“Signora Mara ecco le chiavi della sua casa. Le accetti. E’ interamente ristrutturata. C’è l’ascensore, un bel panorama e un cortile dove far giocare i suoi figli”. E’ quanto il Comune di Messina ha proposto alla signora Mara, a suo marito ed ai suoi figli, sei, di cui quattro con patologie accertate, una famiglia che siamo andati ad intervistare (PER PRIMI!) visitando la casa in cui abitano ancora oggi, ospiti prima di parenti che sono venuti a mancare e che adesso dovranno lasciare quanto prima. Mara ha urlato la propria disperazione, è stata intervistata, dopo di noi, da molti ed ha anche ricevuto la cortese visita dell’avvocato Marcello Scurria, sub commissario per il Risanamento a Messina.
LA “CASA”
Risultato? Una casa è arrivata ed è stata offerta alla famiglia di Mara: si trova al quartiere di Giostra, il “volano” come viene chiamata. Ma la gioia di Mara e della sua famiglia si è spenta in un attimo: è bastata visitare questa “casa interamente ristrutturata” per rendersi conto che non era proprio come volevano raccontargliela. Le foto parlano chiaro, qualcosa più di “una catapecchia”, che oltre le mattonelle saltate, e la pitturazione da rifare, mostra ampie zone di infiltrazioni d’umidità e muffa.
“Una casa con tutta questa muffa non può accogliere i miei figli con il broncospasmo” dice Mara. “Non credo che i miei figli si meritino di stare peggio” continua. Ma signora, potremmo dire noi, c’è l’ascensore… “Quando funziona” risponde Mara. Il marito, infatti, è andato ad informarsi sulle condizioni dell’ascensore: vecchio di decenni e spesso guasto, con un amministratore di condominio da poco cambiato che fa quel che può con risorse minime. Quindi con il rischio di rimanere nuovamente bloccati dentro. “Scale malandate con scalini rotti” dice il marito, “è quello che ho visto. Umidità alle pareti, una vera delusione“. Ma signori, potremmo dire noi, c’è il panorama. “Eccolo il panorama! Una discarica!” esclama Mara non accettando le chiavi.
Insomma il problema a Messina è il rispetto ed il riconoscimento della dignità, che non la perdi in caso di difficoltà. Perché è l’unica cosa che nessuno può toglierti, se sai dargli valore. E Mara non vuol perderla.
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