200 views 5 min 0 Comment

Zanklon, la “patata bollente” che scotta il Consiglio. Aula disorientata e impaurita: tutto rinviato

- 05/11/2025
Screenshot 2025 11 05 172339
WhatsApp vds

Il Consiglio comunale di Messina, davanti alla grana degli studentati Zanklon, fa l’unica cosa che sa fare quando la paura supera la (presunta) programmazione: prende tempo.

Dopo un dibattito surreale, teso e infarcito di dubbi, l’Aula ha partorito un topolino: rinvio in commissione. Undici voti favorevoli (alla proposta del capogruppo di maggioranza, Pippo Trischitta) e ben 16 astensioni. È la fotografia perfetta di un’assemblea disorientata, incapace di dire sì e terrorizzata di dire no, che sceglie la via di fuga dell’astensione di massa di fronte a un progetto che fa acqua da tutte le parti.

La consigliera d’opposizione Antonella Russo ha usato l’unica definizione possibile: “È una patata bollente”.

Interessi contrapposti

Il cuore del problema l’ha centrato sempre la Russo: “Ci sono interessi pubblici contrapposti. Da un lato, c’è l’interesse che questi alloggi vengano costruiti”. Ma è sul secondo piatto della bilancia che casca l’asino: il dubbio che la dichiarazione di “interesse pubblico” – necessaria per giustificare le deroghe mostruose al Piano Regolatore – sia, di fatto, non chiaro. Sebbene dell’interesse pubblico chiarisce la stessa legge.

L’operazione Zanklon Capital (dell’imprenditore Natale Giostra), finanziata con 37 milioni di euro del PNRR, prevede tre colate di cemento (Minissale, Via Catania, Viale Regina Margherita) per 1.800 posti letto. Per farle, il privato chiede al Consiglio di stracciare i regolamenti attuali, autorizzando palazzi di 6, 9 e 10 piani.

Ma “l’interesse pubblico”, come si chiede l’Aula, c’è?

Sussiste un interesse pubblico – si sono chiesti i consiglieri, facendosi portavoce dei dubbi sollevati da Alessandro Russo (PD) – quando i prezzi previsti per gli studenti sono questi? E nel numero dei 10 mila studenti fuori sede quanti sono quelli ricompresi ma che invece sono dell’immediata provincia, come si chiede il consigliere Gioveni, capo gruppo di Fratelli d’Italia?

Lo scandalo dei canoni degli immobili realizzati con fondi PNRR

Qui si rasenta il paradosso. I progetti Zanklon prevedono canoni di locazione tra i 637 e i 680 euro a stanza.

Il bando ministeriale del PNRR, che finanzia l’opera, è chiarissimo: i canoni proposti devono essere inferiori del 15% rispetto al prezzo medio di mercato locale. A Messina, quel prezzo medio è stato stimato in 250 euro.

Tradotto: per rispettare il bando, Zanklon avrebbe dovuto proporre stanze a 212 euro.

Propone, invece, 680 euro. Più del triplo. Un contrasto talmente palese con le regole del finanziamento che fa sorgere una domanda semplice: come è possibile che questa delibera sia arrivata in Aula?

Ma quello che lascia sbigottiti è il silenzio dell’Aula sulla vera natura dell’operazione. Si è parlato di viabilità, di impatto ambientale, del (folle) costo delle stanze. Eppure, sembra che nessuno dei consiglieri abbia avuto il coraggio di porre l’accento sulla domanda centrale: perché mai si sta autorizzando un palese arricchimento privato utilizzando fondi pubblici?

L’operazione Zanklon, di pubblico, ha ben poco. Il privato incassa 37 milioni di euro del PNRR, ottiene deroghe urbanistiche che valgono oro, e in cambio? Deve solo mantenere il vincolo di destinazione d’uso a studentato per soli 12 anni.

Dopo 12 anni, l’imprenditore si ritroverà proprietario di tre palazzi (costruiti con soldi di tutti) in zone strategiche della città, liberi da vincoli, pronti per essere messi sul mercato immobiliare di lusso o venduti a pezzi. Una plusvalenza colossale, pagata dai cittadini, benedetta (forse) dal Consiglio.

Una maggioranza in fuga

L’operazione Zanklon, di pubblico, sembra avere ben poco. I dubbi sono troppi: i costi esorbitanti per gli studenti (che dovrebbero essere i beneficiari), la percentuale di alloggi gratuiti ritenuta insufficiente, e un vincolo di soli 12 anni. Cosa risolve davvero questa operazione, se non gli affari del privato che ottiene deroghe e fondi PNRR?

Di fronte a queste criticità, evidenziate in commissione dal PD (come ha tenuto a ricordare Russo, sottolineando che la maggioranza arriva tardi e male) e ribadite in Aula, la maggioranza si è sfaldata. Lo stesso capogruppo Trischitta, per evitare una bocciatura, ha dovuto chiedere il rinvio.

Ma il tempo, come sempre quando c’è di mezzo il PNRR, è un lusso. La Segretaria Generale, Rossana Carrubba, ha già messo le mani avanti, raccomandando all’Aula: “L’approfondimento è doveroso e legittimo, ma non può richiedere tempi biblici. Serve una risposta celere e certa”.

Il Consiglio, però, celere non è. È impaurito. Impaurito di approvare una delibera indifendibile e impaurito di bocciarla, perdendo 37 milioni di euro. La “patata bollente” è servita.

Screenshot 2025 11 05 182014