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Sfregio al Monumento ai Caduti: disegni osceni in pieno centro. “Una doppia vergogna”

- 04/11/2025
monumento caduti sfregio
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Messina si trova, ancora una volta, a fare i conti con l’inciviltà e lo sfregio dei suoi simboli. Nel mirino è finito il Monumento ai Caduti, situato in pieno centro, in piazza Unione Europea, a pochi passi da Palazzo Zanca. Un luogo che dovrebbe imporre rispetto e silenzio, trasformato in tela per l’ignoranza.

Qualcuno, armato di una bomboletta spray di colore nero, ha deturpato la base del monumento, disegnando varie immagini, alcune delle quali apertamente oscene.

Un colpo basso alla memoria di chi ha sacrificato la propria vita, un’offesa che assume i contorni della “doppia vergogna”. I vandali, infatti, hanno agito proprio sotto la grande iscrizione che domina la stele, un celebre slogan risalente al Ventennio fascista: «Raccogliete lo spirito dei nostri indimenticabili morti e fatene lo spirito ardente della Patria immortale».

L’atto colpisce quindi su due fronti: da un lato, l’oltraggio alla sacralità di un monumento dedicato ai soldati caduti; dall’altro, l’oltraggio visivo delle oscenità, apposte con disprezzo su un pezzo di storia della città, a prescindere dal giudizio politico che si possa dare sull’iscrizione stessa.

Un simbolo della Messina del ‘900

prefetto caduti

Il Monumento ai Caduti di Messina non è un manufatto qualsiasi. Inaugurato nel 1936, in pieno regime, fu realizzato dallo scultore Giovanni Nicolini. L’opera, nata per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale (una lapide per i caduti del secondo conflitto fu aggiunta nel 1950), raffigura in un gruppo bronzeo un fante, un aviere e un marinaio, le tre forze armate unite nel sacrificio.

La sua stessa architettura, concepita come un “altare” della Patria e pensata per ospitare adunate, lo radica profondamente nella storia urbanistica e politica della Messina tra le due guerre.

Un bersaglio ricorrente

L’episodio non è purtroppo un caso isolato. Il monumento di piazza Unione Europea è un bersaglio ricorrente dell’incuria e degli atti vandalici. Già in passato era stato deturpato con scritte e tag di vario genere, come quelle in vernice color oro apparse alcuni mesi fa, che costrinsero le autorità a intervenire per la pulizia.

L’atto di oggi, tuttavia, segna un’escalation nel degrado. Non si tratta più solo di “firme”, ma di immagini volgari che sembrano avere l’unico scopo di dissacrare e offendere. Un gesto che cancella la memoria e lascia un segno di profondo degrado nel cuore pulsante della città, davanti agli occhi di cittadini e turisti, a pochi metri dal palazzo comunale.

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