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Siccità: bollettino di guerra, acqua in Sicilia in esaurimento. Agricoltura allo stremo mentre si pensa di risolvere la crisi togliendo acqua ai campi…

- 25/07/2024
Fiumefreddofiume

In una delle due captazioni del FIUMEFREDDO, il livello si è talmente abbassato da far ipotizzare che tra poco la sorgente non erogherà più acqua

“L’Italia Meridionale, a cominciare dalla Sicilia, è sfiancata dalla mancanza di pioggia e dal caldo torrido, assistendo impotente al prosciugamento delle residue riserve idriche che, a meno di un’inversione drastica della tendenza meteorologica, non saranno sufficienti nemmeno a soddisfare i bisogni primari della popolazione locale”. Lo scrive l’Oservatorio sulle risorse idriche dell’ANBI, Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. La situazione è grave ma il dato del calo della quantità di piogge e di volumi di acqua disponibile è conosciuto da tempo, legato indissolubilmente a quello del cambiamento climatico che non è di certo novità.

Se la crisi idrica intacca a tal punto le coltivazioni con i volumi di acqua in drastico calo, come si può pensare di “risolverla” togliendo acqua all’agricoltura?

“Nell’assetata isola, dove si cercano affannosamente nuove fonti di approvvigionamento idrico, scatterà nei prossimi giorni un piano di razionamento dell’acqua persino a Palermo, capoluogo della regione!
Gli invasi, in soli 24 giorni e nonostante restrizioni all’uso per centinaia di migliaia di abitanti, sono calati di ben 21 milioni di metri cubi d’acqua. Sei bacini su 29 sono a secco (nel serbatoio di Fanaco, la cui capacità è di ben 110 milioni di metri cubi, non c’è più acqua disponibile), altri 6 hanno meno di un milione di metri cubi d’acqua utilizzabile, in 4 la disponibilità è inferiore ai due milioni di metri cubi!
Visto quanto accaduto nello scorso triennio, ancor più preoccupante sull’Isola come nel resto del Meridione è la prospettiva che il manifestarsi del clima autunnale avvenga in ritardo con prolungamento della stagione calda e secca fino ad Ottobre inoltrato. Nel frattempo, la produzione di grano duro si è ridotta del 60% e quella di frumento dell’80%!”

Se la crisi idrica intacca a tal punto le coltivazioni con i volumi di acqua in drastico calo, come si può pensare di “risolvere” togliendo acqua all’agricoltura? Leggendo i dati riportati da ANBI questa ipotesi appare del tutto impraticabile.

Sulla Sicilia, a fine Giugno, le precipitazioni cumulate in 12 mesi sono state mediamente mm. 414, cioè un solo millimetro in più rispetto a quanto registrato durante la grande siccità del 2002. Su larga parte della Sicilia Orientale il deficit pluviometrico supera il 60% su base annua (-mm. 300 ca.). Gli invasi regionali trattengono circa 267 milioni di metri cubi d’acqua (38,21% del volume di riempimento autorizzato e 42% in meno sulla media del periodo nello scorso quindicennio), di cui solamente mln.mc. 122 ca. sono però realmente utilizzabili (al netto dei volumi utili alla fauna ittica, dell’interrimento e del cosiddetto “volume morto”).

Dal più recente verbale dell’Autorità di Bacino regionale si evince che Gela non potrà ricevere alcun genere d’irrigazione, considerata la totale indisponibilità di volumi negli invasi Cimia, Disueri e Comunelli; questo comprometterà la campagna di semina e di produzione nella Piana.

Tutti i comuni della provincia di Caltanissetta stanno subendo riduzioni nella distribuzione idrica, mentre ad Enna l’acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no; nell’Agrigentino, per i terreni irrigui di Ribera, si sta cercando di salvare gli agrumeti, operando trasferimenti di risorsa irrigua dal sistema Prizzi-Gammauta all’invaso Castello.

Nel Ragusano si registra un repentino calo dei livelli piezometrici delle sorgenti ormai quasi prosciugate; il gestore sta attivando turnazioni per l’erogazione idrica. Il comprensorio del Calatino è quello, che sta subendo i disagi maggiori: rispetto al 2023 si registra un abbassamento della falda di circa 15 metri ed una riduzione della portata emunta da 1.200 litri al secondo a l/s180 (!!); la soluzione adottata è l’abbassamento del livello di prelievo ed è stato richiesto ai Comuni di emettere ordinanze, che vietino l’utilizzo d’acqua potabile per irrigazione e piscine, nonchè la riduzione delle portate durante le ore notturne.

La sorgente Fiumefreddo, con una concessione di l/s 900, fornisce acqua al 70% del territorio comunale di Messina attraverso due distinte captazioni: in una, il livello si è talmente abbassato da far ipotizzare che tra poco la sorgente non erogherà più acqua (Fonte: Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia). L’acqua è razionata anche a Palermo, capoluogo regionale. Le piogge dei giorni scorsi hanno solo lambito l’estremo lembo nord-orientale dell’isola con cumulate fino a mm. 28 nel Messinese, lasciando però a secco il resto dei territori siciliani.

Il cerchio si stringe e l’inerzia tutta siciliana degli ultimi decenni, almeno dalla grande siccità del 2002, nonostante i dati pluviometrici allarmanti e quelli del cambiamento climatico incalzante, stanno venendo tutti alla luce lasciando tracce profonde sulla pelle dei siciliani, nessuno escluso.

Fiumefreddofiume

Il FIUMEFREDDO IN PERIODO DI NORMALITA’

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