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ATM – PREMIO DI PRODUZIONE: I NODI VENGONO AL PETTINE

- 01/10/2025
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Nota stampa ORSA – FAISA CISAL e FIT CISL


Un brutto risveglio per i dipendenti dell’azienda “fiore all’occhiello”, il tanto atteso premio di produzione si è rivelato una bufala per la maggioranza dei lavoratori che, a smentita delle entusiastiche previsioni, hanno trovato quattro soldi in busta paga.
Non inganni la parola “premio”, in ambito Autoferrotranvieri il cosiddetto “premio di produzione” è una fondamentale quota salariale che i livelli nazionali demandano alla contrattazione aziendale. Quella che per denominazione potrebbe apparire una gentile regalia aziendale è, a tutti gli effetti, una parte integrante dello stipendio percepito dai lavoratori meno pagati nell’area dei trasporti.

L’ennesimo magheggio della direzione aziendale merita un ripasso degli eventi per capire come si è giunti all’ultimo bluff a danno dai lavoratori.

Nella trattativa territoriale emersero da subito posizioni differenti all’interno del fronte sindacale, con Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA che, consci degli elementi ambigui presenti nella bozza di accordo, in scienza e coscienza non firmarono la prima stesura, successivamente bocciata anche dal democratico referendum dei dipendenti.
Si tornò al tavolo delle trattative per volontà dei lavoratori ma, nonostante le migliorie apportate con non poca fatica, l’azienda rimase rigida su posizioni fortemente penalizzanti. Prima fra tutte l’odiosa limitazione del premio per i fruitori di Legge 104 che hanno l’insana abitudine di assistere i familiari disabili.

Mentre ancora oggi non si bada a spese nella distribuzione di fantasiosi bonus ad personam, migliaia di euro elargiti a una ristretta cerchia di privilegiati a insindacabile scelta della direzione aziendale. Per non parlare delle promozioni riservate a chi si dimostra compiacente e allineato con l’azienda nei tavoli di trattativa…

Nella seconda versione dell’accordo, insieme alle poche migliorie apportate grazie all’insistenza di questi sindacati, persistevano tanti elementi che lasciavano spazio all’interpretazione e, come sempre accade, sarebbero ricaduti sulla platea dei lavoratori, quelli figli di nessuno…
Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA pagarono con l’esclusione dalla trattativa il prezzo per aver tentato di rendere realmente fruibile un accordo che i convitati rimasti al tavolo annunciavano come ricco e conveniente. Sapevamo bene come sarebbe andata a finire, in religioso silenzio accettammo l’esclusione dal confronto demandando ogni decisione al secondo referendum che questa volta non fu
concesso.

L’accordo fu applicato d’imperio, senza la firma di tre sindacati fortemente rappresentativi e senza chiedere il parere dei lavoratori.

Le buste paga vuote distribuite ieri dall’azienda sono il tragico epilogo di questa brutta storia.

Sia chiaro, non è nostra intenzione attivare lotte intersindacali additando le sigle firmatarie dell’accordo, tutt’altro!!! Il passato ormai è passato… Oggi ci limitiamo a Prendere atto che questa direzione aziendale, con i consueti giochi di prestigio che sfilano soldi dalle tasche dei lavoratori, è riuscita a deludere anche l’ultimo dei sindacalisti che, forse in buona fede, ci aveva creduto…
I conteggi finali del premio di produzione, confezionati da soggetti premiati dall’azienda con bonus da 10.000 euro per le “riconosciute capacità professionali”, non corrispondono a quanto descritto nel già penalizzante accordo.
Alle aspettative entusiastiche l’azienda ha risposto con fantasiose applicazioni di regole e cavilli che giustificano, in modo confusionario, la pesante decurtazione del salario per la maggioranza dei lavoratori.

Solo per portare un esempio, gli Operatori di Esercizio utilizzati in modo promiscuo anche nel servizio di rimozione forzata, risultano inseriti in due diverse modalità di calcolo del premio: area esercizio gommato e area mobilità, nel dubbio della corretta collocazione non hanno percepito un soldo.
Il risultato finale? Buste paghe con premi risibili e alcune addirittura a quota zero.
In risposta alle legittime rimostranze dei lavoratori non giunge nessuna spiegazione da parte dell’Azienda. E’ così e basta!!! Tanto la dirigenza aziendale di tasca propria non ci mette nulla, eventuali spese per i ricorsi legali che annunciano i lavoratori li pagheranno, come sempre, i cittadini messinesi.
Intanto si conclama un fronte sindacale che denuncia le azioni illegittime a macchia di leopardo e la dirigenza aziendale, invece di individuare soluzioni condivise per dare risposte concrete ai lavoratori, approfitta della spaccatura sindacale e riesce sempre a trovare una motivazione “gossippara” ogni volta
che una sigla si defila e prende le distanze dalla gestione aziendale che, a dispetto dell’effimera propaganda, è riuscita a scontentare tutti: lavoratori, sindacati in trattativa e sindacati esclusi; a cui si aggiunge il malcontento dell’utenza che giornalmente denuncia le corse Bus soppresse. Con questi presupposti, se non si prendono urgenti e seri provvedimenti, il fiore all’occhiello rischia di prendere le
sembianze di un funereo crisantemo…
La farsa del premio di produzione modulato secondo le personali deduzioni aziendali è solo l’ultimo atto della tragicommedia che giornalmente si consuma nel “feudo”, ove si premia costantemente un ristretto cerchio magico a discapito della maggioranza dei lavoratori che con sacrificio garantiscono il servizio essenziale.
Alla luce dei recenti accadimenti la fase della denuncia e dei comunicati stampa si è esaurita, oggi si riuniranno le segreterie territoriali di Fit Cisl, Faisa Cisal e ORSA per valutare l’opportunità di un’azione di sciopero che ormai appare inevitabile.

Carla Grillo ATM
Carla Grillo ATM