
Il capogruppo in Consiglio traccia la mappa delle criticità: dalla carenza di assistenti sociali al divario Nord-Sud sui centri educativi. «Sussidi per l’affido e formazione professionale le priorità»

MESSINA – Il disagio giovanile non è un tema che si può esaurire nel tempo contingentato di una seduta consiliare. È questo il monito lanciato da Libero Gioveni, capogruppo in Consiglio comunale, a margine del confronto in Aula che ha visto la partecipazione dell’Amministrazione, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza e di un delegato del Provveditorato agli Studi.
Un incontro istituzionale necessario, ma considerato da Gioveni solo un punto di partenza per affrontare una realtà sfaccettata e preoccupante. «Non può certamente bastare una semplice seduta o una Commissione per approfondire i tanti aspetti del problema», ha dichiarato il consigliere, che durante i lavori ha voluto comunque accendere i riflettori su una serie di urgenze non più rinviabili per il tessuto sociale messinese.
L’intervento del capogruppo ha toccato nervi scoperti del sistema di welfare cittadino. Oltre ai temi ormai cronici della dispersione scolastica e dell’aumento dei disturbi alimentari tra i giovanissimi, Gioveni ha puntato il dito sulle carenze strutturali. Tra le questioni sollevate, spicca la «non equa distribuzione dei centri socio-educativi», che penalizza alcune aree creando un divario tra la zona nord e la zona sud della città, e la drammatica assenza di comunità di doppia diagnosi, fondamentali per trattare i casi più complessi che associano disturbi psichiatrici a dipendenze.
Al centro dell’analisi anche il sistema di accoglienza. Se da un lato Gioveni chiede di «migliorare l’erogazione dei sussidi» per il prezioso servizio di affido dei minori, dall’altro evidenzia la scarsità di strutture residenziali per minori disagiati. In questo quadro a tinte fosche, il consigliere individua però un esempio virtuoso: «L’IPAB all’Annunziata è un vero fiore all’occhiello e un modello da seguire», ha sottolineato, invitando le istituzioni a replicare quello standard di assistenza.
Le proposte: oratori e lavoro
Non solo assistenza, ma anche prevenzione e prospettive future. La ricetta di Gioveni per arginare il disagio passa per il potenziamento dei presidi territoriali, riconoscendo «l’importanza degli oratori nelle parrocchie per la crescita dei ragazzi», e per un rilancio concreto della formazione professionale, su cui mancano ancora incentivi adeguati.
La chiusura è un appello operativo: per reggere l’urto di queste problematiche, il sistema ha bisogno di risorse umane. Da qui la richiesta di «aumentare il numero degli assistenti sociali», figure chiave per intercettare il bisogno prima che diventi emergenza. «Gli spunti sono tanti e il tempo era limitato – conclude Gioveni – ma l’attenzione deve restare alta».










