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Concerto Il Volo, la beneficenza che non torna: tra costi milionari e biglietti fantasma, è bufera su Agrigento

- 03/08/2025
Il Volo 4 ph. Roberto Panucci pic

Nella Valle dei Templi, i conti dei grandi eventi non tornano. Dopo le polemiche sul concerto del Maestro Muti, ora è lo show de Il Volo a finire sotto accusa. Italia Viva attacca: “Incasso benefico dimezzato per i biglietti gratis agli amici”. Il Parco Archeologico nega: “Accuse false e volgari”. Ma i numeri restano opachi e il costo totale per le casse pubbliche sfiora il milione e mezzo di euro.

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AGRIGENTO – Nella magnifica cornice della Valle dei Templi, l’eco della musica si confonde con il frastuono delle polemiche. Si erano appena spenti i dibattiti sul concerto del Maestro Muti, costato 600 mila euro (a fronte dei 100 mila per un evento identico a Lampedusa), che una nuova bufera si è scatenata su uno degli eventi di punta di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025: il doppio concerto de “Il Volo” della scorsa estate. Dopo le ironie sul “dress code” invernale imposto al pubblico in pieno agosto per esigenze televisive (lo show sarebbe andato in onda a Natale, quindi tutti con il cappotto), ora la polemica si sposta su un terreno ben più scivoloso: quello dei soldi.

A dare fuoco alle polveri è Italia Viva, con la coordinatrice cittadina Roberta Lala e il leader regionale Davide Faraone. La premessa sembrava lodevole: devolvere l’intero incasso dei biglietti in beneficenza. Ma i conti, secondo i renziani, non tornano affatto. “La matematica non è un’opinione,” attacca Faraone. “Se erano previsti 600 posti a 80 euro a serata, l’incasso atteso per le due date era di 96.000 euro. Com’è possibile che l’Ente Parco abbia devoluto in beneficenza solo 42.239,65 euro?“. La risposta, per Italia Viva, è semplice e amara: “amichettismo”. “Meno della metà dell’incasso significa solo una cosa: metà platea non ha pagato. Posti regalati ad autorità, amici e amici degli amici. Proprio quelli che, potendo, avrebbero dovuto dare di più, non di meno”. Un’accusa pesante, che suona come una beffa alle dichiarazioni dell’epoca del presidente della Regione, Renato Schifani, e del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, che avevano giurato: “Niente favoritismi”.

A gettare benzina sul fuoco è Fabrizio Micari, dell’esecutivo regionale di IV, che sposta l’attenzione sul costo complessivo dell’operazione per la collettività. “Il doppio concerto è costato ai cittadini siciliani la cifra incredibile di 1.437.225,02 euro! tuona Micari, snocciolando una serie di importi documentati: dagli 800.000 euro per la realizzazione, lievitati dai 500.000 iniziali, fino a centinaia di migliaia di euro aggiuntivi da bilancio regionale, Ministero del Turismo, agenzia ENIT e fondi dello stesso Parco. “Di fronte a una spesa così colossale,” si chiede Micari, “non era forse più logico permettere l’ingresso gratuito a tutti?“.

Immediata e stizzita la replica di Roberto Sciarratta, direttore del Parco Archeologico. “Niente ingressi a scrocco, niente amichettismi. Sono accuse totalmente false e a tratti volgari,” dichiara Sciarratta, che fornisce una versione dei fatti radicalmente diversa. Secondo il direttore, i biglietti venduti sono stati 1.082. Di questi, 772 al prezzo di 80 euro e, dettaglio finora sconosciuto, 250 tagliandi al prezzo simbolico di 5 euro, destinati unicamente al fan club ufficiale de Il Volo. L’incasso lordo, secondo questa versione, sarebbe di 63.010 euro. “Sottraendo i costi di prevendita, tasse e SIAE,” spiega Sciarratta, “si arriva esattamente ai 42.239 euro donati in beneficenza, somma che peraltro crescerà con altre donazioni. I biglietti omaggio sono stati solo 60, compresi quelli per i disabili“.

Ma i chiarimenti di Sciarratta, invece di chiudere la questione, la infiammano ulteriormente. “Il direttore tenta di coprire l’evidenza,” ribatte Micari. “Anche ammettendo per vera la sua ricostruzione, i conti non tornano. Su una capienza totale di 1200 posti, ne sono stati venduti 1082. Questo conferma che 118 posti, quasi il 10% della platea, sono stati regalati. E la circostanza dei 250 biglietti a 5 euro, emersa solo ora, appare gravissima e offensiva, considerando l’esclusività e la finalità benefica dell’evento”.

Resta un quadro di cifre contrastanti e accuse reciproche, che getta un’ombra di opacità su uno degli eventi simbolo di Agrigento Capitale. Mentre la politica si combatte a colpi di calcolatrice, ai cittadini rimane l’immagine di un grande spettacolo dai costi milionari e una beneficenza dimezzata, con un interrogativo amaro: a chi ha giovato davvero il concerto nella Valle?

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