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Taormina, le Partecipate: i budget 2026-2028 tra pareggi contabili e le barricate dell’opposizione

- 20/12/2025
consiglio comunale taormina foto de luca

Via libera ai conti delle tre “sorelle” comunali: pareggio tecnico fino al 2028. Ma la minoranza attacca: «Documenti fantasma e costi fuori controllo, così è un salto nel buio»

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TAORMINA – È una partita a scacchi che si gioca su tre tavoli diversi, ma con un unico portafoglio: quello della città. L’amministrazione De Luca ridisegna il futuro gestionale di Taormina attraverso i bilanci preventivi 2026-2028 delle sue tre braccia operative: Taormina Social City, Patrimonio Taormina e Fondazione Taormina. I documenti, approvati dai rispettivi CdA e pronti per il Consiglio Comunale, raccontano una gestione improntata al pareggio di bilancio e alla stabilità contabile. Dall’altra parte della barricata, però, l’opposizione di Progetto Ricostruzione Taormina (PRT) lancia l’allarme: piani stravolti in sei mesi, documenti mancanti e costi che lievitano senza una chiara strategia.

Taormina Social City: il nodo dei costi e del personale

L’Azienda Speciale che si occupa di welfare e servizi scolastici presenta un bilancio in perfetto equilibrio, con un valore della produzione che sfiora i 2,74 milioni di euro per ciascun anno del triennio. Il Direttore Generale Giuseppe Bartorilla ha disegnato un piano dove i servizi educativi e la Casa di Riposo fanno la parte del leone nei ricavi. Tuttavia, il costo del personale pesa in modo massiccio: oltre 1,68 milioni di euro l’anno, una voce definita “strutturale e prevalente”.

Secondo il consigliere Luca Manuli e il gruppo PRT, il budget arriva in aula «senza il Piano Programma previsto dall’art. 114 del TUEL». Non solo forma, ma sostanza: si contesta un aumento del personale da 54 a 72 unità e un’impennata dei costi del 57% per le attività da internalizzare, a fronte di una riduzione del 30% dei ricavi previsti per la Casa di Riposo. «Se si allocassero correttamente i costi, risulterebbe evidente che l’internalizzazione ha generato un costo reale», attacca la minoranza.

Fondazione Taormina: ambizioni ridimensionate?

Doveva essere il motore culturale e turistico della Perla dello Ionio. Il bilancio preventivo della Fondazione, guidata dal Sovrintendente Rosario Coppolino, prevede ricavi per circa 1,6 milioni di euro annui, derivanti in gran parte dal contratto di servizio con il Comune (700mila euro) e dalla gestione di beni terzi ed eventi. Tra gli obiettivi: la destagionalizzazione e il lancio del “Taormina Pass”.

Ma per l’opposizione, i numeri raccontano una retromarcia. Rispetto all’atto costitutivo votato pochi mesi fa, PRT denuncia variazioni al ribasso del 50-60%: i ricavi crollano da 3,6 a 1,6 milioni e l’autofinanziamento si riduce drasticamente. «È stato eliminato il distacco del personale precedentemente previsto, riducendo l’organico da 15 a 9 unità», osserva la minoranza, lamentando l’assenza di un’analisi costi-benefici per la concessione gratuita di gioielli come Palazzo Corvaja e il Palazzo dei Congressi.

Patrimonio Taormina: il mistero del piano fantasma

La terza gamba del sistema, l’Azienda Speciale Patrimonio, si occupa della gestione degli asset comunali. Anche qui, il bilancio chiude a zero, con un pareggio tecnico garantito da entrate e uscite che si bilanciano attorno ai 900mila euro a regime nel 2028.

Tuttavia, è la società che attira le critiche più aspre sul metodo. «Il bilancio si compone esclusivamente della tabella del Piano Economico-Finanziario», denuncia PRT nella sua dichiarazione di voto. Mancherebbero all’appello il Piano Programma, il piano degli investimenti e il fabbisogno del personale. Un vuoto documentale che, secondo l’opposizione, rende impossibile il “controllo analogo”, trasformando la partecipata in una scatola nera proprio mentre le risorse assegnate sembrano destinate a crescere.

Il verdetto politico

Mentre i Revisori dei Conti hanno espresso parere favorevole su tutta la linea, certificando la congruità e l’attendibilità delle previsioni per tutte le aziende, lo scontro politico è totale. Per l’amministrazione, questi bilanci sono lo strumento per “consolidare la piena attività” e garantire servizi efficienti. Per Marco Rao (PRT), invece, siamo di fronte a piani «inadeguati e incompleti» che rischiano di trasformarsi «solamente un costo per i cittadini e leve di equilibrio politico».

Il Consiglio Comunale è chiamato al voto, ma la battaglia sui numeri è appena iniziata.

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