68 views 3 min 0 Comment

Carceri, l’allarme sovraffollamento e la «carezza» dei Garanti di Messina: papà e figli riuniti a Gazzi

- 16/12/2025
immagine_festa carceri

In uno degli anni più drammatici per gli istituti di pena italiani, con tassi di presenza record, l’iniziativa dei Garanti a Messina: «La pena non sia desertificazione degli affetti»

WhatsApp vds

In quello che viene definito «uno degli anni più bui della storia delle carceri italiane», una luce si accende oltre le mura della Casa Circondariale di Gazzi. Mentre il sistema penitenziario nazionale scricchiola sotto il peso dei numeri, a Messina va in scena un tentativo di restituire normalità a chi vive recluso: una “Giornata delle famiglie” per permettere ai detenuti di riabbracciare i propri figli, senza il filtro di un vetro divisorio.

L’iniziativa, svoltasi il 15 dicembre 2024, nasce dalla sinergia tra i due Garanti cittadini, Giovanni Amante (diritti dell’infanzia) e Lucia Risicato (diritti delle persone private della libertà). Un evento che assume un significato politico e sociale profondo se letto in controluce rispetto ai dati drammatici diffusi da Antigone Onlus proprio in questi giorni. Il quadro tracciato nel comunicato è impietoso. Dicembre 2025 segna un record negativo: rispetto all’inizio dell’anno si contano 2.007 detenuti in più, portando la popolazione carceraria totale a 63.868 persone (contro le 61.861 di gennaio). Il tasso di sovraffollamento ha toccato quota 138,4%, una soglia critica ormai vicinissima a quella che, nel 2013, costò all’Italia la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Ancora più doloroso il bilancio delle vite spezzate e dell’infanzia negata: sono 77 i suicidi registrati ad oggi, il terzo dato più alto di sempre, mentre i bambini costretti a vivere in cella con le madri sono raddoppiati, passando dai 12 di inizio anno agli attuali 24. Una situazione che, avvertono i Garanti, rischia di porre il sistema penitenziario italiano fuori dai binari costituzionali, violando quel senso di umanità imposto dall’articolo 27 della Carta.

È in questo contesto di emergenza che l’iniziativa di Gazzi prova a invertire la rotta. L’obiettivo dichiarato da Amante e Risicato è contrastare quella che la Corte Costituzionale ha definito «desertificazione affettiva»: il rischio, cioè, che la pena si trasformi in una recisione totale e irreparabile dei legami familiari.

«Il carcere è privazione di libertà ma non può essere privazione di diritti, per i detenuti e per i loro familiari», si legge nella nota congiunta. L’incontro del 15 dicembre non resterà un caso isolato, ma rappresenta il primo di una serie di appuntamenti periodici volti a tutelare il diritto alla genitorialità e l’integrità emotiva dei minori.

L’evento è stato reso possibile non solo dalla disponibilità dell’amministrazione penitenziaria, ma anche grazie a una rete di solidarietà cittadina che ha coinvolto associazioni come Terra di Gesù e Arcigay, oltre al contributo di privati come la Rosticceria Famulari e donatori anonimi. Un segnale che, anche di fronte a un’emergenza nazionale, le comunità locali possono fare la differenza per mantenere un ponte tra il “dentro” e il “fuori”

carcere 2 1
triolo banner
triolo banner