
Doveva essere l’iniziativa simbolo per il rientro dei cervelli (e dei lavoratori) a Natale. Si è trasformata in una crudele lotteria online. Polverizzati i biglietti per le date cruciali. E ora scatta l’umiliazione del bagarinaggio social.

MESSINA – Non chiamatelo servizio pubblico. Chiamatela riffa, lotteria, o forse “Hunger Games” in salsa sicula. Stamattina, decine di migliaia di fuorisede siciliani si sono scontrati con la dura realtà di un’iniziativa che, partita con le migliori intenzioni, è deragliata sui binari della disorganizzazione. Il Sicilia Express, il treno speciale voluto dalla Regione per calmierare il caro-voli e riportare a casa studenti e lavoratori per le feste, ha dichiarato il tutto esaurito nel tempo di un caffè.
La cronaca di un disastro annunciato
La timeline della mattinata è la fotografia di un fallimento gestionale. Ore 10:00: si aprono le prenotazioni. Ore 10:20: il panico serpeggia sui social. Ore 10:30: il verdetto ufficiale. I canali dell’iniziativa comunicano il sold out per le uniche due date che contavano davvero: l’andata del 20 dicembre (dal Nord verso l’Isola) e il ritorno del 5 gennaio.
In trenta minuti, il sogno di tornare in Sicilia a un prezzo onesto è svanito per migliaia di persone. Restano disponibili – magra consolazione – i biglietti per il 27 dicembre e il 10 gennaio, date utili forse per chi è in ferie perenni, non certo per chi lavora o studia con scadenze reali.
Quattro giorni di preavviso: la beffa della tempistica
Ciò che indigna non è solo l’esaurimento dei posti (prevedibile, vista la fame di mobilità), ma la modalità. È accettabile aprire le prenotazioni il 16 dicembre per un treno che parte il 20? Quattro giorni di preavviso. Una finestra temporale che suona come una condanna: chi non è riuscito a cliccare abbastanza in fretta stamattina, ora si trova con le spalle al muro.
Le alternative? Aerei a prezzi da gioielleria o bus della speranza già pieni. L’Amministrazione regionale ha trattato il diritto alla mobilità come un last minute turistico, ignorando che per un fuorisede organizzare il Natale non è un capriccio, ma una necessità logistica ed economica.
«Nessun problema tecnico», solo un’illusione ottica
Dagli organizzatori fanno sapere che non ci sono stati crash del sistema, “solo un grandissimo afflusso di richieste”. Come se questo fosse un’attenuante. Al contrario, è l’aggravante. Sapere che la domanda è oceanica e rispondere con un secchiello d’acqua (pochi posti, zero programmazione) trasforma un’operazione politica in uno spot boomerang. «È stata una presa in giro», scrivono gli utenti inferociti. E difficile dar loro torto. Offrire pochi posti a ridosso del Natale sa più di mossa propagandistica (“Abbiamo fatto il treno”) che di reale politica dei trasporti.
L’umiliazione del mercato nero
Come se non bastasse il danno economico, arriva la beffa sociale. Il rischio adesso è che si creai un sottobosco di illegalità e sciacallaggio con la rivendita di biglietti on line a prezzi tutt’altro che legittimi, che una gestione oculata e tempestiva avrebbe dovuto prevenire. Invece, il “Sicilia Express” rischia di diventare il treno degli speculatori, mentre chi voleva solo riabbracciare i parenti resta a terra, con il portafoglio vuoto e l’amaro in bocca. La Sicilia meritava un ponte di collegamenti veri, non una lotteria di fine anno.










