
«Ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e all’Assessore alla Salute per fare piena luce sul conferimento di due incarichi libero-professionali da parte dell’ASP di Messina a medici chirurghi appena andati in pensione, con un costo complessivo superiore ai 100 mila euro».
A dichiararlo è il deputato regionale di Sud Chiama Nord, Matteo Sciotto, che denuncia «una vicenda che solleva seri interrogativi sulla legittimità delle procedure, sulla gestione delle risorse e sulla trasparenza amministrativa dell’Azienda sanitaria provinciale».
Secondo quanto emerso, uno dei due incarichi sarebbe stato affidato allo stesso medico che fino a pochi giorni prima del pensionamento aveva prestato servizio nello stesso presidio ospedaliero e nella stessa disciplina. «Una circostanza – spiega Sciotto – che rischia di configurare una vera e propria violazione del divieto di “continuazione o rinnovo” del rapporto di lavoro dopo il collocamento in quiescenza, principio sancito dalla normativa vigente e ribadito più volte dalla Corte dei Conti».
Il parlamentare sottolinea anche l’assenza di criteri oggettivi nella distribuzione delle risorse: «Risulta inspiegabile – aggiunge – che si sia deciso di destinare professionalità alla Chirurgia di Milazzo, dove operano già sei dirigenti medici, lasciando invece in condizioni di maggiore sofferenza altri presidi come Patti, Lipari o Mistretta».
Gravi dubbi riguardano inoltre la natura stessa dei rapporti instaurati: «Un incarico libero-professionale con vincolo di 35 ore settimanali – osserva Sciotto – appare di fatto assimilabile a un rapporto di lavoro subordinato, in palese contrasto con i principi dell’autonomia professionale. E ciò, oltre a rappresentare un possibile danno erariale, configura un uso distorto delle risorse pubbliche».
Non meno rilevante la questione della trasparenza: «Ad oggi – denuncia l’esponente di Sud Chiama Nord – i disciplinari di incarico non risultano pubblicati, in violazione dell’art. 15 del d.lgs. 33/2013. È un’omissione gravissima che impedisce ai cittadini di esercitare un controllo sull’operato dell’Azienda e che alimenta il sospetto di possibili irregolarità contrattuali».
«Questa vicenda – conclude Sciotto – è il simbolo di un sistema che, invece di programmare e rafforzare stabilmente gli organici, continua a rincorrere emergenze con soluzioni estemporanee e discutibili. È ora che la Regione intervenga per accertare ogni profilo di legittimità e per garantire che la gestione della sanità pubblica risponda ai principi di trasparenza, legalità e buon andamento, tutelando davvero il diritto alla salute dei cittadini siciliani».


