Un vero e proprio fortino nascosto da una fitta rete di erba finta, con telecamere di sicurezza che impedivano di avvicinarsi indisturbati. Una costruzione abusiva ubicata nel complesso “Case Arcobaleno” di Santa Lucia sopra Contesse, con un cartello affisso fuori della porta, unico varco utile per arrivare al quale è necessario salire una stretta scalinata in ferro: “attenti al cane ed anche al padrone” la scritta che campeggia fuori della porta dalla quale si accedeva a quello che è stato definito un vero e proprio supermarket della droga a Santa Lucia sopra Contesse.

Intercettazioni ed appostamenti ed attività di indagine hanno consentito di porre sotto sequestro il bunker ed arrestare 24 persone quasi tutte legate da vincoli familiari, tutti appartenenti ad una vera e propria organizzazione criminale che spacciava crack, cocaina e marijuana in grandi quantità.
Al vertice c’era una donna, Elena Santovito, sorella di Daniele Santovito, arrestato il 19 luglio del 2018 per racket e usura.

Oggi Daniele Santovito è collaboratore di giustizia, ma la sorella, come emerge delle indagini, aveva, invece, avviato un fiorente traffico coinvolgendo a vario titolo molti familiari. Agli arresti infatti anche i figli della Santovito, Maicol e Giuseppe Arena, detto “peppone”, così come anche Tindara Arena ai domiciliari. Un’organizzazione che arrivava a fatturare anche 100 ila euro a settimana.

