
La storia del Torrente Larderia, ripulito in modo esemplare dopo ben 40 anni, ma rimasto così come era nei primi 300 metri del suo percorso, ha dell’incredibile, almeno per come la racconta il suo protagonista. La storia inizia quando Domenico Lembo, imprenditore, proprietario di una villetta “regolarmente catastata” come dice lui stesso, invia mail e pec affinché, con il maltempo incombente, il Comune di Messina provveda a ripulire il torrente Larderia, il cui alveo si trova proprio accanto alla sua casa, in quanto da ben 40 anni è completamente invaso da erbacce, materiali di risulta, pietrame e rifiuti.

LA PEC “SCOMODA”
Inizia da qui, anzi da una PEC che il signor Lembo, dopo non aver ricevuto risposta alcuna dal Comune di Messina, invia alla Regione Siciliana, definendo la situazione quale “altamente pericolosa per il paese di Larderia”. Ed in effetti sappiamo tutti cosa vuol dire un alveo di torrente non sottoposto a pulizia e manutenzione in caso di piogge abbondanti come ormai i cambiamenti climatici ci hanno insegnato. La PEC, quindi, che parla di “Paese in pericolo” per colpa del maltempo, arriva fin sui tavoli degli uffici incaricati del Comune di Messina e scatta il sopralluogo.

L’INGEGNERE DEL COMUNE “INIZIAMO MA … NON DA QUI”
L’ingegnere che incontra il signor Lembo, dopo aver fatto il sopralluogo e la stessa strada che abbiamo percorso noi ad alveo pulito, prende nota della situazione e dispone i lavori, ma… “Mi ha detto che i lavori sarebbero iniziati ma non certo a partire dalla mia casa, che poi coincide proprio con l’inizio dell’alveo alle pendici della collina” racconta Lembo. “Mi ha sottolineato che i lavori non sarebbero iniziati certo da lì ma … da 300 metri più a valle“. Insomma, a lavori finiti, la casa del signor Lembo rimane a rischio inondazione in quanto l’alveo per i primi 300 metri è completamente pieno di materiali di risulta, erbacce, alberi che potrebbero contribuire alla formazione di un tappo che, come ci mostra Lembo, anche per colpa di un rudere di uno degli “scalini” dell’alveo “convoglierà l’acqua proprio contro casa mia”.

I LAVORI FATTI A SPESE PROPRIE E LA VIOLENZA DELL’ACQUA
Il precedente c’è già stato e lo racconta Lembo: “Prima dell’ultima forte pioggia avevo provveduto a richiedere l’autorizzazione all’autorità di Bacino ad effettuare dei lavori a spese mie al fine di creare una sorta di protezione nell’alveo affinché l’acqua che proviene dalla collina di Dinnammare non finisse contro la mia casa. Ma, a lavori ultimati, l’acqua delle ultime piogge torrenziali ha completamente distrutto ed azzerato quanto avevo fatto fare, riproponendo il rischio altissimo che la mia casa si trovi sommersa“.

LA MOTIVAZIONE DEGLI UFFICI COMUNALI
Insomma il Comune ad oggi, ed i lavori sono finiti pochi giorni fa, sembra non intendere a provvedere alla messa in sicurezza di quegli ultimi 300 metri, nonostante il lavoro splendido, bisogna dirlo, effettuato su circa 5 chilometri di alveo del torrente di Larderia. “Sono solo 300 metri ma gli uffici comunali e l’ingegnere di cui non faccio il nome, non intendono provvedere. Dicono che i mezzi non possono operare in questo tratto. Ma faccio notare come mostrano le immagini che si tratta di una pendenza ed una asperità di terreno UGUALE a quella dove hanno già operato per ben cinque chilometri. Insomma cosa ho fatto di male? Forse l’aver segnalato alla Regione che il Comune di Messina se ne fregava?“.
Lembo non demorde: “Non mollerò fin quando non interverranno e coinvolgerò tutti a tutti i livelli. Se accadrà qualcosa a me o alla mia famiglia, o alla mia casa, denuncerò tutti!“.




