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Ex hotel Riviera: riaperte le porte si riaccendono i riflettori. De Luca “la sfida è aperta agli imprenditori messinesi”

- 09/11/2019

Messina, 9 novembre

Le porte dell’ex Hotel Riviera si sono riaperte stamattina alle 10.00, come è stato possibile vedere per chi ha seguito la diretta Facebook del Sindaco. Cateno De Luca ha preso un caffè con aggiunta di panna “l’unico vizio che mi permetto la mattina“, fatto un selfie con il proprietario del bar di viale della Libertà, ed infilata la tuta e la maschera anti polevere, con caschetto anti urto è entrato nei locali con giornalisti al seguito. “Divisa” meno integrale per il vice sindaco Salvatore Mondello (più abituato ai cantieri del Sindaco) e per il presidente di Arismé, Marcello Scurria. Avevamo già visitato questa struttura ed è sostanzialmente rimasta come ce la ricordavamo, circa 5 anni fa.

L’abbiamo già scritto: una bomba ecologica, tra amianto, calcestruzzo demolito da un tentativo della famiglia precedente proprietaria, i Russotti, di adattarla ad uffici, ed intonaco e non solo bruciato dall’incendio del quale ancora nessuno si spiega. Insomma, come ha detto un collega giornalista, per ristrutturarlo, qualora la struttura sia in grado di garantire la portanza, ci vorrà “un conzu e na pala“. Ma De Luca ha una strategia chiara e netta ma che ancora qualcuno non ha compreso: messa in vendita all’asta al prezzo di 10 milioni, 808 mila e varie, se entro il prossimo 29 novembre nessuno presenterà offerta allora si andrà alla vendita con asta alla migliore offerta. Un immobile questo che è appetibile solo per la posizione, di fronte allo Stretto di Messina e con una vista mozzafiato, ma che dopo il panorama basta girarsi per rendersi conto di come di “utile” vi sono solo i muri. L’ex Hotel Riviera ha già capitalizzato danni erariali elevati in pochi anni ed una querelle legale che il sindaco De Luca ha tutta l’intenzione di portare fino in fondo.

Dopo l’acquisizione l’immobile ha già consolidato un danno tale per la ex Provincia che si ripercuote ancora oggi” ha detto il Sindaco in tutina bianca “ecco perché non ho alcuna intenzione di accettare nè di valutare permute con altri immobili. Qui ci vogliono soldi contanti, moneta sonante, altro che l’accordo precedente che aveva visto l’amministrazione Accorinti concludere uno scambio tra questa struttura ed un altro manufatto nel quale era previsto che si facesse una sede della Polizia Provinciale per un valore di 11 milioni di euro! Ma quale Ente locale spenderebbe una simile cifra per una sede della Polizia Provinciale?“. Un’operazione quella della permuta ai tempi di Accorinti non andata in porto per il ritiro in buon ordine dei proponenti “impossibilità di ottenere il mutuo” ha riferito De Luca, “una motivazione che non sta né in cielo né in terra!” ha continuato.

Dunque nessuna permuta, ma solo la cifra intera di quasi 11 milioni. Possibilità molto utopistica, anzi impossibile: quali imprenditori spenderebbero 11 milioni di euro per acquisire un immobile che per ristrutturarlo e renderlo quanto meno abitabile dovrebbero spendere altri 7/8 milioni di euro? Non è un’operazione commercialmente conveniente. Così il sindaco vola verso la seconda opzione: asta pubblica alla migliore offerta, con proposta dell’ARISME’. La società comunale ha un vantaggio rispetto ad altre società private: la Legge 10 per il risanamento. La Legge 10 rimodulata infatti consente al Comune di Messina non solo di essere finanziato per l’acquisto ma anche per la ristrutturazione dell’ex Riviera al fine di procurare nuovi immobili da destinare al Risanamento. “E l’operazione si chiuderà entro dicembre di quest’ anno” dichiara fermo De Luca, alla faccia dei falsi “benaltristi“.

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