un altro nome per definire la perdita di consenso. La notizia non conforta nessuno. Svela solo la caduta.
L’uomo “forte” appare stanco, con lo sguardo perso nel vuoto. Non ha più scintille nei suoi occhi. Neanche quando le telecamere si accendono e lo inquadrano. Quell’uomo “forte” è costretto a tornare per badare a chi ha messo al suo posto. Da venerdì metterà le mani negli affari di Messina. Nei soldi di Messina. Forse nel futuro di Messina. Anche se dal 2022 non sono più affari suoi.
