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Spiagge, la giunta Basile le attrezza solo dopo la Bandiera Blu. È se non l’avesse ottenuta?

- 12/07/2025
ganzirri 15

A stagione balneare ampiamente iniziata, il Comune avvia l’allestimento dei lidi pubblici legandolo esplicitamente al premio ricevuto. Un intervento tardivo che solleva un quesito: senza il vessillo, la sicurezza e l’accessibilità dei bagnanti sarebbe rimasta una chimera?

MESSINA – Metà luglio. Mentre la stagione estiva è in pieno svolgimento da almeno 45 giorni, la Giunta Basile annuncia l’avvio della messa in sicurezza e delle operazioni di organizzazione delle spiagge libere. Un intervento fondamentale, ma che arriva con un ritardo tale da trasformarsi in un dubbio posto nei confronti dell’amministrazione stessa. Il Comune, infatti, lega esplicitamente queste operazioni al “progetto Bandiera Blu”, fornendo involontariamente la prova di una correlazione diretta tra il premio ricevuto e l’azione intrapresa.

Ciò che dovrebbe essere ordinaria amministrazione, ovvero garantire la sicurezza dei bagnanti e la piena accessibilità del mare a tutti, fin dal primo giorno utile, viene presentato come un risultato straordinario, una conseguenza del prestigioso riconoscimento. Questa scelta comunicativa, però, più che valorizzare l’operato della Giunta, mostra una lacuna programmatica e solleva una domanda che ora pesa sulla politica di Palazzo Zanca: se Messina non avesse ottenuto la Bandiera Blu, l’amministrazione Basile avrebbe comunque attrezzato le spiagge, come sta facendo solo ora?

Se la sicurezza e il decoro delle spiagge fossero stati una priorità reale e pianificata, gli interventi sarebbero scattati a fine maggio, in concomitanza con l’apertura legale della stagione balneare, a prescindere da qualsiasi premio. L’inconcepibile ritardo e, soprattutto, la giustificazione ufficiale che lo accompagna, dipingono un quadro di una gestione reattiva, che non agisce sulla base di un programma ma in risposta a fattori esterni. In questo caso, il fattore determinante è la corsa al mantenimento di un titolo di qualità per spiagge di fatto sprovviste dei servizi essenziali che lo stesso titolo presuppone ci fossero a priori.

bandiera blu
bandiera blu

L’operazione, definita dall’assessore competente, Caminiti, come il “risultato di un lavoro”, appare paradossalmente come l’inizio di quel lavoro, avviato solo per onorare a posteriori un impegno preso. La sicurezza dei cittadini, inclusa quella delle fasce più deboli, non può essere una variabile dipendente dal ricevimento di un premio. È, o dovrebbe essere, il fondamento di ogni azione amministrativa, un dovere da adempiere con puntualità e non un optional da attivare quando i riflettori di un riconoscimento lo rendono politicamente inevitabile.

La Giunta Basile è quindi chiamata a rispondere non tanto del ritardo in sé, quanto della logica che lo ha determinato. Le torrette di salvataggio installate a luglio non sono il simbolo di una città che migliora, ma l’emblema di un’amministrazione che rincorre le proprie stesse mancanze, costretta ad agire dalla pressione di una Bandiera Blu che, da trofeo, si è trasformata in un giudice del suo operato. Senza di essa, il sospetto che tutto sarebbe rimasto come prima non è solo un’illazione, ma la più probabile delle conclusioni logiche.

Faro