

Una macchina burocratica che non si arresta nemmeno di fronte alla buona fede del cittadino. È la denuncia sollevata dal Consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Dario Carbone, che durante la seduta della I Commissione Consiliare ha acceso un faro su una prassi paradossale e dannosa che colpisce gli utenti di AMAM. Al centro della questione, i pignoramenti dei conti correnti eseguiti dalla società di recupero crediti esterna per conto dell’azienda idrica messinese, che in numerosi casi scatterebbero anche nei confronti di chi ha già avviato un percorso di rateizzazione per sanare il proprio debito.
La beffa del pignoramento nonostante la rateizzazione
Il meccanismo denunciato da Carbone ha il sapore della beffa: il contribuente, consapevole della propria morosità, si attiva per regolarizzare la sua posizione, concorda un piano di rientro con AMAM e inizia a versare le rate. Ciononostante, la procedura di riscossione coattiva, delegata a una società esterna, prosegue il suo corso inesorabile, culminando nel blocco dei conti correnti.
“Mi hanno segnalato numerosi cittadini di aver subito un pignoramento presso i propri istituti di credito da parte della società esterna incaricata da AMAM per il recupero crediti, nonostante avessero avviato un percorso di rateizzazione“, ha dichiarato in modo netto il Consigliere.
Questa discrasia tra la volontà del cittadino di mettersi in regola e l’azione spietata del recupero crediti crea un danno triplo: non solo congela risorse economiche vitali per famiglie e imprese, non solo determina un danno di immagine ai fini della credibilità finanziaria degli utenti, ma genera anche un profondo senso di sfiducia verso l’ente.
La richiesta: vigilanza e svincoli rapidi delle risorse pignorate indebitamente
“Pur apprezzando le recenti iniziative di AMAM, come l’apertura di sportelli dedicati presso le sedi delle Municipalità per agevolare il dialogo con i cittadini“, Carbone ha chiesto al Consiglio di Amministrazione dell’azienda, presente in commissione, un intervento deciso.
La richiesta è esercitare una stretta vigilanza sull’operato della società di riscossione per garantire la correttezza delle procedure ed evitare il ripetersi di questi episodi. Dall’altro, “velocizzare gli svincoli dei conti correnti dei contribuenti interessati che si stanno mettendo in regola con i versamenti“.
L’appello è a far sì che la giusta esigenza di recuperare i crediti pregressi non si trasformi in un’azione punitiva e cieca, che finisce per colpire proprio chi dimostra concretamente l’intenzione di saldare il proprio debito.
