
Sei anni di dolore e battaglia: giustizia per Luciano Galletta, la madre Pina vince la sua lotta

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MESSINA – Si è chiusa con una condanna, dopo sei lunghi anni di attesa e di dolore, la battaglia legale di una madre che non ha mai smesso di chiedere giustizia per suo figlio. Luciano Galletta, un giovane di 28 anni, perse la vita in una tragica notte di ottobre del 2019, mentre tornava a casa dal suo lavoro. La sua corsa si interruppe violentemente contro un camion di Messina Servizi, fermo per lavori davanti al Gran Camposanto. Oggi, una sentenza del Tribunale di Messina ha finalmente messo un punto fermo su quella drammatica vicenda, riconoscendo le responsabilità e offrendo un parziale, ma necessario, risarcimento a una famiglia distrutta.
La giudice Adriana Sciglio ha condannato in primo grado Antonino Comandè, l’autista del mezzo, a una pena di due anni di reclusione e alla sospensione della patente di guida per quattro anni. Una condanna che si estende anche alla società Messina Servizi, chiamata a rispondere in qualità di responsabile civile e a risarcire i danni, da liquidarsi in sede separata, ai familiari di Luciano.
A titolo di provvisionale, è stato stabilito un risarcimento immediato di 50.000 euro per la madre, Pina Irrera, altrettanti per il padre e 25.000 euro per il fratello della vittima.
Una Notte Fatale e una Dinamica da Chiarire

Erano da poco passate le undici di sera del 9 ottobre 2019. Luciano Galletta, a bordo del suo scooter, percorreva la via Catania, una delle arterie principali della città, diretto verso casa dopo una lunga giornata di lavoro in una pizzeria. Una strada che conosceva a menadito, ma che quella sera nascondeva un’insidia mortale. All’altezza dell’ingresso del cimitero monumentale, la sua vita si è spezzata contro il retro di un mezzo cassonato della Messina Servizi.
L’impatto fu devastante. I soccorsi, seppur tempestivi, si rivelarono inutili. Luciano fu trasportato d’urgenza al Policlinico, ma le ferite riportate erano troppo gravi. Morì poco dopo il suo arrivo, lasciando un vuoto incolmabile nella vita dei suoi cari.
La dinamica dell’incidente è stata al centro di un lungo e complesso iter processuale. Il mezzo della società partecipata del Comune che si occupa della raccolta e dello smaltimento di rifiuti era fermo sulla carreggiata, impegnato in operazioni di scerbatura. Le indagini e il dibattimento hanno dovuto accertare se quella sosta fosse adeguatamente segnalata e se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie per evitare tragedie come quella che ha coinvolto il giovane scooterista. La sentenza di condanna suggerisce che siano state riscontrate delle negligenze, delle omissioni che hanno contribuito in maniera determinante al verificarsi dell’incidente.
La Battaglia di una Madre Coraggio
In questi sei anni, a tenere viva la memoria di Luciano e a chiedere a gran voce che venissero accertate le responsabilità è stata soprattutto lei, la madre, Pina Irrera. Una donna trasformata dal dolore in una leonessa, che non ha mai permesso che il fascicolo sulla morte di suo figlio finisse in un cassetto a prendere polvere. Con una dignità e una forza ammirevoli, ha affrontato le aule di tribunale, ha rilasciato interviste, ha partecipato a manifestazioni, diventando il simbolo di una lotta che è quella di tanti, troppi familiari di vittime della strada.”Giustizia per Luciano” non è stato solo uno slogan, ma un mantra ripetuto giorno dopo giorno, un obiettivo da raggiungere a ogni costo, perché nessuna altra famiglia dovesse provare lo stesso strazio. Pina Irrera, con la sua tenacia, ha insegnato a un’intera città il significato della resilienza e dell’amore che sopravvive anche alla morte. La sua battaglia non era mossa da un desiderio di vendetta, ma dalla necessità di vedere riconosciuto che la vita di suo figlio aveva un valore e che chi ha sbagliato doveva risponderne di fronte alla legge.La sentenza di oggi è la sua vittoria. Una vittoria amara, perché nessuna condanna potrà mai restituirle l’abbraccio di Luciano, ma che rappresenta un passo fondamentale per l’affermazione della verità e per la tutela della sicurezza di tutti i cittadini. Un monito affinché la manutenzione delle strade e la gestione dei cantieri non siano mai più causa di morte.La comunità messinese si stringe attorno alla famiglia Galletta, riconoscendo il coraggio e la determinazione di una madre che, nel suo immenso dolore, ha combattuto una battaglia per tutti.
