278 views 6 min 0 Comment

Delibera “tecnica” sul Caso Croce – Il Consiglio Comune di Messina si tutela, non decide nulla, neanche di avviare il procedimento di contestazione riguardo la posizione del consigliere Croce.

- 08/01/2024

Oggi non decidiamo altro se non di avviare un procedimento di contestazione di una eventuale ineleggibilità sopravvenuta nei confronti del consigliere Comunale Croce“, è quanto dichiarano, mani avanti, i consiglieri Felice Calabrò e Pippo Trischitta, a cui fanno eco tutti gli altri consiglieri intervenuti, in merito all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Messina di oggi che prevedeva la proposta di delibera n. 456 del 14 dicembre scorso ma che non è andata a votazione in quanto rinviata a data da destinarsi, legata al recepimento del parere dell’avvocatura dello Stato di Palermo e comunque entro un mese.

Insomma “un modo per tutelare proprio il consigliere Croce“, chiarisce ulteriormente il consigliere Calabrò. Ovvero di concedere la possibilità al consigliere Croce di poter chiarire, rispondere ed opporre controdeduzioni. Ma le dichiarazioni raccontano di una delibera “tecnica” proprio per tutelare il Consiglio Comunale circa l’iter di dichiarazione di possibile decadenza del consigliere Maurizio Croce.

E quindi? Nulla. Non si procede a nessuna decisione se non quella di astenersi dal decidere in merito alla posizione del consigliere Maurizio Croce che è anche, con incarico ricevuto dopo la sua elezione, delegato del Commissario straordinario al dissesto idrogeologico per la Sicilia, il Presidente della Regione Renato Schifani. “Nessuno rimuove nessuno” è il passa parola in Consiglio comunale a Messina riguardo alla posizione di Maurizio Croce. Insomma nessuno si prende la responsabilità di decidere. Ciò che emerge dal dibattito in aula è che era necessario far emergere il problema insito nel “caso Croce” in quanto non farlo, in caso di irregolarità della sua posizione, sarebbe grave non averlo fatto. Insalubre come nuotare nell’acqua stagnante.

“Si tratterebbe di inadempienza non porre la questione” chiarisce Pergolizzi. Affermazione questa che chiarisce ulteriormente che da qui al dichiarare la decadenza del consigliere Maurizio Croce ne corre e non poco, con tutte le responsabilità che ne deriverebbero.

Certo è che il parere dell’avvocatura di Stato di Palermo circa la questione, parere richiesto dallo stesso consigliere Croce, ma il cui contenuto mai è stato portato a conoscenza del Consiglio, avrebbe potuto chiarire, probabilmente, in modo ampip e certo la vicenda e, soprattutto, su come operare. Ciò, attualmente, manca a questo Consiglio Comunale che ha mostrato di muoversi, pertanto, con grande cautela.

Nessun riferimento circa le assenze” dice il consigliere Libero Gioveni, capo gruppo di Fratelli d’Italia. “Questo aspetto non è inserito nella delibera e, probabilmente ciò avviene perché anche l’ex consigliere e presidente del Consiglio comunale Cateno De Luca si è assentato in modo rilevante. un chiarimento andrebbe dato” dice Gioveni.

E poi c’è il punto della regolarità stessa della delibera relativamente alla mancanza della firma della Segretaria Generale del Comune di Messina Rossana Carrubba. Ma a questo punto è Pergolizzi a fornire spiegazioni: “La delibera è stata redatta dalla dirigente comunale Laura Strano. La mancanza della firma di avallo della delibera non è firmata dalla Segretaria generale in quanto implicitamente approvata. Nei casi in cui una delibera non fosse conforme o contestata dalla Segreteria generale la stessa verrebbe ritirata“. Ma la mancanza del visto di approvazione della Segreteria Generale consente il mantenimento del valore di regolarità della Delibera? Non apre la strada a prevedibili azioni impugnative?

Lo stesso potrebbe dirsi anche circa l’applicazione del decreto legislativo 39 del 1993 che, secondo l’ANAC (parere pervenuto a luglio dello scorso anno) non si applicherebbe al caso specifico in quanto il Consigliere Croce non ha ricevuto un incarico regionale, determinando l’avvenuta incompatibilità, ma un incarico statale. Il Presidente della regione, infatti, nomina Maurizio Croce suo delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana vista la sua qualità di Commissario Straordinario. Un punto questo sul quale si è notata evidente l’insicurezza nel merito da parte della stessa dirigente comunale Laura Strano ma così come di tutti i consiglieri del civico consesso messinese.

E’ un caso politico? O di opportuna evidenza in quanto non ignorabile? Certo è che il cosiddetto “Caso Croce” si apre a maggio, ma diventa di interesse operativo solo a dicembre dell’anno passato. Perché è passato tanto tempo prima di “aprire il procedimento e la discussione” come è stato detto oggi, 8 gennaio 2024, in Consiglio Comunale. “Come minimo ci vorranno 3 consigli comunali prima che venga presa una decisione” ha ribadito la consigliera Antonella Russo del PD.

Da evidenziare che il centrodestra, che aveva i maggiori numeri in aula, avrebbe potuto chiedere la votazione della delibera ed affondarla, ma ha preferito chiedere la produzione del parere dell’avvocatura e rinviare la decisione. Viste le assenze in aula da parte di molti consiglieri deluchiani, era un’operazione possibile.

Nel frattempo il Consigliere Maurizio Croce, visto che la decisione sulla proposta di delibera è stata rinviata a data da destinarsi, avrà tempo per opporre le sue controdeduzioni e chiarimenti, ma soprattutto potrebbe mettere a disposizione del Consiglio quel parere dell’avvocatura di Stato di Palermo che ad oggi non è stata prodotta. Nel frattempo “nulla oggi verrà deciso“.