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Risk Management di Arezzo, l’ASP di Messina traccia la rotta: droni e tecnologia per una sanità che azzera le distanze

- 29/11/2025
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Al Forum Risk Management nazionale di Arezzo l’Asp di Messina in primo piano illustra l’evoluzione dei suoi progetti per garantire l’equità anche in contesti complessi come isole minori e aree interne, l’uso intelligente dei dati in sanità, e spiega come anticipare le criticità nei penitenziari, e modelli per evitare traumi e costi sociali della comunità.

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Alla 20esima edizione del Forum sul Risk Management al Centro congressi e Fiere di Arezzo l’ASP di Messina in primo piano in ambito nazionale, partecipando, oltre che come azienda sanitaria, come ente capofila della Sicilia Orientale, e presentando l’evoluzione di suoi quattro progetti unici inquadrati nella sezione di Gestione del Rischio Sanitario.

La Direzione Strategica composta dal Direttore Generale Giuseppe Cuccì, dal Direttore amministrativo Giancarlo Niutta e dal Direttore Sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi illustrando le idee innovative ha scritto: “Abbiamo portato una visione orientata al futuro: il rischio non come controllo “a valle”, ma come leva di progettazione dei servizi nella riforma in corso. In chiave One Health, la sicurezza delle cure viene letta come risultato di ecosistemi interconnessi, persone, ambienti di cura, tecnologie, territorio e determinanti ambientali, con obiettivi concreti: prevenzione proattiva degli eventi avversi e delle ICA, uso intelligente dei dati per anticipare criticità, e modelli di prossimità capaci di garantire equità anche in contesti complessi come isole minori e aree interne. L’impegno dell’Azienda è costruire un sistema che impara prima che accada il danno, più sicuro, sostenibile e vicino ai cittadini”.

“Questi progetti trasformano – ha spiegato Giancarlo Niutta presente ad Arezzo per tutta la Direzione Strategica – l’innovazione in sicurezza concreta per pazienti e comunità, riducendo tempi critici, errori e disuguaglianze.
Misurare ogni passo con indicatori chiari: meno eventi avversi, migliore esito clinico e più fiducia dei cittadini”. I quattro progetti riguardano il corridoio aereo sanitario per il trasporto di sangue medicinali da Patti a Lipari, e in seguito, negli ospedali della zona tirrenica nebroidea; il piano integrato di educazione per la sicurezza stradale per sensibilizzare i giovani nelle scuole e nei locali dei borghi della provincia, l’App di continuità assistenziale per controllare gli accessi e l’evoluzione dello stato di salute dei pazienti nei pronto soccorso e in alcuni reparti di nosocomi con possibilità di avere anche nella applicazione la cartella sanitaria elettronica e infine la telemedicina in carcere.

“Insieme, questi progetti – continua Niutta – realizzano una visione operativa del modello One Health, dove salute umana, sistemi, ambiente e tecnologia convergono per ridurre i rischi, garantire equità di accesso e rafforzare la resilienza dei servizi. La scommessa è l’integrazione persone–sistemi–territorio: connettere quindi ospedali, territori, trasporti, carcere, isole minori e protezione civile.
Il tutto con la sicurezza come continuum: dalla prevenzione alla risposta tempestiva, fino al follow-up e alla riabilitazione, con tracciabilità dei dati e processi standard. Importanti l’equità e la prossimità con la riduzione del divario di accesso per aree remote, popolazioni vulnerabili e contesti a maggiore rischio. Infine, sono fondamentali sostenibilità e resilienza: tecnologie mature, interoperabilità e governance risk-based per contenere costi, ridurre emissioni e garantire un’ottima continuità operativa”.

La prima proposta riguarda il corridoio aereo sanitario con droni per il trasporto di sangue e medicinali in tempi ottimali tra gli ospedali di Patti e Lipari, vincendo la difficoltà delle condizioni meteo o logistiche avverse per i trasporti tradizionali, e in seguito, tra gli ospedali della provincia tirrenica e nebroidea caratterizzati da strade di difficile percorrenza, tortuose o montuose. Gli intenti sono sempre quelli di ridurre drasticamente i tempi di trasferimento di emoderivati, campioni biologici, farmaci urgenti e piccoli con l’abbattimento dei tempi “door-to-lab/door-to-therapy” in urgenza. Un’idea nata dal direttore dell’unità operativa complessa di Medicina Trasfusionale di Patti Gaetano Crisà e progettato e realizzato da Abzero, spin off della scuola Sant’Anna di Pisa.

Il funzionamento lo ha spiegato nel dettaglio il Ceo di Abzero Giuseppe Tortora: “Il sistema garantisce una continuità territoriale che il mare non permetterebbe e riducendo enormemente i tempi di trasporto e consegna dell’80% e i costi diretti del 40%”. Il drone, dotato di una capsula intelligente con sistemi di monitoraggio che assicurano la conservazione ottimale (temperatura, umidità, vibrazioni e integrità del contenuto) del materiale sanitario trasportato, garantisce il rispetto delle norme di sicurezza senza bisogno dell’ausilio di operatori: “Utilizzando una semplice app – ha proseguito Tortora – il sistema viaggia, decolla e atterra, in totale autonomia, e l’ospedale ricevente può tranquillamente ritirare il materiale contenuto nella Smart Capsule che grazie ai suoi sensori, ha mantenuto il bene inalterato e monitorato”.

“La prima rotta, lunga circa 37 chilometri, è stata percorsa in soli 27 minuti. “E più avanti, con droni più potenti, arriverà a 15 minuti. Non è difficile immaginare quanto questo ausilio potrebbe essere rivoluzionario per il nostro Servizio sanitario nazionale”. Il secondo sistema innovativo ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare la comunità, in particolare i giovani, sull’importanza della sicurezza stradale. La campagna ha lanciato un messaggio chiaro: guidare con prudenza, attenzione e rispetto per sé e per gli altri può salvare delle persone.

L’Unità Operativa Educare e Promuovere alla Salute diretta da Chiara Schirò, ha organizzato, con la collaborazione di enti e associazioni, diverse iniziative tra le quali: distribuzione di materiale informativo e kit etilotest sulle navi nello Stretto di Messina. In programma, ulteriori idee rivolte alla sicurezza stradale e ai giovani: attività educative nelle scuole secondarie di primo e secondo grado; distribuzione di materiali e kit per l’auto misurazione del tasso alcolemico. Impatto One Health:con la sicurezza della comunità, riduzione dei costi sociali ed ambientali, filiera integrata prevenzione–emergenza–riabilitazione. La terza progettualità riguarda l’App di continuità di cura voluta da Antonino Longo Minnolo, dirigente responsabile dei Sistemi Informatici Aziendali.

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Chiunque abbia vissuto un’esperienza ospedaliera sa quanto sia difficile ottenere informazioni chiare e tempestive. Spesso i familiari attendono ore senza sapere nulla, e questo genera stress, frustrazione e, talvolta, conflitti con il personale sanitario. L’applicazione diventa un compagno di cura e di assistenza ai familiari che vogliono conoscere la situazione dei loro malati. Funzionalità principali riguardano la visualizzazione degli accessi ai Pronto soccorso degli ospedali del territorio e indicazioni sui tempi stimati. E per il futuro con la cartella sanitaria elettronica anche questa potrà essere anche questa scaricata e conservata. Non si tratta solo di tecnologia, ma di umanizzazione della cura: dare voce alle persone, ridurre l’ansia e restituire fiducia.

La finalità è la scurezza del paziente con meno errori di transizione, maggiore aderenza terapeutica, trasparenza sui tempi e riduzione dell’ansia da incertezza. Il quarto progetto tratta della telemedicina in carcere ed è stato progettata sempre da Antonino Longo Minnolo e voluta dal dirigente Carmelo Crisicelli. Il diritto alla cura per persone detenute è un bisogno impellente. Hanno bisogno di un’assistenza sanitaria equivalente a quella della popolazione generale, senza compromettere sicurezza, tempi di cura, qualità e umanità. Con teleconsulti tra medici del carcere e specialisti ospedalieri, telemonitoraggio dei parametri per pazienti cronici e fragili, accesso a referti, piani terapeutici e diario clinico digitale. Le postazioni dedicate prevedono video tutoraggio ad alta qualità, dermatoscopi e dispositivi di imaging e dove necessario dispositivi per glicemia e pressione. Obiettivi per le strutture penitenziarie, focus su cronicità, salute mentale, e riduzione trasferimenti esterni e tempi di attesa per visita specialistica con miglioramento degli esiti clinici.

“La presenza dell’Asp Messina al Forum di Risk management ad Arezzo ha mostrato che l’innovazione non è un esercizio di stile, – ha spiegato Giusi Lorizio, che si occupa di rischio clinico ed è collaboratrice del risk management dell‘Asp – ma un modo nuovo di proteggere le persone. Quando tecnologia, territori difficili e competenze multidisciplinari si incontrano, nasce una sanità che vede prima, arriva prima e cura meglio. I progetti presentati parlano di isole collegate, comunità più sicure, percorsi assistenziali che non lasciano indietro nessuno: non visioni future, ma scelte operative già in cammino. Questo è il valore aggiunto del nostro lavoro: mettere ordine nella complessità, leggere ciò che solitamente sfugge e trasformarlo in soluzioni che migliorano la vita reale dei cittadini. Perché la sicurezza non è un concetto tecnico: è un diritto mutuato dalla nostra costituzione e noi vogliamo garantirlo ovunque, anche dove può sembrare impossibile”.

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