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“Meglio imbroglioni che assassini”. Parte la Global Sumud Flotilla: un finale già scritto.

- 31/08/2025
PR freedom flotilla

Il racconto predittivo di una missione di propaganda

di Fabrizio Bertè

31 agosto – La nota ventiduenne svedese Greta Thunberg è salpata dal porto spagnolo di Barcellona con l’obiettivo di raggiungere Gaza. Con lei ci saranno attivisti provenienti da tutto il mondo: Spagna, Francia, Italia, Regno Unito e Danimarca. E ancora Thailandia, Malesia, Sri Lanka, Bangladesh, Australia, Turchia, Nuova Zelanda e Kuwait. Greta Thunberg ci aveva già provato con la piccola Madleen della Freedom Flotilla Coalition che però è stata abbordata lo scorso 9 giugno dalle forze di difesa israeliane. Un mese dopo altri attivisti hanno provato a ripercorrere le orme della più nota collega svedese con la Handala. Sempre della Freedom Flotilla Coalition. Ma anche il peschereccio su cui viaggiavano gli italiani Antonio Mazzeo e Tony La Piccirella è stato abbordato il 26 luglio dai marines israeliani e poi è stato sequestrato. E adesso? Un nuovo film: la Global Sumud Flotilla. Un progetto senza alcuna possibilità di successo e che creerà novi eroi prima da salvare e poi da celebrare.Ma cos’è la Global Sumud Flotilla? Alcuni fondatori, coordinatori, organizzatori e partecipanti della Maghreb Sumud Flotilla, della Freedom Flotilla Coalition, del Global Movement to Gaza e della Sumud Nusantara si sono uniti con un obiettivo comune: difendere il popolo palestinese e salpare verso Gaza con più imbarcazioni perlopiù arrangiate e sgangherate percorrendo il Mar Mediterraneo. Un progetto nobile ma che si ridurrà sicuramente a un’operazione di marketing e propaganda. O a un insuccesso colossale. E non lo dico perché sono pessimista. Ma perché ho studiato le distanze, i costi e le condizioni meteo-marine. E sono certo di come andrà a finire questa nuova rimpatriata tra attivisti e vecchi militanti. Ma anche sostenitori dei terroristi di Hamas. Nelle ultime settimane ho interpellato militari, giornalisti, marittimi e membri di organizzazioni e associazioni più o meno dignitose. Ho anche intervistato l’attivista climatico e skipper barese Tony La Piccirella che era già partito a bordo della Handala: 33 minuti di conversazione. Molto interessante a dire il vero. Ma lui che parla di libertà non mi ha autorizzato a riportare le sue dichiarazioni. E la stessa cosa è successa con altri. Alcuni mi hanno minacciato. Chi mi ha dato del fascista. Chi del sionista. E mi hanno perfino accusato di essere stato pagato da Benjamin Netanyahu. Reazioni spropositate. Da parte di tutti.A quanto pare intanto ci sarebbero anche delle forti tensioni e dei dissidi tra la Freedom Flotilla Coalition e la Global Sumud Flotilla e tra i vari attivisti che in un primo momento si sono uniti al grido di Free Free Palestine e Bella Ciao e che adesso però stanno cominciando a vacillare.Ma chi sosteneva la Freedom Flotilla Coalition? Il giornalista e noto agente di Hamas Zaher Birawi sarebbe uno dei fondatori. Nonché uno degli organizzatori della spedizione della Madleen fermata dai marines israeliani perché sprovvista di autorizzazioni. Zaher Birawi è un giornalista di un canale satellitare arabo. Con doppia cittadinanza: palestinese e britannica. Risulterebbe anche presidente dell’EuroPal Forum e nel 2019 avrebbe anche organizzato un evento dal titolo Capire Hamas. Ma cos’è la Feedom Flotilla Coalition? È una flottiglia supportata da diverse ONG filo-palestinesi. Alcune notoriamente legate ai terroristi di Hamas. Come i turchi dell’IHH che secondo diverse agenzie di intelligence israeliane, americane e britanniche avrebbero legami con organizzazioni estremiste islamiche. Secondo alcuni quotidiani tra cui The Telegraph, New York Post e The Times Zaher Birawi avrebbe organizzato il viaggio della Madleen e avrebbe poi trasmesso l’evento di Greta Thunberg in diretta. Ci saranno anche lui e le stesse ONG filo-palestinesi dietro la Global Sumud Flotilla?Ma torniamo appunto alla Global Sumud Flotilla. Cosa succederà? Non si sa quante imbarcazioni partiranno fino al prossimo 4 settembre e se le autorità portuali lo permetteranno. Ma sappiamo per certo che a salpare saranno pescherecci più piccoli rispetto alla Handala. Quasi tutti malridotti. Buoni più per pescare pesciolini che per trasportare persone e merci e navigare nel Mar Mediterraneo. La prima a partire ovviamente è stata Greta Thunberg: il leader di questo movimento. Che tra selfie e autografi ha attirato l’attenzione dei tanti giornalisti presenti e che però sicuramente non si sono posti alcuni fondamentali quesiti. Accecati dalla propaganda.E c’è un’altra certezza: il porto di Barcellona era stracolmo. C’erano tantissime barche ormeggiate. Tutte con la bandiera della Palestina. Ma a salpare è stata solo una bagnarola: quella con Greta Thunberg a bordo. E da Genova è partita una piccola barca a vela che nella stiva può portare a stento pochi chili di spaghetti. Ma molti giornali on-line mostrano immagini create con l’intelligenza artificiale e addirittura Fanpage ha celebrato la partenza della Global Sumud Flotilla mostrando le fotografie della Madleen e della Handala. Ma non erano state sequestrate?In questi giorni si sta parlando tanto delle ONG: le organizzazioni non governative che salvano i migranti che fuggono dalla guerra, dalla disperazione e dalla povertà e partono con i barconi in cerca di un futuro migliore e soprattutto della sopravvivenza. Ma mentre le ONG salvano i migranti la Global Sumud Flotilla li produrrà. Produrrà nuovi migranti. Ma con i portafogli. Il primo caso al mondo.Dal porto di Barcellona alla costa israeliana Greta Thunberg e il suo team dovranno percorrere tra le 1.500 e le 1.800 miglia nautiche. Circa 3.000 chilometri di mare. Non si sa quante imbarcazioni si aggregheranno strada facendo. Su questi pescherecci gli attivisti e i membri dell’equipaggio proveranno a caricare nelle stive medicinali, giocattoli, latte in polvere e alimenti e appenderanno sulle ringhiere delle imbarcazioni orsacchiotti e peluche. Ma quanto ci vorrà per percorrere 1.500 miglia nautiche? Non meno di 15 giorni. Anche alla luce delle previsioni del tempo: nel Mar Mediterraneo infatti nei prossimi 15 giorni la mattina il mare sarà calmo e nel pomeriggio le acque si agiteranno pian piano in vista delle bufere notturne. E c’è un altro fattore. Facciamo un esempio. Generalmente le navi della Caronte & Tourist viaggiano a una velocità media di un massimo di 18 nodi. Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla proveranno a viaggiare tra i 4 e i 7 nodi. Possono attraversare lo Stretto di Messina? Sicuramente. Possono raggiungere Gaza? No. Possono imbarcare medicinali? Probabilmente no. E prodotti alimentari? Dovranno essere perquisiti? Al cento per cento. Queste imbarcazioni hanno i documenti di bordo previsti dal codice della navigazione europea? Abbiamo qualche dubbio. Sono assicurati? No. Avranno una nave-carro-attrezzi al seguito?Oltretutto non è ancora chiaro cosa accadrà negli altri porti europei. Le autorità portuali consentiranno imbarchi e sbarchi? Non si sa cosa accadrà in Sicilia e quante persone s’imbarcheranno con Greta Thunberg. Se s’imbarcherà qualcuno. Perché per esempio il capitano della Handala Tony La Piccirella è partito direttamente da Barcellona. Peccato però che questo non è un tour delle Isole Eolie. Anche se l’imbarcazione con cui sono partiti dalla Spagna ricorda molto i barconi che portano i turisti da Milazzo a Panarea e da Lipari a Stromboli.

E poi bisogna aprire un altro capitolo: il consumo del carburante: ogni peschereccio consumerà nella migliore delle ipotesi tra i 200 e i 300 euro di carburante al giorno. Chi lo pagherà? Dove e quando si riforniranno? Avranno una nave-cisterna al seguito? L’esito è già scritto e il destino della Global Sumud Flotilla è segnato. Ma quanto costerà al governo italiano il recupero degli attivisti? Sicuramente parecchio. I costi verranno addebitati alle persone tratte in salvo? Gli attivisti e i membri dell’equipaggio delle imbarcazioni dovranno pur mangiare in questi 15 giorni. Sceglieranno la via del digiuno? È assai improbabile. Quanti beni di prima necessità e generi alimentari potranno imbarcare questi pescherecci? Ben poco. Visto e considerato che dovranno mangiare anche gli attivisti e i membri dell’equipaggio. Forse nulla. Solo orsacchiotti, peluche e latte in polvere. Anche perché sanno che già che questi prodotti non arriveranno mai a destinazione e che anzi le navi verranno sequestrate e poi demolite. Saranno imbarcazioni nuove e all’avanguardia? No. La Handala sfiorava a stento i 18 metri. Un ex peschereccio norvegese. Una nuova imbarcazione di queste dimensioni non costa meno di 900.000 euro. Saranno anche stavolta barche sgangherate non più buone neanche per pescare il salmone.Gli attivisti con cui ho parlato e che non mi hanno autorizzato a riportare i loro nomi e le loro dichiarazioni mi hanno detto all’unisono che è meglio essere imbroglioni che assassini. È stata la loro risposta nel momento in cui ho chiesto di spiegarmi l’utilità e l’efficacia di questa operazione di marketing e propaganda. Prima di chiedermi: “Ma cosa fai tu per Gaza?”. Per poi dirmi: “Lo sai che così avrai sulla coscienza questo genocidio? Oggi a loro e domani a te”.Come finirà questo grande e lungo viaggio? Che gli attivisti sfideranno il mare e non riusciranno a fronteggiarlo e saranno dunque costretti a chiedere l’aiuto delle marine militari europee. Compresa la marina militare italiana. Verranno salvati dallo stesso governo che i viaggiatori stessi definiscono complice di un genocidio e noi probabilmente pagheremo i costi del loro rimpatrio. È tutto scritto.Ma alcuni attivisti ancor prima di partire hanno già pronta la loro versione ufficiale: i marines israeliani, i soldati sionisti e i sommergibili israeliani abborderanno nottetempo gli attivisti-viaggiatori che verranno anche minacciati di essere bombardati con i droni. E c’è già chi chiede addirittura che la marina militare italiana possa scortare queste imbarcazioni fino a Gaza. Follia. Ma questa sarà la versione ufficiale dei viaggiatori e dei sostenitori dei terroristi di Hamas nonché odiatori seriali del popolo israeliano e italiano.Ma chi finanzia la Global Sumud Flotilla? Secondo i coordinatori e i fondatori si tratta di un progetto che nasce dal basso grazie a donazioni spontanee di cittadini e associazioni. Di certo il risalto mediatico è stato enorme. Ma questo progetto si rivelerà totalmente inutile. Nemmeno un pacco di farina verrà recapitato ai palestinesi. Nemmeno un orsacchiotto. Ne sono certo. E poi perché partire da Barcellona? Sembra un corteo. Un’operazione che somiglia più a una processione che a una spedizione. O come abbiamo già detto a un tour delle Isole Eolie. Un progetto che punta solo sulla spettacolarizzazione. Artisti e donne e uomini del mondo dello spettacolo e della politica stanno sponsorizzando assiduamente questo progetto sui social: da Zerocalcare a Fiorella Mannoia, da Claudio Santamaria ai Subsonica. Passando per Elisa, Selvaggia Lucarelli e Alessandro Gassmann. Ma anche la Cgil, Avs e il Movimento 5 Stelle. Fino all’ex gatta morta del Grande Fratello Marina La Rosa che direttamente dalle Isole Eolie e dallo yacht si augura che questo progetto possa andare a buon fine. E sembra diventata ormai una moda durante i concerti sventolare la bandiera della Palestina: da Arisa a Brunori Sas, da Gaia a Elodie. Fino a Manu Chao. Messaggi di pace? O mera propaganda? Ditemi pure che la Global Sumud Flotilla ha il solo scopo di dare risalto mediatico al genocidio e ai crimini che sta commettendo il governo israeliano che ha reagito in maniera totalmente spropositata al 7 ottobre 2023. E sono pienamente d’accordo. Ma non ditemi che servirà per portare aiuti umanitari a Gaza. Perché a Gaza in questo modo e con queste imbarcazioni non arriverà mai nulla. E questo Greta Thunberg lo sa benissimo. E lo sanno bene anche i politici del Movimento 5 Stelle che hanno annunciato attraverso il loro leader Giuseppe Conte di voler destinare un milione di euro a Gaza e alla Global Sumud Flotilla.

Fabrizio Bertè

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