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Mara, Ferruccio, le scale ed i loro 6 figli con disabilità. Chiusi in casa e senza aiuti concreti. Dove sono i servizi sociali a Messina? “Qualcuno ci aiuti”

- 02/03/2024

La storia di Mara e Ferruccio è stata raccontata in un servizio giornalistico al TGRegione di Rai 3. Un minuto e mezzo circa, poco più di un lampo mediatico, che ha permesso di conoscere una storia messinese dignitosa, fatta di composto dolore e stoiche difficoltà, consumata nel silenzio educato dei loro 6 figli, che, per la crudezza dei casi della vita, li vede protagonisti di una vicenda nella quale la vera attrice principale è una malattia familiare che in modo spietato sta pian piano togliendo loro l’uso delle gambe, degli occhi, degli arti anche superiori.

LA MALATTIA

Si chiama paraparesi ed è qualcosa di simile alla paraplegia, con la sostanziale differenza che la capacità motoria non è ridotta completamente. Una malattia invalidante e di non facile identificazione e cura. Mara e Ferruccio su sei figli hanno subito la disperazione di aver dovuto accertare l’esistenza dei sintomi di questa patologia su ben 4 di loro, ma il più piccolo, cinque anni, dà già segni di soffrirne.

LE SCALE E LA LIBERTA’ NEGATA

Mara e Ferruccio ed i loro figli abitano in un appartamento a Santa Lucia sopra Contesse, un quartiere notoriamente non facile, ma ciò che maggiormente rende ancora più complicata la vita di due genitori, anche loro con non facili patologie, sono quelle rampe di scale che, dal terzo piano, separano i propri figli dalla normalità di poter andare a scuola, di socializzare, di vedere il sole. Due genitori e sei figli uniti come non mai, cosa difficile da vedere oggi come oggi. Una famiglia che quotidianamente affronta quelle scale tra sedie a rotelle e corpi portati a braccia, per scendere e salire, fino a scuola. Non si parla di giocare fuori, non se ne parla di incontrare amici e coetanei. Esiste solo una casa nella quale, grazie agli zii di Mara, che li hanno ospitati, dopo che l’abitazione dove la famiglia abitava in precedenza rischiava di allagarsi per la pioggia ed era stata assalita dai topi.

Ad agosto i due zii, però, sono venuti a mancare, uno dopo l’altro, e adesso questa casa a Santa Lucia sarà di certo oggetto di questioni legali legate alla successione che dovrà definire come dovrà essere divisa e come essere utilizzata. Pertanto il tempo stringe e questa famiglia deve trovare una soluzione il più in fretta possibile.

IL SILENZIO DEI SERVIZI SOCIALI: “L’ASSISTENTE SOCIALE SENTITA SOLO PER MESSAGGI…”. SI AFFITTI UNA CASA…

I servizi sociali lo sanno. Da anni. Ma ad oggi nulla è stato fatto: “Quello che mi sono sentita dire è che dovevo affittare una casa” racconta Mara, donna energica e collante vero della famiglia, confortata da Ferruccio, un compagno e padre gentile e dagli occhi infinitamente buoni.

Ho risposto all’assistente sociale ‘l’affitti lei una casa’. Un’assistente sociale che non ho mai visto di persona, che non conosce i miei figli, che non ha visto le scale che affrontiamo con i ragazzi giorno per giorno, con la quale parlavamo solo per messaggi e solo quando decideva di rispondere ai mie appelli, alle nostre richieste d’aiuto che sono sempre cadute nel vuoto” dice ancora Mara.

SCUOLABUS COMUNALE “MA I RAGAZZI DEVONO SCENDERE GIU’ “

Mi avevano offerto di poter usufruire dello Scuolabus comunale. Ho risposto che andava bene, perché avrebbe alleggerito mio marito dei chilometri a cui si sottopone per raggiungere le scuole in centro fino al liceo La Farina che una delle mie figlie frequenta. Ma quando ho chiesto le modalità del servizio l’assistente sociale mi ha comunicato che non è competenza degli operatori aiutarci a portare giù i nostri figli disabili. E allora, le ho detto, che me ne faccio? Così preferiamo soffrire ma accompagnare noi a scuola i nostri figli“.

“QUALCOSA E’ CAMBIATO MA DOPO RAI3”

Dopo la messa in onda del servizio giornalistico di Rai3 qualcosa è cambiato: “dopo neanche mezz’ora dalla fine del TG che ha mostrato in che condizione di isolamento e difficoltà vivono i miei figli ho ricevuto la chiamata dell’assessore ai servizi sociali del Comune Alessandra Calafiore, alla quale avevo scritto tante volte per il tramite dell’assistente sociale” racconta Mara con un sorriso amaro. “E’ stata cambiata l’assistente sociale. Non la conosco ancora molto bene ma almeno ha avuto un approccio più umano“.

“IL COMUNE PUO’ GARANTIRE PER NOI MA SENZA METTERE UN QUATTRINO”

Perché “l’approccio umano” è arrivato dopo il contributo filmato di RAI3… Ma la soluzione non è arrivata comunque. “Anche in questo caso, però – raccontano Mara e Ferruccio – ci è stata detta la stessa cosa, che dobbiamo affittarci una casa. L’unica differenza è che il Comune potrebbe ‘garantire’ per noi ma senza tirare fuori un quattrino. Perché il problema è che qualsiasi proprietario di casa o qualsiasi agenzia immobiliare risponde di no quando sanno che siamo in otto e che i miei figli stanno male… Il Comune farebbe in modo, così, di far superare questo ostacolo, ma, insomma dovremmo caricarci di un affitto che non possiamo permetterci, perché ogni centesimo che la nostra famiglia riceve, tra sussidi e pensioni di invalidità, va via interamente per le cure, visto che siamo costretti a recarci quasi ogni settimana a Catania per curare i ragazzi“.

POLICLINICO DI MESSINA, “DIECI ANNI PER UNA RISONANZA MAGNETICA”. L’INTERVENTO RISOLUTIVO DEL PROFESSORE BRAMANTI

L’esperienza al Policlinico di Messina, infatti, non è andata benissimo. “Abbiamo atteso DIECI anni per una risonanza e intanto la malattia andava avanti e si impossessava sempre di più del fisico dei nostri figli. Se non fosse stato per il Professore Bramanti non so come sarebbe andata a finire. E’ solo grazie a lui se oggi abbiamo un controllo, tra virgolette, della malattia dei ragazzi” sottolinea Mara.

NESSUNA PROSPETTIVA ED IL SILENZIO IN CONCRETO CONTINUA. MA I FONDI CI SONO

Insomma niente di fatto dai Servizi sociali se non un cambio di assistente sociale e la risposta inequivocabile: “Case non ce ne sono”. Neanche per un caso emergenziale e grave come questo. “Nessuna casa”. Ma i fondi ci sono eccome e forse, invece di avviare le procedure di acquisto di case da utilizzare per emergenze come questa, visto che gli alloggi di transito sono chiusi e non si sa nulla dello stato di avanzamento dei lavori, che sembrano assolutamente fermi, sarebbe, pertanto, meglio affittare delle abitazioni che possano risolvere in tempi brevissimi situazioni gravi e con minori in difficoltà come quelli di Mara e Ferruccio. Situazioni che sono numerose in città ma per le quali sembra che nulla si muova in concreto.

IL ‘RIMPROVERO’: “LEI PERCHE’ HA FATTO SEI FIGLI…?”

Qualcuno ci aiuti. Visto che nessuno al Comune fa niente, visto che mi sono anche sentita quasi rimproverare del fatto che ho sei figli, visto che non ci sono case e che ci hanno allargato le braccia, qualcuno ci dia una mano“. Al momento gli articoli di stampa ci raccontano di un’Amministrazione che “BECCA” anche le Chiese che non pagano i contributi per gli alloggi e gli immobili che fanno parte del patrimonio comunale. Ma di soluzioni per l’emergenza abitativa non si muove molto, quasi nulla. E allora…

Imprenditori, delegazioni politiche nazionali e regionali messinesi, cittadini. Chiunque può farlo in una città che si fregia della nomina di essere “caritatevole”, non sia il silenzio a chiudere ancora più di come già lo sono, le porte di casa a 6 ragazzi che hanno diritto alle cure, alla scuola, alla vita.