

Nota stampa CSA Contestabile-Cafeo
MESSINA – Doppia, grave denuncia dal sindacato CSA, che accende i riflettori su criticità urgenti che riguardano la sicurezza del personale e il decoro degli uffici del Comune di Messina. In una nota ufficiale, l’organizzazione sindacale sollecita un intervento immediato dell’Amministrazione su due fronti distinti ma ugualmente allarmanti: la mancata fornitura dei kit di protezione individuale alla Polizia Municipale e lo stato di abbandono in cui versano le aree esterne di importanti uffici pubblici, con concreti rischi per la salute dei dipendenti e degli utenti.
Polizia Municipale, la richiesta di dotazioni di sicurezza
Il primo punto sollevato dal CSA riguarda la sicurezza degli agenti che operano quotidianamente sul territorio. Il sindacato chiede con forza la fornitura “urgente” del kit di protezione individuale (DPI) per tutto il personale della Polizia Municipale. Queste dotazioni, si legge nel comunicato, sono considerate “essenziali per garantire condizioni minime di sicurezza durante il servizio”. La richiesta sottolinea come gli agenti, per la natura stessa del loro lavoro, siano costantemente esposti a rischi di varia natura, rendendo i dispositivi di protezione non un accessorio, ma uno strumento indispensabile per la tutela della loro incolumità. La mancata consegna di tali kit, secondo il sindacato, espone il personale a pericoli evitabili e rappresenta una lacuna grave nella gestione della sicurezza sul lavoro.
Uffici urbanistica, tra degrado e rischi per la salute
La seconda segnalazione descrive una situazione di degrado che ha superato il livello di guardia. Il Dipartimento dei Servizi Territoriali ed Urbanistici, ospitato negli storici locali dell’ex Real Convitto Dante Alighieri, è al centro di una grave emergenza igienico-sanitaria. L’area esterna della struttura, denuncia il CSA, è completamente soffocata dalla vegetazione incolta, che “ha superato il livello delle finestre”.
Questa coltre vegetale impedisce la naturale aerazione e illuminazione degli uffici, creando un ambiente di lavoro insalubre e deprimente. Oltre a ledere il decoro di un edificio pubblico, frequentato quotidianamente da cittadini e professionisti, tale condizione costituisce un rischio concreto per la salute. Il sindacato evidenzia come la situazione sia stata formalmente segnalata più volte senza alcun esito. Il Dirigente del Dipartimento, infatti, aveva già richiesto un intervento di scerbatura con una prima nota ufficiale (prot. n. 152020) nel maggio 2025. Di fronte all’inerzia degli uffici competenti, la richiesta è stata reiterata con un sollecito (prot. n. 198056) datato 1 luglio 2025. “Ad oggi, nessun intervento risulta essere stato effettuato”, sottolinea amaramente il CSA.
L’allarme West Nile e l’appello all’Amministrazione
Il ritardo assume contorni ancora più preoccupanti se si considera il contesto sanitario attuale. Con l’aumento dei rischi legati alla diffusione di malattie trasmesse da insetti, come il virus West Nile, la mancata pulizia di aree verdi abbandonate si configura, secondo il sindacato, come una “grave negligenza sotto il profilo della salute pubblica”. Le aree con vegetazione fitta e ristagni d’acqua sono l’habitat ideale per la proliferazione delle zanzare, principali vettori del virus.
Per queste ragioni, il CSA invita l’Amministrazione comunale a “intervenire con urgenza”, ponendo fine a una situazione che espone lavoratori e cittadini a “rischi igienico-sanitari” e a ripristinare “condizioni di lavoro dignitose” per il personale, garantendo al contempo la sicurezza e la funzionalità dei servizi pubblici.
