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Viviana e Gioele – Quella famiglia del Nord, testimoni che la Procura non riesce a trovare

- 14/08/2020

Sono le 11.00 del mattino del 3 agosto. Una famiglia composta da padre, madre e due figli adolescenti percorre l’autostrada A20, Messina-Palermo, proprio all’altezza di Caronia, proprio in prossimità del punto in cui l’auto di Viviana Parisi, con a bordo il figlioletto di 4 anni, Gioele, sta per urtare quel furgoncino con a bordo due operai. E’ un gruppo familiare in vacanza in Sicilia e proviene dal Nord: il padre è un uomo di corporatura eobusta, quasi calvo e molto abbronzato, indossa una polo d colore rosso o arancione. La madre ha invece la carnagione chiara, indossa un abito blu e tiene i capelli raccolti. Con loro due figli adolescenti. E’ proprio mentre questa famiglia  percorre l’autostrada che l’auto di Viviana urta in galleria un furgone con a bordo due operai che si occupano della manutenzione. Dopo l’urto la donna arresta la macchina. Così fanno anche i due operai e si prodigano per segnalare al traffico in arrivo l’incidente. Nel frattempo Viviana, riferiscono i due operai, si allontana dall’auto ed imbocca quella stradina sterrata passando dal varco tra il guardrail ed il cancello ai margini della sede autostradale. Ma chi ha visto Viviana con il bambino sono proprio i componenti di quella famiglia di turisti, che si ferma in una piazzola di sosta per prestare aiuto alla donna che intanto si allontana. “Un’azione meritoria quella di fermarsi” dice il Procuratore Cavallo. “Fatene un’altra venendo a testimoniare” continua il procuratore.

La presenza della famiglia è confermata da una chiamata, la prima, fatta dai soccorritori al 112: “Una donna con un bambino”, dice la voce fuori campo: la conferma che Gioele è con la madre mentre si allontana verso il boschetto di Caronia. “Una testimonianza importante la loro” continua il Procuratore di Patti, “riteniamo abbiano scavalcato anche loro per cercare di soccorrere Viviana Parisi”. Ma della famiglia non c’è traccia, la Procura non riesce a rintracciarla. Intanto le ricerche continuano anche oggi con più di 70 persone tra polizia, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Guardia di Finanza e Carabinieri, in luoghi impervi che si tsa procedendo a disboscare per agevolare le ricerche. Continua a sconcertare che un’autostrada, come l’A20, non avesse e non ha telecamere di sicurezza che avrebbero consentito di dare un volto a quella famiglia e che avrebbe anche svelato il mistero della presenza del bambino con la madre in quel momento. Circostanza chiave di tutta la vicenda.