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Lettera aperta del Prof Aldo D. Ficara al Sindaco Federico Basile: “Il Ponte rischia di trasformarsi nel disastro urbano di Messina”

- 17/08/2025
basile ciucci

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Alla cortese attenzione del Sindaco di Messina, Federico Basile,
Egregio Signor Sindaco,

Le scrivo per portarla a riflettere su alcune preoccupazioni che, come Ingegnere messinese, nutro profondamente riguardo alle conseguenze che la costruzione del Ponte sullo Stretto potrebbe avere sul tessuto urbano e sociale della nostra amata Messina. Comprendo che il dibattito su questa grande opera sia complesso e che ci siano posizioni differenti, ma sento il dovere di mettere in guardia sui rischi che potrebbero trasformare in un disastro urbano ciò che viene presentato come un’opportunità.

Il nostro incontro televisivo e il Ponte

Durante la recente puntata del programma televisivo Scirocco su RTP, nella sede della Gazzetta del Sud, andata in onda agli inizi di giugno 2025, ho avuto modo di ascoltare con attenzione le sue considerazioni. Il nostro breve scambio di battute mi ha spinto a scrivere questa lettera per approfondire il tema e per sollevare dubbi che sono comuni a molti messinesi.

La nostra città, con la sua conformazione e la sua storia, è già alle prese con problemi di viabilità, gestione dei flussi turistici e preservazione del patrimonio storico. L’introduzione di un’infrastruttura di tale portata, con tutti i cantieri, le opere accessorie e l’aumento esponenziale del traffico che ne deriveranno, rischia di aggravare drasticamente queste problematiche, rendendo la vita quotidiana insostenibile.

L’impatto sul traffico, la viabilità e il paesaggio

Il progetto, così come presentato, prevede un aumento considerevole del traffico veicolare e ferroviario. Come intende la nostra città assorbire un flusso di auto e camion che si riverserà sulle nostre già congestionate arterie stradali? Le soluzioni proposte finora mi sembrano insufficienti a evitare ingorghi permanenti, inquinamento acustico e atmosferico, e un degrado generale della qualità della vita. Mi preoccupa inoltre la gestione dei cantieri, che per lustri devasteranno intere aree della città.

Messina non è solo un punto di passaggio. È una città con una sua anima, una sua storia e un paesaggio unico. L’imponente struttura del Ponte e le sue ramificazioni rischiano di oscurare la nostra identità, mettendo in secondo piano la bellezza dello Stretto, dei nostri monumenti e dei nostri quartieri storici. Si è pensato seriamente all’impatto paesaggistico e a come questo mega progetto possa alterare per sempre il profilo della nostra città?

Il problema dell’acqua: un nodo cruciale

Siamo a conoscenza della problematica della fornitura idrica, un tema già sollevato dalla sua amministrazione e dal comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”. La costruzione del Ponte e dei cantieri annessi richiederà un consumo idrico ingente, stimato in oltre 5 milioni di litri d’acqua al giorno. Messina, purtroppo, affronta già una situazione critica, con una rete idrica in perdita che disperde più della metà dell’acqua (circa il 53%).

È realistico pensare che la città possa sostenere sia il fabbisogno dei cittadini che quello di una mega-opera, senza che questo comporti rischi di razionamenti o interruzioni nella fornitura? Le rassicurazioni della società Stretto di Messina non dissolvono i dubbi di fronte a una realtà che mostra da anni una cronica carenza d’acqua.

Un’opportunità mancata per lo sviluppo locale

Credo che le risorse che verrebbero investite nel Ponte potrebbero essere utilizzate in modo più saggio per migliorare le infrastrutture esistenti, potenziare i trasporti pubblici, investire nella sanità, nella cultura e nel turismo sostenibile. Un turismo che valorizzi le nostre bellezze naturali e storiche, anziché un turismo di massa che usi Messina solo come porta di accesso per la Sicilia.

Concludo questa mia lettera con un appello alla prudenza e al dialogo. Prima di procedere con un’opera di tale portata, che cambierà per sempre il volto di Messina, la invito a promuovere un dibattito pubblico e aperto, che coinvolga non solo gli “addetti ai lavori”, ma anche e soprattutto i cittadini. Solo in questo modo potremo scongiurare il rischio che il sogno del Ponte si trasformi nel peggior incubo urbano della nostra storia.

Con i migliori saluti,

Aldo Domenico Ficara

Un Ingegnere di Messina preoccupato.

ponte stretto
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